Bonaventura Perrone
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27 Gennaio 2019tema svolto di Gaia Pojaghi
Con il termine immigrazione intendiamo quel fenomeno ben preciso, di cui parlano i mass media, di quelle persone che hanno l’obbiettivo di cercare fortuna in altri paesi. Infatti l’immigrazione è il trasferimento, definitivo o temporaneo, di un gruppo di persone in un luogo diverso da quello d’origine. Si tratta di un fenomeno che talvolta caratterizza la formazione dei popoli, influenzandone la politica sociale ed economica. Fin dall’antichità si sono verificate immigrazioni, a volte anche di massa, e, ancora oggi, questi spostamenti influenzano il mondo. Come sottolineano le vicende di cronaca, non c’è giorno che clandestini disperati e senza nessuna illusione, provenienti dal Marocco, dall’Algeria, dall’Iraq, dalla Somalia, o da altri paesi, si imbarchino sopra i barconi che li porteranno non si sa dove, verso quella che credono la salvezza. Molti di questi immigrati giungono sulle nostre coste con ogni mezzo disponibile, nascosti ovunque possibile, sopportando fatiche inimmaginabili e, molto spesso, rischiando anche di morire durante il viaggio della speranza”. Molto spesso è proprio la criminalità organizzata internazionale a gestire l’ingresso clandestino, e questo rende il problema ancora più drammatico. Basti pensare a quei trafficati” che, dopo essere stati introdotti nei paesi di destinazione, vengono spesso inseriti nel modo criminale e sfruttati come fonti di nuovi profitti illeciti. La popolazione italiana a questo riguardo si divide in due fazioni: la maggior parte vogliono che i clandestini siano rimandati ai loro paesi di origine; altri credono sia meglio trattenerli nei centri di accoglienza, in quanto ritenterebbero l’impresa non appena possibile, affrontando rischi sempre maggiori. In numerose occasioni però, coloro che giungono fino in Europa, non trovano miglior vita, anzi sono sottoposti a un nuovo conflitto con la popolazione del luogo. Quest’ultima, infatti, vede negli immigrati stranieri dei potenziali competitori. Tuttavia la temuta concorrenza” non si verifica, poiché i nuovi lavoratori vanno ad occupare quei posti di lavoro dai quali i giovani europei rifuggono, considerandoli troppo faticosi o umilianti. Sarebbe opportuno promuovere un’accoglienza dignitosa per uomini e donne in fuga dalla povertà e dalla miseria, dalle guerre e dalle persecuzioni, alla ricerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli. Essi desiderano venire in Italia per lavorare legalmente ed inserirsi a pieno titolo nella nostra società, rispettandone le leggi e la cultura. Questo non vuol dire spalancare le porte all’immigrazione, ma governare il fenomeno conciliando le ragioni della legalità con quelle dell’ospitalità, la sicurezza con la solidarietà. Altra soluzione efficace, sarebbe quella di mandare aiuti concreti nei paesi originari: soldi, personale specializzato, costruzione di opere pubbliche adeguate, insegnamento di tecniche all’avanguardia. Tutto ciò potrebbe risolvere i problemi di questi paesi, evitando così che migliaia di persone lascino la loro terra natale.