Riassunto de “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde – di Va…
12 Settembre 2014Nelle scuole italiane ancora non si usa la carta riciclata. Complimenti.
12 Settembre 2014Il romanzo narra della storia di Tristano, cresciuto sotto lo zio Re Marco di Cornovaglia, dopo la morte dei suoi genitori alla sua nascita. Tristano, degno erede di Re Marco, non viene considerato tale da alcuni baroni del regno, sebbene egli fosse nobile, coraggioso e amante dell’arte, sia musicale, che dei combattimenti.
Al regno di Cornovaglia si aggiunge un’altra preoccupazione, oltre a quella dell’erede. Il Re di Irlanda manda il fratello Moroldo a riscuotere un tributo molto opprimente, che comprendeva perfino di portare via 600 tra fanciulli e fanciulle. Anche se il Re Marco non tollera le richieste, non può affrontare Moroldo, e nemmeno i baroni hanno intenzione di fronteggiarlo. Allora si fa avanti Tristano, che convince Moroldo a sfidarsi a duello. Riesce a vincere, anche se riportando ferite non poco gravi, aggravate dalla spada dello sfidante che era stata cosparsa con un veleno.
Tristano, quasi in punto di morte per via del veleno, viene lasciato in mare su una barca, secondo le tradizioni celtiche, ma naufraga sulle sponde irlandesi e viene salvato da una giovane donna, Isotta.
Dopo essere guarito, decide però di tornare in Cornovaglia, per paura di essere riconosciuto dai cavalieri Irlandesi. Però, mentre ritorna, Isotta viene a sapere che suo zio, lo stesso Moroldo, era stato ucciso, e lei quindi medita vendetta contro l’assassino.
In seguito, al ritorno di Tristano in Cornovaglia, i baroni, stupiti della sua sopravvivenza, decidono quindi di indurre Re Marco a sposarsi, avere un figlio, e proclamarlo erede al posto di Tristano. Re Marco accetta, però decide che dovrà sposare la donna a cui apparteneva un capello trovato sul suo davanzale portato da una rondine. Il capello apparteneva alla principessa di Irlanda, nonché Isotta.
Tristano torna in Irlanda, scoprendo che esiste un editto secondo il quale chiunque avesse ucciso il drago che minacciava la città, avrebbe potuto sposare la principessa. Quindi Tristano si dirige dal drago, riesce ad ucciderlo e a tagliargli la lingua, che avrebbe usato come prova dell’uccisione. Subito dopo però, svenne per il calore e la fatica, e sir Aguerran decise di prendersi il merito dell’uccisione del drago, portando la testa come prova.
Il re non crede a sir Aguerran e manda Isotta a cercare il vero uccisore del drago, trova Tristano stremato per il combattimento e lo cura per la seconda volta. Scopre però, che dalla spada mancava un frammento, lo stesso trovato infilzato nel cranio di Moroldo. Isotta quindi, furiosa per la scoperta, vuole ucciderlo per vendicarsi, ma viene convinta dalle abili parole di Tristano, che lui è innamorato di lei.
Dopo avere chiarito, Tristano dice di essere stato mandato da re Marco, e deve quindi essere portata da lui in sposa. Però, per sbaglio Tristano e Isotta bevono un filtro d’amore scambiandolo per vino, il quale sarebbe dovuto essere usato per unire Re Marco e Isotta, per non lasciare la fanciulla in un amore costretto dal matrimonio.
Dopo il viaggio i due possono solo incontrarsi di nascosto, ma i baroni li scoprono e fanno esiliare Tristano.
Però i due continuano a vedersi lo stesso, quindi i baroni ingaggiano una spia che dovrebbe aiutarli a scoprirli. Quindi, insieme al re, seguono Isotta incontrarsi con Tristano, ma quest’ultimo riesce a vedere in un riflesso il re nascosto e riesce a rigirare il discorso e chiede a Isotta perché il re lo avesse esiliato. Questo si sente in colpa per aver dubitato di Tristano e lo riammette a corte. In seguito però grazie alla spia, un altro piano viene organizzato, e i baroni riescono a scoprire i due amanti che vengono condannati al rogo.
Tristano riesce però a scappare lanciandosi da una cappella senza morire, mentre Isotta viene “accolta” in una comunità di lebbrosi perché pensavano che una morte lenta e brutta sarebbe stata una migliore pena da scontare per il tradimento.
Tristano uccide il capo dei lebbrosi e porta con se Isotta nella foresta, dove vivono per parecchio tempo. Vengono però scoperti da un forestiero che rivela il fatto al re. Re marco però , trovandoli dormienti, per caso separati dalla spada di Tristano, reputa questa come un simbolo di castità e decide di perdonarli. Li lascia dormire e fa in modo che si accorgano che li ha visitati. I due ripensano quindi al re e capiscono che non potrebbero mai vivere nella foresta per sempre, quindi Tristano decide di far ritornare Isotta a corte. Quest’ultima per essere accettata anche dai baroni, giura davanti a Re Artù di non avere mai tradito Re Marco.
Tristano invece si reca in Bretagna dove conosce Caerdino, il figlio del duca, aiutandolo in una battaglia. Questo, come ricompensa, vuole dargli la mano della sorella, Isotta dalle bianche mani. Lui accetta ma sa che non la amerà mai, ma il suo cuore apparterrà sempre alla sua amata Isotta la bionda.
Caerdino viene a sapere del fatto dalla sorella, e sfida Tristano a duello, e quest’ultimo è costretto quindi a raccontare tutto.
In seguito, per poter rivedere Isotta la sua amata, si reca in una città dove però in un’imboscata viene ferito da una punta avvelenata. Allora chiede a Caerdino di andare a chiamare Isotta che sicuramente l’avrebbe saputo curare come aveva fatto in passato, chiedendogli di issare al suo ritorno una bandiera sulla nave che lo avvertisse da lontano della presenza o meno di Isotta. Bianca se fosse tornato con lei, nera in caso contrario.
Quando però Caerdino ritornò con Isotta, Tristano aveva la vista offuscata dal veleno, e chiese a Isotta dalle bianche mani il colore della bandiera. Lei per la gelosia rispose che era nera. Tristano allora si lasciò scivolare nell’oblio senza resistere, sicuro che l’amata non fosse venuta a salvarlo, e morì poco dopo. Quando Isotta raggiunse Tristano, lo scoprì già morto, e in preda alla disperazione, si lasciò morire anche lei accanto all’amato.
Per volere di Re Marco, i due furono sepolti vicini e si dice che dalla tomba di tristano un grande rovo nasce e si espande fino a raggiungere la tomba dell’amata Isotta.
Il libro pur essendo scritto in un italiano un po’ arcaico, riesce a catturare il lettore con le avventure di Tristano, che riesce sempre a salvarsi miracolosamente, quasi l’amore per Isotta compisse miracoli per poterli lasciare uniti salvandoli da tutte le insidie dettate dal destino.