A mio padre di Alfonso Gatto

Dio c’è, anche se non esiste.

27 Gennaio 2019

Anna di Niccolò Ammaniti

27 Gennaio 2019

Pubblicato da Luigi Gaudio su 27 Gennaio 2019

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Testo e analisi della poesia “A mio padre”, una delle più famose e belle di Alfonso Gatto

✨ “A mio padre” di Alfonso Gatto

Testo originale della poesia

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda 5

di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo, 10

un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena 15

fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel novilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.

🧨 Analisi della poesia

Questa poesia, tratta dalla raccolta Il capo sulla neve, è un dialogo immaginario tra il poeta e il padre scomparso. Gatto fonde memoria personale e tragedia collettiva, evocando il buio della guerra e la luce della speranza.

Il tono è elegiaco, intimo, malinconico ma anche luminoso.
Il tempo verbale dominante è il condizionale, che esprime desiderio e impossibilità.
Le immagini sono delicate e potenti: “occhi neri come le rondini del mare” è una metafora che unisce infanzia e natura.
La poesia si apre con la sera e si chiude con l’alba: un arco simbolico che va dalla perdita alla rinascita.

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