
Operazione Pasqualino dai Racconti romani di Alberto Moravia
28 Dicembre 2019
Nella nebbia di Giovanni Pascoli
28 Dicembre 2019📜 Analisi de Il vischio di Giovanni Pascoli (Dai Primi Poemetti, 1897)📖
🌿 Contesto e Struttura
Pascoli costruisce un’allegoria della vita e della corruzione attraverso l’immagine di un albero infestato dal vischio, parassita che ne succhia la linfa. La poesia è divisa in 6 sezioni che alternano ricordi idilliaci, disillusione e riflessione amara sulla natura ibrida del male.
🔍 Analisi per Strofe
I. Il Ricordo della Primavera
- “Non ti ricordi piĂą, i mattini meravigliosi?”: invocazione nostalgica a un “tu” (forse la sorella Maria o un alter ego).
- Immagini di fioritura: “peschi rosa”, “susini bianchi”, “aria pendula di fiocchi” → purezza e speranza.
- L’ape come metafora: “fa… il miele di sua vita” → l’illusione (come l’ape) trasforma il dolore in dolcezza.
II. Il Ritorno dell’Inverno
- CaducitĂ della bellezza: “Sparvero i bianchi e rossi alberi” → contrasto con la strofa precedente.
- Suoni ossessivi: “sibilo di fusi” (filatura = tempo che scorre), “piovve e piovve”.
- Colore: “tutto era verde” → apparenza ingannevole (i petali sono giĂ a terra).
III. Il Dialogo con l’”Anima Sorella”
- Filosofia pascoliana: “si getta qualche cosa anche piĂą bella / della vita: la sua lieve fiorita d’ali” → il sacrificio (forse allusione alla morte del padre).
- L’albero senza frutti: simbolo di sterilità esistenziale (vs. la pianta feconda che dimentica i fiori caduti).
IV. L’Albero Corrotto
- Descrizione grottesca: “due verdi e un gialleggiar discordi”, “foglie diverse, ottuse queste, acute quelle” → ibrido mostruoso.
- Il vischio come rivelazione: “ah! sono in te le radiche del vischio!” → il male è interno, non esterno.
V. L’Invasione del Parassita
- Violenza del vischio: “ti solcò tutto con sue verdi vene” → metafora del tradimento o del male morale.
- Degradazione fisica e spirituale: “tutte le tue soavitĂ … sono una perla pallida di muco” → la bellezza si trasforma in putredine.
VI. La Lotta tra Due Anime
- Schizofrenia dell’albero: “Due anime in te sono” → l’io diviso (memoria vs oblio).
- Vittoria del male: “l’ombra straniera è giĂ di te piĂą forte” → il parassita ha sostituito l’identitĂ originaria.
- Ultimo verso tragico: “distilli il glutine di morte” → il vischio (come il male) è ormai parte integrante dell’albero.
🎨 Temi Principali
- Corruzione e Inquinamento (il vischio come male che corrode dall’interno).
- Nostalgia e Perdita (il contrasto tra memoria felice e presente degradato).
- Dualismo Umano (bene/male, purezza/corruzione).
- Natura come Specchio dell’Anima (pascoliano).
🖋️ Stile e Linguaggio
- Lessico botanico preciso (“bugni”, “glomi”, “lichene”) + termini morali (“male”, “bene”).
- Metafore sinestetiche: “piovve e piovve” (tatto/udito), “glutine di morte” (gusto/vista).
- Anafore e parallelismi: “albero ignoto… albero tristo… albero infermo…” → effetto litanico.
📚 Confronti Intertestuali
- Dante (Divina Commedia): il vischio come pianta infernale (cfr. alberi suicidi in Inf. XIII).
- Baudelaire (Spleen et Idéal): la natura che diventa specchio della degenerazione.
- Leopardi (Canto notturno): il tema della caducità delle illusioni.
đź’ˇ Interpretazioni Possibili
- Autobiografica: il vischio = lutto familiare (morti del padre, madre e fratelli).
- Politica: critica alla corruzione sociale (Pascoli era socialista umanitario).
- Esistenziale:Â il male come parte costitutiva della vita.
🌿 Perché Leggerla Oggi?
- Ecologia: il vischio come metafora dell’inquinamento ambientale.
- Psicologia: l’albero doppio anticipa concetti di identità frammentata.
“Il glutine di morte” → Pascoli precorre l’horror moderno (Cronenberg, Lynch).
🔍 Esercizio di compito
“Analisi de Il vischio di Pascoli: l’albero corrotto dal parassita come allegoria del male interiore. Temi, stile e confronti con Dante e Baudelaire.”
🏷️ Scaletta dello svolgimento
- Il vischio Pascoli analisi
- Primi Poemetti commento
- Giovanni Pascoli allegoria
- Albero e vischio simbolismo
- Male interiore nella poesia
- Pascoli e Leopardi confronto
Conclusione đź’¬ Secondo te, il vischio rappresenta piĂą un trauma personale o un male universale?
📜 Testo della poesia Il vischio di Giovanni Pascoli dai Primi Poemetti
I
Non ti ricordi piĂą, dunque, i mattini
meravigliosi? Nuvole a’ nostri occhi,
rosee di peschi, bianche di susini, 3
parvero: un’aria pendula di fiocchi,
o bianchi o rosa, o l’uno e l’altro: meli,
floridi peri, gracili albicocchi. 6
Tale quell’orto ci apparì tra i veli
del nostro pianto, e tenne in sè riflessa
per giorni un’improvvisa alba dei cieli. 9
Era, sai, la speranza e la promessa,
quella; ma l’ape da’ suoi bugni uscita
pasceva già l’illusïone; ond’essa 12
fa, come io faccio, il miele di sua vita. 13
II
Una nube, una pioggia… a poco a poco
tornò l’inverno; e noi sentimmo chiusi,
per lunghi giorni, brontolare il fuoco. 16
Sparvero i bianchi e rossi alberi, infusi
dentro il nebbione; e per il cielo smorto
era un assiduo sibilo di fusi;Â 19
e piovve e piovve. Il sole (onde mai sorto?)
brillò di nuovo al suon delle campane:
tutto era verde, verde era quell’orto. 22
Dove le branche pari a filigrane?
Tutti i pètali a terra. E su l’aurora
noi calpestammo le memorie vane 25
ognuna con la sua lagrima ancora. 26
III
Ricordi? Io dissi: “O anima sorella,
vivono! E tu saprai che per la vita
si getta qualche cosa anche più bella 29
della vita: la sua lieve fiorita
d’ali. La pianta che a’ suoi rami vede
i mille pomi sizïenti, addita 32
per terra i fiori che all’oblìo giĂ diede…
Non però questa (io m’interruppi) questa
che non ha frutti ai rami e fiori al piede„ 35
Stava senza timore e senza festa,
e senza inverni e senza primavere,
quella; cui non avrebbe la tempesta 38
tolto che foglie, nate per cadere. 39
IV
Albero ignoto! (io dissi: non ricordi?)
albero strano, che nel tuo fogliame
mostri due verdi e un gialleggiar discordi;Â 42
albero tristo, ch’hai diverse rame,
foglie diverse, ottuse queste, acute
quelle, e non so che rei glomi e che trame; 45
albero infermo della tua salute,
albero che non hai gemme fiorite,
albero che non vedi ali cadute;Â 48
albero morto, che non curi il mite
soffio che reca il polline, nè il fischio
del nembo che flagella aspro la vite…Â 51
ah! sono in te le radiche del vischio! 52
V
Qual vento d’odio ti portò, qual forza
cieca o nemica t’inserì quel molle
piccolo seme nella dura scorza? 55
Tu non sapevi o non credevi: ei volle
ti solcò tutto con sue verdi vene,
fimo si fece delle tue midolle! 58
E tu languivi; e la bellezza e il bene
t’uscìa di mente, nè pulsar più fuori
gemme sentivi di tra il tuo lichene. 61
E crebbe e vinse; e tutti i tuoi colori,
tutte le tue soavitĂ , col suco
de’ tuoi pomi e il profumo de’ tuoi fiori,   64
sono una perla pallida di muco. 65
VI
Due anime in te sono, albero. Senti
più la lor pugna, quando mai t’affisi
nell’ozïoso mormorio dei venti? 68
Quella che aveva lagrime e sorrisi,
che ti ridea col labbro de’ bocciuoli,
che ti piangea dai palmiti recisi, 71
e che d’amore abbrividiva ai voli
d’api villose, già sè stessa ignora.
Tu vivi l’altra, e sempre più t’involi 74
da te, fuggendo immobilmente; ed ora
l’ombra straniera è già di te più forte,
più te. Sei tu, checchè gemmasti allora, 77
ch’ora distilli il glutine di morte. 78