
Linda De Benedictis
27 Gennaio 2019
Mario Falanga
27 Gennaio 2019CAUSE E SVILUPPO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
L’Europa negli anni ’30
In Europa negli anni ’30, prevalevano i regimi totalitari. La democrazia rimaneva stabile soltanto in Gran Bretagna, nonostante le gravi conseguenze della crisi economica, tra cui un alto tasso di disoccupazione. Il governo britannico cercò di affrontare la situazione attraverso l’intervento dello Stato nell’economia.
In Francia, invece, si applicò una politica deflazionistica per risolvere i problemi economici, ma le difficoltà finanziarie, unite all’aggressività delle organizzazioni dell’estrema destra, resero il paese meno stabile rispetto alla Gran Bretagna.
Nell’Europa centro-orientale, si stavano affermando movimenti nazionalisti, fascisti e razzisti in diversi paesi (Bulgaria, Polonia dittatoriale, Grecia monarchica, Ungheria con un governo fascista). L’unico regime ancora democratico era quello della Cecoslovacchia.
In Austria si svilupparono movimenti di destra: il cancelliere Dollfuss attuò una forte svolta autoritaria (furono messi fuori legge il partito comunista e il partito nazista), ma venne assassinato. Successivamente, si arrivò alla proclamazione di una nuova costituzione di tipo liberale.
Anche nella Penisola Iberica si assistette all’instaurarsi di regimi dittatoriali: in Portogallo con Salazar e in Spagna con Francisco Franco. Il caso spagnolo è particolarmente importante.
La vittoria elettorale dei repubblicani e delle sinistre portò alla proclamazione della Seconda Repubblica spagnola. Il governo inaugurò una serie di riforme che furono fortemente osteggiate dalla destra. Quest’ultima vinse le successive elezioni, ma le sinistre si unirono nel Fronte Popolare alle elezioni del 1936, vincendole. La destra non accettò il risultato e scoppiò una terribile guerra civile, conclusasi con la vittoria di Franco.
Hitler e Mussolini intervennero in suo favore (la Germania inviò uomini, armi e aerei; l’Italia solo truppe), mentre Francia e Gran Bretagna non presero parte al conflitto. L’Unione Sovietica sostenne la formazione delle Brigate Internazionali, composte da antifascisti provenienti da tutta Europa.
La guerra civile spagnola spinse Mussolini ad avvicinare sempre di più la politica estera italiana a quella tedesca, culminando nell’accordo noto come Asse Roma-Berlino.
Lo scoppio del conflitto
I principali responsabili della Seconda Guerra Mondiale furono i regimi dittatoriali, in particolare Adolf Hitler e Benito Mussolini.
Le cause del conflitto furono molteplici:
- Il fallimento dell’ordine internazionale stabilito dopo la Prima Guerra Mondiale con il Trattato di Versailles;
- La grave crisi economica globale, che spinse le potenze a chiudere i propri mercati e alimentò l’espansionismo tedesco e giapponese;
- La frattura ideologica tra sistemi politici opposti.
La Seconda Guerra Mondiale può quindi essere interpretata come il risultato di una profonda crisi politica, economica e culturale del mondo contemporaneo.
Gli obiettivi principali di Hitler erano:
- Rivedere i termini del Trattato di Versailles;
- Riunificare tutti i tedeschi d’Europa;
- Conquistare lo spazio vitale (Lebensraum) a est.
Nel 1936, Hitler stipulò con il Giappone il Patto Antikomintern, mirato all’accerchiamento dell’Unione Sovietica. Successivamente anche l’Italia vi aderì, dando vita all’Asse Roma-Berlino-Tokyo.
Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica rappresentavano un ostacolo per l’espansione giapponese, motivo per cui il conflitto coinvolse ben presto anche gli USA.
Il primo passo dell’espansione tedesca fu l’annessione dell’Austria. Successivamente, Hitler pretese l’annessione dei Sudeti, una regione della Cecoslovacchia. La conferenza di Monaco (tra Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna) sembrò garantire la pace, concedendo i Sudeti alla Germania in cambio della promessa di non ulteriori espansioni.
Ma questa promessa non fu mantenuta: nel 1939, con il pretesto dei conflitti etnici tra cechi e slovacchi, la Germania invase il resto della Cecoslovacchia, dividendola in due stati: Slovacchia e Boemia-Moravia.
Sempre nel 1939, Germania e Italia firmarono il Patto d’Acciaio, che prevedeva l’aiuto reciproco in caso di guerra. Nel frattempo, l’Italia occupò l’Albania.
L’Unione Sovietica, invece, firmò con la Germania un Patto di non aggressione, permettendo a Hitler di concentrarsi sul fronte occidentale senza timori per l’Est.
Il 1° settembre 1939, l’esercito tedesco invase la Polonia. Due giorni dopo, Gran Bretagna e Francia dichiararono guerra alla Germania, dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale.
Nei primi anni del conflitto, fino al 1942, Hitler sembrò avere la vittoria in pugno grazie alla strategia della guerra lampo (Blitzkrieg), basata su bombardamenti intensi e l’utilizzo combinato di carri armati e aviazione.
Dopo aver conquistato la Polonia (insieme all’URSS), la Germania occupò Danimarca, Norvegia, Belgio, Olanda e Lussemburgo. La Francia cadde poco dopo, e Hitler permise la nascita del governo collaborazionista di Vichy guidato dal maresciallo Pétain.
La battaglia d’Inghilterra
Con la caduta della Francia, Hitler aveva raggiunto il primo obiettivo: la creazione del Grande Reich. Il secondo era l’espansione verso est, quindi doveva prima eliminare la Gran Bretagna o almeno neutralizzarla.
Il governo inglese, guidato da Churchill, rifiutò qualsiasi trattativa e decise di resistere a costo di qualunque sacrificio. Hitler lanciò l’Operazione Leone Marino, con l’obiettivo di invadere l’Inghilterra. Per tutta l’estate del 1940 ebbero luogo violenti bombardamenti, ma l’aviazione britannica riuscì a resistere e a colpire a sua volta le città tedesche. La guerra lampo fallì, e Hitler dovette rinunciare all’invasione.
L’Italia entra in guerra
All’inizio del conflitto, Mussolini dichiarò la non belligeranza dell’Italia. Tuttavia, vedendo i successi della Germania, il Duce decise di entrare in guerra al fianco di Hitler. Il 10 giugno 1940, l’Italia dichiarò guerra alla Francia (ormai in procinto di arrendersi) e alla Gran Bretagna.
Mussolini ordinò l’attacco ai possedimenti inglesi in Africa, ma la Marina italiana subì gravi perdite nel Mediterraneo. Nel 1940, l’Italia attaccò la Grecia, ma fu respinta dagli ellenici, appoggiati dagli inglesi. Solo grazie all’intervento tedesco la Grecia fu occupata.
Le campagne militari italiane si rivelarono fallimentari, costringendo Hitler a distogliere risorse per soccorrere il suo alleato.
L’Operazione Barbarossa
Il 22 giugno 1941, le divisioni tedesche invasero l’Unione Sovietica, dando inizio all’Operazione Barbarossa. Obiettivo di Hitler era distruggere il bolscevismo e schiavizzare i popoli slavi.
Stalin fu colto di sorpresa, fidandosi del Patto di non aggressione con la Germania. Applicò la tradizionale strategia russa della ritirata graduale, permettendo all’esercito sovietico di riorganizzarsi.
Intanto, l’alleanza tra URSS, Gran Bretagna e Stati Uniti si consolidò. Alla fine dell’anno, l’inverno russo fermò l’avanzata tedesca, trasformando la guerra lampo in guerra di posizione.
Il nuovo ordine nazista
Mentre i tedeschi combattevano sui vari fronti, le SS imponevano un “nuovo ordine” nei territori occupati. Esso si basava sullo sfruttamento delle risorse e delle popolazioni europee a vantaggio della razza tedesca. Tutti gli altri popoli erano considerati inferiori e destinati alla sottomissione, tranne ebrei e slavi, che dovevano essere sterminati.
La “Soluzione Finale”
L’occupazione dell’Europa orientale offrì a Hitler l’opportunità di realizzare il genocidio degli ebrei. Durante l’invasione dell’Unione Sovietica, diede ordini precisi ai gerarchi Goering, Himmler e Heydrich per procedere allo sterminio totale del popolo ebraico: fu la cosiddetta “Soluzione Finale”.
Pearl Harbor e l’ingresso degli Stati Uniti in guerra
Il 7 dicembre 1941, i giapponesi lanciarono un attacco a sorpresa sulla base navale americana di Pearl Harbor, causando gravi danni alla flotta statunitense. In risposta, gli Stati Uniti dichiararono guerra al Giappone, entrando ufficialmente nel conflitto.
Il 1942-43: l’anno della svolta
La seconda metà del 1942 e l’inizio del 1943 segnarono una svolta decisiva nel conflitto.
Fronte russo
I tedeschi lanciarono l’offensiva su Stalingrado, che si concluse con una pesante sconfitta nel febbraio 1943. Fu l’inizio della lunga ritirata tedesca, che si concluse con la liberazione dell’Ucraina nella primavera del 1944.
Fronte del Pacifico
Tra maggio e giugno 1942, gli americani inflissero gravi sconfitte alla marina giapponese. Dal 1943 iniziarono la lunga avanzata verso il Giappone attraverso le isole del Pacifico.
Fronte africano
Nel 1942, la battaglia di El Alamein segnò la svolta a favore degli Alleati. Anglo-americani guidati da Eisenhower sbarcarono in Algeria e Marocco.
Motivi della riscossa alleata
Gli Alleati riuscirono a rovesciare le sorti della guerra grazie a:
- Cooperazione economica;
- Solidarietà politica;
- Strategia militare comune.
Lo sbarco alleato in Italia
Lo sbarco anglo-americano in Nord Africa convinse gli Alleati a invadere l’Italia per sfruttare il controllo del Mediterraneo. Il 10 luglio 1943 ebbe inizio lo sbarco alleato in Sicilia.
La popolazione temeva la sconfitta, aumentavano i bombardamenti e la distribuzione alimentare diventava sempre più difficoltosa. Chi poteva si approvvigionava illegalmente, mentre molti fuggivano dalle città, formando l’esercito degli sfollati.
La caduta del fascismo
Il regime fascista era ormai in crisi. Nel 1943 gli operai scioperarono nelle fabbriche, e la grande industria temeva una possibile rivoluzione. Decise quindi di appoggiare un colpo di Stato per eliminare Mussolini e salvare il Paese.
Il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo votò una mozione di sfiducia contro Mussolini. Re Vittorio Emanuele III lo destituì e affidò il governo al maresciallo Badoglio.
L’8 settembre 1943
Il 3 settembre 1943 fu firmato l’armistizio con gli Alleati, ma fu reso pubblico solo il 9 settembre. Molti soldati abbandonarono l’esercito, mentre i tedeschi occuparono l’Italia settentrionale e centrale, dando inizio a feroci rappresaglie.
La Repubblica di Salò e il Regno del Sud
Hitler fece liberare Mussolini e lo portò in Germania, convincendolo a fondare la Repubblica Sociale Italiana (Repubblica di Salò).
Gli Alleati liberarono il meridione d’Italia e stabilirono il Regno del Sud, governato da Vittorio Emanuele III.
I combattenti di Salò
La Repubblica di Salò tentò di ricostituire un esercito regolare, ma ebbe scarso successo. Le Brigate Nere, formate da fascisti estremisti, furono tra le poche forze fedeli a Mussolini.
La Resistenza
Nell’inverno 1943-44, mentre gli Alleati avanzavano lentamente verso nord, i partigiani italiani, appoggiati dalla popolazione, combattevano una guerra civile contro le truppe tedesche e le forze di Salò.
La Resistenza nacque ufficialmente su iniziativa dei partiti antifascisti e contribuì alla liberazione del paese.
La liberazione
Nel giugno 1944 gli Alleati entrarono a Roma. Firenze fu liberata dai partigiani. Mussolini fu catturato e fucilato il 28 aprile 1945.
Il crollo del Terzo Reich
A novembre 1943, Roosevelt, Stalin e Churchill si incontrarono a Teheran per pianificare l’attacco finale alla Germania. Fu deciso di aprire un secondo fronte in Francia con lo sbarco in Normandia (Operazione Overlord), avvenuto il 6 giugno 1944.
Il 30 aprile 1945, mentre i sovietici entravano a Berlino, Hitler si suicidò. Il 7 maggio 1945, la Germania firmò la resa incondizionata: la guerra in Europa era finita.
La resa del Giappone
Nel novembre 1944, l’aviazione americana iniziò a bombardare Tokio. Alla morte di Roosevelt, Truman decise di usare la bomba atomica per costringere il Giappone alla resa.
Il 6 agosto 1945 fu sganciata una bomba su Hiroshima e il 9 agosto su Nagasaki. Il 2 settembre 1945, il Giappone firmò la resa: la Seconda Guerra Mondiale era ufficialmente conclusa.
Il processo di Norimberga
Dopo la guerra, gli Alleati processarono i crimini di guerra nazisti a Norimberga, iniziando il 20 novembre 1945.
La denazificazione
I vincitori procedettero alla denazificazione della Germania, abolendo ogni istituzione legata al nazismo e ricostruendo la vita politica su basi democratiche.
Yalta e Potsdam: il destino della Germania e le sfere di influenza
Nel febbraio 1945, Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrarono a Yalta per decidere il destino della Germania, che fu divisa in quattro zone di occupazione. Si delineò anche la spartizione dell’Europa in due sfere di influenza: occidentale e orientale.
Dopo la fine della guerra, a Potsdam (luglio 1945), Roosevelt fu sostituito da Truman e Churchill da un nuovo primo ministro laburista. Furono definiti i dettagli finali della ricostruzione post-bellica.
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di Elena