Alberto Reggiori
27 Gennaio 2019STATO SOCIALE
27 Gennaio 2019dalla Tesina “Le trasformazioni del linguaggio attraverso i mezzi di comunicazione” di Barbara Ruzzo
ITC Melloni – Classe 5 Sirio – Anno scolastico 2010 – 2011
Nel poemetto ” Zang tumb tuuum. Adrianopoli ottobre 1912″ , pubblicato nel 1914, l’autore cerca di produrre quella rivoluzione dello stile e della sintassi che aveva definito in punti nel Manifesto tecnico della letteratura futurista: utilizza il verbo all’infinito, abolisce la punteggiatura, dispone le parole in maniera libera e quasi anarchica e conferisce loro un senso per il rumore che riproducono (quello dei bombardamenti) più che per le relazioni ed accostamenti che intrattengono. Le onomatopee, la distinzione tra parole scritte in neretto e quelle normali e la differenza di dimensione delle lettere sono gli elementi usati da Marinetti per esprimere l’ansia e forza del bombardamento effettuato dai Bulgari nella città turca di Adrianopoli.
ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo
all’infinito
nel centro di quei tam-tuuumb spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tali pugni batterie tiro rapido Violenza ferocia regolarità questo basso grave scandere gli strani folli agitatissimi acuti della battaglia Furia affanno
orecchie occhi
narici aperti attenti
forza che gioia vedere udire fiutare tutto tutto tara-tatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi schiaffffi traak-traak frustate pic-pac-pum-tumb bizzzzarrie salti altezza 200 m della fucileria Giù giù in fondo all’orchestra
stagni diguazzare buoi buffali pungoli
carri pluff plaff impennarsi di cavalli
flic flac zing zing sciaaack ilari nitriti iiiiii scalpiccii tintinnii 3 battaglioni bulgari in marcia croooc-craac [LENTO DUE TEMPI] Sciumi Maritza o Karvavena croooc craaac grida degli ufficiali sbataccccchiare come piattttti d’otttttone pan di qua paack di là cing buuum cing ciack [PRESTO] ciaciaciaciaciaak su giù là là in-torno in alto attenzione sulla testa ciaack bello Vampe
vampe
vampe vampe
vampe vampe
vampe ribalta dei forti die-
vampe
vampe
tro quel fumo Sciukri Pascià comunica telefonicamente con 27 forti in turco in tedesco allò Ibrahim Rudolf allô allô attori ruoli
echi suggeritori scenari di fumo
foreste applausi odore di fieno fango sterco non sento più i miei piedi gelati odore di salnitro odore di marcio
Timmmpani flauti clarini dovunque basso alto uccelli cinguettare beatitudine ombrie cip-cip-cip brezza verde mandre don-dan-don-din-béèé tam-tumb-tumb tumb tumb-tumb-tumb-tumb
Orchestra pazzi bastonare
professori d’orchestra questi bastonatissimi suooooonare suooooonare Graaaaandi fragori non cancellare precisare ritttttagliandoli rumori più piccoli minutissssssimi rottami di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri quadrati Fiumi Maritza Tungia
sdraiati Monti Ròdopi ritti al-
ture palchi l’oggione 2000 shrapnels sbracciarsi ed esplo-dere fazzoletti bianchissimi pieni d’oro Tumb-tumb 2000 granate protese strappare con schianti capigliature tenebre zang-tumb-zang-tuuum-tuuumb orchestra dei rumori di guerra gonfiarsi sotto una nota di silenzio
tenuta nell’alto cielo pallone sferico
dorato sorvegliare tiri parco aerostatico Kadi-Keuy .
Nel brano Marinetti è contemporaneamente poeta e giornalista, inviato di guerra nei Balcani (1912): egli, utilizzando la tecnica delle parole in libertà, tenta di ricostruire tutte le sensazioni provate durante il bombardamento della città di Adrianopoli; sensazioni visive, uditive, tattili, che egli riesce a riprodurre grazie ad alcuni accorgimenti di diverso tipo.
Innanzi tutto Marinetti, come altri futuristi, si serve dell’onomatopea, ovvero di parole, o gruppi di parole, il cui suono richiama il loro significato:
“[…] azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all’infiniiiiiito […]”;
“[…] mitragliatrici strillare[…]”.
Vi sono poi gli stessi accorgimenti tipografici: per rendere l’idea di come i colpi di cannone si ripetano ad intervalli fissi, egli utilizza una parola composta di cinque sillabe e la scandisce graficamente: “re-go-la-ri-tà”; oppure per dare la sensazione della confusione, alterna il formato stampatello a quello corsivo, o maiuscolo e minuscolo:
“Ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrrrare spazio con un accordo ZZZANG TUMB TUM ammutinamento […]”;
o ancora, più avanti
“[…] beatitudine ombrie CIP CIP CIP brezza verde mandre DON-DAN-DON-DIN-BEEEE”[6];
e poco prima, per descrivere il dilagare delle fiamme, la parola vampe’ viene ripetuta molte volte, ma in un susseguirsi che di colpo si slarga e si infittisce:
“E vampe vampe vampe vampe vampe vampe
(ribalta dei forti)
vampe vampe
vampe
vampe vampe vampe (ribalta dei forti) […]”.
Ciò che maggiormente attira l’attenzione nel componimento futurista è l’utilizzo di veri e propri “rumori” al posto delle parole, tecnica che diventerà propria di un altro genere ‘letterario’, il fumetto, qualche anno più tardi. Quando Marinetti utilizza termini come “ZZZANG TUMB TUM” per indicare gli spari, o “taratatatatata” per la mitragliatrice; e ancora “trak trak” e “pic-pac-pum-tumb” di schiaffi, morsi e pugni, il lettore ha esattamente nelle orecchie un rumore preciso, che tra l’altro è uguale per tutti: infatti taratatatata rievoca comunemente il rumore di una mitragliatrice, e non solo al lettore italiano, ma in qualunque parte del mondo; anche DON-DAN-DON-DIN è riconosciuto ovunque come il suono delle campane, e BEEEE è il verso di una pecorella in Italia come in Giappone.
La genialità della letteratura futurista dunque, risiede nella sua “universalità”: Marinetti non ha solo trovato il modo di tradurre in parole le sensazioni uditive, ma ha soprattutto trovato il modo di tradurle in maniera immediata e in una lingua universale, quella del rumore-suono.
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