Rio de Janeiro
27 Gennaio 2019DISCOVER LONDON
27 Gennaio 2019
di Herman Melville
testo della lezione del prof. Luigi Gaudio
Ecco una ulteriore dimostrazione (come se ce ne fosse bisogno dopo Moby Dick) della estrema modernità di Melville, che è uno scrittore del novecento vissuto nell’ottocento, nel senso che certi racconti, come questo, sembrano presagire molto della narrativa kafkiana, in modo particolare e del romanzo psicologico, esistenzialista alla Sartre o Camus, surreale (tutta la vicenda sembra quasi un incubo che tormenta il protagonista) e dell’assurdo. Poe e Melville sono la testimonianza della originalità della nascente letteratura statunitense. Ma a questo punto potremmo farci la domanda fondamentale: chi è lo scrivano?
INTERPRETAZIONE PSICOLOGICA
Bartleby è una parte di noi, una parte ingombrante, forse la coscienza con la quale il borghese-tipo, l’avvocato che ha lo studio in Wall street, non vorrebbe fare i conti, che lo inquieta.
INTERPRETAZIONE CRISTOLOGICA
infatti a un certo punto del brano si dice che è stata la provvidenza a far capitare Bartleby nello studio dell’avvocato.
INTERPRETAZIONE ESOTERICA
e se Bartleby fosse l’incarnazione di un modo buddista di affrontare la vita, lontano dall’attivismo frenetico occidentale? Bartleby infatti sembra incarnare la regressione, la passività più volte invocata nelle filosofie orientali come rimedio di fronte alle ansie causate dalla realtà quotidiana.
Il mestiere dello scrivano, cioè del copista legale, è stato sostituito ai giorni anzitutto dalle fotocopiatrici, e semmai dagli assistenti degli studi legali. Questo mestiere mi ha fatto venire in mente il lavoro arido di contabile in una banca, così come è rappresentato da Alfonso Nitti in Una vita di Italo Svevo, o nel Belluca di Il treno ha fischiato di Pirandello. Malgrado questo, però, mi sembra chiaro che il principale tema di riflessione in questo racconto di Melville non sia quello sociale, ma quello psicologico-spirituale sopra ricordato.
Non vi sembra che il fatto che il narratore non abbia un nome induce il lettore a immedesimarsi, a considerarsi coinvolto in prima persona? Lo dimostra anche il finale aperto dell’opera, che siamo chiamati a interpretare, a dispetto di tutte le ipotesi sopra citate, in modo estremamente soggettivo.