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9 Settembre 2015La morte imminente rende il nemico tanto odiato semplicemente un uomo per il quale pregare, invocando il perdono di Dio.
Vendetta, giustizia, perdono.
In un mondo, il mondo di Renzo, straziato dalla Peste, morte e distruzione circondano il suo viaggio alla ricerca di fra Cristoforo e della amata Lucia.
Morte e malattia sono ombre sull’immagine fragile e opaca del frate, che però non ostacolano il suo fervore e la sua completa devozione alla carità, ai deboli e gli ammalati.
Durante il momento che fra Cristoforo sacrifica alla cura degli ammalati per parlare con Renzo, il giovane, in preda all’ira, minaccia vendette contro don Rodrigo, pregustando il momento in cui se lo fosse ritrovato davanti.
La replica del frate è chiara e sonora, come se, nell’ombra della peste, avesse ritrovato la propria giovinezza: non è all’uomo che spetta il compito di giudicare, cercar vendetta, flagellare, poiché l’oneroso compito di premiare e punire spetta a Dio.
Fra Cristoforo invita Renzo a riflettere sulla difficile lotta tra vendetta e perdono: in fondo, il cappuccino si sta sottraendo per un momento alla sua dedizione totale per i malati per ascoltare propositi di vendetta scellerati, in un luogo di dolore.
Ragione di uccidere e cercar vendetta, non esiste: anche don Rodrigo, come tutte le creature predilette da Dio, è stato creato a Sua immagine e somiglianza; è proprio su queste parole che fra Cristoforo alza la posta in gioco: non chiede al giovane semplicemente di perdonare colui che l’aveva perseguitato, cosa che gli era risultata difficile molteplici volte, gli chiede di amarlo: è il paradosso della carità cristiana: amare il proprio nemico.
Il perdono cristiano, sincero e definitivo.
Il perdono, quello che lo stesso frate aveva chiesto e conquistato dai familiari dell’uomo che, molti anni prima aveva ucciso, quando non gli era stata concessa, come a Renzo, la possibilità di perdonare e di non compiere vendetta.
Don Rodrigo appare pallido, scosso da contrazioni violente e dal respiro affannoso: ecco che il colpevole di tutte le sofferenze subite da Renzo e Lucia, e tutti i loro cari, muore scontando la punizione che gli toccherà subire nuovamente una volta nell’Aldilà.
Benedire per essere benedetti, nel giorno del Giudizio Universale, riceviamo lo stesso sentimento che abbiamo provato per le persone che ci hanno offeso.
E, incredibilmente, il giovane, impulsivo Renzo, accetta l’Amore richiesto dal cappuccino, ancora più concreto di fronte all’agonia del terribile persecutore, e si unisce alla breve preghiera di salvezza di fra Cristoforo.