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28 Dicembre 2019Analisi e lettura del capitolo 104 del Libro Terzo del De bello civili di Cesare
Cesare, approfittando del suo controllo sui territori e delle risorse navali, continuò a inseguire Pompeo e i suoi seguaci, impedendo loro di rifornirsi e di ottenere supporto esterno.
Nel frattempo, le città iniziarono a riconoscere Cesare come il vincitore imminente e a negare l’accesso a coloro che lo avversavano.
La situazione si fa sempre più tesa mentre le forze di Cesare si avvicinano a Pompeo e ai suoi sostenitori, preparandosi ad attentare alla vita stessa di Pompeo.
Testo originale in latino
[104] His tum cognitis rebus amici regis, qui propter aetatem eius in procuratione erant regni, sive timore adducti, ut postea praedicabant, sollicitato exercitu regio ne Pompeius Alexandriam Aegyptumque occuparet, sive despecta eius fortuna, ut plerumque in calamitate ex amicis inimici exsistunt, his, qui erant ab eo missi, palam liberaliter responderunt eumque ad regem venire iusserunt; ipsi clam consilio inito Achillam, praefectum regium, singulari hominem audacia, et L. Septimium, tribunum militum, ad interficiendum Pompeium miserunt. Ab his liberaliter ipse appellatus et quadam notitia Septimii productus, quod bello praedonum apud eum ordinem duxerat, naviculam parvulam conscendit cum paucis suis: ibi ab Achilla et Septimio interficitur. Item L. Lentulus comprehenditur ab rege et in custodia necatur.
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Traduzione in italiano
Una volta venuti a conoscenza di queste cose, gli amici del re, che erano incaricati della gestione del regno a causa della giovane età del sovrano, o spinti dalla paura, come poi asserivano, temendo che l’esercito del re fosse stato sollecitato affinché Pompeo occupasse Alessandria e l’Egitto, o disprezzando la sua fortuna, poiché spesso gli amici diventano nemici in tempi di sventura, risposero apertamente in modo generoso a coloro che erano stati inviati da lui e ordinarono a Cesare di recarsi dal re; ma segretamente, tramite un accordo con Achilla, il prefetto del re noto per la sua straordinaria audacia, e Lucio Settimio, tribuno militare, inviarono uomini per uccidere Pompeo. Cesare, chiamato generosamente da loro e presentato a Settimio per una certa familiarità, poiché aveva avuto una posizione durante la guerra dei pirati, salì su una piccola imbarcazione con pochi dei suoi seguaci: lì Pompeo fu ucciso da Achilla e Settimio. Anche Lucio Lentulo fu catturato dal re e ucciso mentre era sotto custodia. |