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28 Dicembre 2019La strada della riforma di Goldoni
28 Dicembre 2019“La famiglia dell’antiquario”, scritta nel 1750 da Carlo Goldoni, è una delle sue commedie più note e rappresentative del suo progetto di riforma teatrale.
La commedia, suddivisa in tre atti, è ambientata a Venezia e offre un ritratto ironico e critico della società borghese e aristocratica del tempo, concentrandosi su temi come l’avidità, l’ostentazione e l’inutilità delle fissazioni.
Trama
La vicenda si svolge attorno alle vicissitudini della famiglia di Pantalone de’ Bisognosi, tipico personaggio della commedia dell’arte, che rappresenta il mercante veneziano, qui caratterizzato da un forte senso pratico ma anche da una condizione di soggezione nei confronti dei problemi della sua famiglia.
Il protagonista, Don Anselmo Terrazzani, è un antiquario e nobile veneziano, che però dedica tutto il suo tempo e i suoi soldi all’acquisto di antichità di dubbia qualità e autenticità. Don Anselmo vive in un mondo fatto di oggetti antichi, ignorando completamente i veri problemi della sua famiglia, e diventando, di fatto, un esempio di personaggio ossessionato e alienato dalla realtà. La sua fissazione per l’antiquariato e la sua incapacità di gestire con saggezza le proprie risorse economiche mettono a rischio la stabilità della casa.
La moglie di Anselmo, Isabella, e la nuora, Doralice, sono due figure che si contrappongono nel corso della commedia, creando un clima di continua tensione domestica. Isabella, la suocera, è una donna aristocratica e altezzosa, che cerca di affermare il proprio dominio sulla casa e di mantenere il proprio status sociale, nonostante le difficoltà economiche. Doralice, invece, è una borghese nuova ricca, figlia di un mercante, che ha sposato Giulio, il figlio di Anselmo, portando una ricca dote ma rifiutando di accettare la sottomissione alle rigide regole aristocratiche di Isabella.
Tra queste due figure femminili si inseriscono numerosi personaggi secondari che alimentano la trama: tra questi, Pantalone, il mercante veneziano, padre di Doralice, che rappresenta la saggezza e il senso pratico del mondo borghese, e vari servitori che, con la loro astuzia, cercano di trarre vantaggio dalle situazioni.
Temi principali
- Critica alla nobiltà e alla borghesia: Goldoni, con “La famiglia dell’antiquario”, mette in scena il conflitto tra nobiltà e borghesia, due classi sociali con valori diversi, che in questa commedia si scontrano attraverso i personaggi di Isabella e Doralice. Isabella rappresenta il mondo aristocratico decadente, attaccato alle apparenze e ai privilegi di casta, mentre Doralice incarna la borghesia emergente, desiderosa di affermarsi ma incapace di adattarsi alle rigide convenzioni aristocratiche.
- La fissazione per l’antiquariato e l’avidità: Don Anselmo, con la sua ossessione per gli oggetti antichi, diventa una figura ridicola e tragica allo stesso tempo. Goldoni mette in luce l’inutilità di queste fissazioni, che portano l’antiquario a trascurare i veri problemi della sua vita e a sprecare denaro su beni inutili. Il collezionismo diventa un simbolo di vuoto esistenziale e di superficialità.
- Conflitti familiari: Al centro della commedia c’è il conflitto tra le figure femminili, Isabella e Doralice, che rappresentano due mondi diversi: l’aristocrazia in decadenza e la borghesia in ascesa. Questo conflitto, oltre a essere uno scontro sociale, si gioca anche sulla rivalità tra suocera e nuora per il controllo della casa e l’affermazione dei propri valori.
- Il contrasto tra apparenza e realtà: Goldoni esplora anche il tema della differenza tra ciò che appare e ciò che realmente è. Don Anselmo, con il suo amore per gli oggetti antichi, rappresenta la ricerca dell’apparenza, mentre il mondo borghese, rappresentato da Doralice e Pantalone, cerca la praticità e la sostanza. L’idea di “antico” diventa simbolo di illusione e autoinganno.
- Il ruolo del denaro: La commedia esplora anche il ruolo del denaro nelle dinamiche familiari e sociali. Mentre la nobiltà cerca di mantenere il proprio prestigio, la borghesia utilizza la ricchezza come strumento per affermare il proprio status. Tuttavia, Goldoni critica l’eccessivo attaccamento al denaro e alle cose materiali, mostrandone l’inutilità quando queste diventano fine a sé stesse.
La riforma goldoniana nella commedia
“La famiglia dell’antiquario” riflette appieno l’idea di riforma teatrale di Goldoni. A differenza della tradizionale commedia dell’arte, basata sull’improvvisazione e sui personaggi fissi e stereotipati, Goldoni crea personaggi più complessi, caratterizzati da motivazioni psicologiche e che si sviluppano all’interno della trama. Non ci sono più le maschere tradizionali (come Arlecchino o Pantalone) nella loro forma più semplice, ma personaggi realistici, con vizi e virtù riconoscibili.
Goldoni inserisce la commedia di carattere, in cui il divertimento non nasce da battute improvvisate, ma dalla capacità di rappresentare difetti umani attraverso situazioni e personaggi credibili. Il drammaturgo si concentra sui rapporti sociali e sugli scontri di classe, rendendo le sue opere un importante documento della società del tempo.
Approfodimento su come si conclude “La famiglia dell’antiquario”
La conclusione de La famiglia dell’antiquario di Carlo Goldoni è caratterizzata da un ripristino dell’ordine e da una riconciliazione tra i personaggi.
Dopo una serie di equivoci, litigi e incomprensioni, i membri della famiglia Terrazzani riescono a trovare un punto d’incontro e a risolvere le loro divergenze.
Elementi chiave della conclusione:
- Smascheramento degli inganni: Viene svelata la verità sulla medaglia falsa che ha scatenato i conflitti all’interno della famiglia. Questa rivelazione porta alla caduta di coloro che avevano cercato di approfittarsene.
- Riconciliazione tra suocera e nuora: Dopo aver litigato per tutta la commedia, la contessa Isabella e Doralice riescono a superare le loro divergenze e a trovare un accordo.
- Ritorno alla normalità: La famiglia Terrazzani ritrova la serenità e l’armonia perduta, grazie alla saggezza di alcuni personaggi e alla risoluzione dei conflitti.
- Morale: La commedia si conclude con una morale implicita, che sottolinea l’importanza della comprensione reciproca, del dialogo e della risoluzione pacifica dei conflitti.
Significato della conclusione:
La conclusione de La famiglia dell’antiquario è tipica della commedia goldoniana. Goldoni, infatti, amava rappresentare la vita quotidiana e le sue piccole miserie, ma sempre con l’obiettivo di offrire al pubblico un lieto fine e una morale edificante. In questa commedia, il lieto fine rappresenta una sorta di ricompensa per i personaggi e per il pubblico, che hanno assistito alle loro vicende.
In sintesi, la conclusione de La famiglia dell’antiquario è un momento di catarsi e di risoluzione, che lascia nello spettatore un senso di soddisfazione e di speranza. La commedia ci insegna che anche le famiglie più disunite possono ritrovare l’armonia attraverso il dialogo e la comprensione reciproca.
Commento finale
“La famiglia dell’antiquario” è un esempio brillante di come Goldoni sia riuscito a modernizzare il teatro italiano, rendendolo più realistico e vicino ai temi sociali del suo tempo. Attraverso la satira dei vizi umani e delle debolezze della nobiltà e della borghesia, Goldoni mostra una Venezia in trasformazione, dove l’ossessione per il passato e le convenzioni sociali rischia di diventare una trappola, e invita il suo pubblico a guardare con occhio critico ai costumi della propria epoca.