Le inquietudini del giovane ‘Ntoni
28 Dicembre 2019Gli spazi, i tempi e lo stile nei Malavoglia di Verga
28 Dicembre 2019Il confronto tra Alessandro Manzoni e Giovanni Verga mette in luce due delle figure più importanti della letteratura italiana dell’Ottocento, rappresentanti di due movimenti letterari distinti: il Romanticismo (Manzoni) e il Verismo (Verga).
Sebbene entrambi abbiano raccontato storie di sofferenza e ingiustizia sociale, il loro approccio, la visione del mondo e lo stile sono profondamente differenti.
1. Contesto letterario e filosofico
- Manzoni: Alessandro Manzoni è una delle figure chiave del Romanticismo italiano, movimento che enfatizzava la dimensione spirituale, la religione, e la centralità del destino e della Provvidenza divina. Nei suoi lavori, Manzoni cerca di trasmettere un messaggio morale e religioso, vedendo nella storia umana l’intervento costante della Provvidenza che guida gli eventi verso un fine superiore.
- Verga: Giovanni Verga, invece, è il principale esponente del Verismo, un movimento letterario che mira a rappresentare la realtà in modo oggettivo, senza l’intervento della soggettività dell’autore. Il verismo è l’equivalente italiano del realismo francese, ed è influenzato dal positivismo e dal determinismo, che vedono l’uomo come vittima delle circostanze sociali ed economiche. Verga crede che la vita degli individui sia determinata dal loro ambiente, dalla classe sociale e dalle leggi naturali, senza alcun intervento divino o provvidenziale.
2. Visione del mondo
- Manzoni: Nei “Promessi Sposi”, Manzoni presenta una visione del mondo dominata dalla Provvidenza. La sua narrativa è intrisa di una fede profonda, in cui il male è superato dall’intervento divino, anche se i protagonisti soffrono lungo il cammino. L’idea centrale è che il dolore e la sofferenza umana abbiano un senso più grande, poiché fanno parte di un piano divino che porta alla redenzione.
- Verga: Verga, al contrario, offre una visione pessimistica e deterministica della vita umana. Nei suoi romanzi come “I Malavoglia” o “Mastro-don Gesualdo”, gli individui non possono sfuggire al loro destino, segnato dalla povertà, dall’ambiente sociale e dalle leggi della natura. Non c’è alcuna provvidenza o speranza divina che redima le sofferenze: gli uomini sono preda di forze più grandi di loro, e l’esistenza è spesso una lotta senza speranza contro un destino crudele e immutabile.
3. Tematiche
- Manzoni: Le tematiche principali di Manzoni sono la giustizia, la fede e la provvidenza. Nei Promessi Sposi, Manzoni narra la vicenda di Renzo e Lucia, due giovani innamorati che, a causa di ingiustizie e prepotenze, vengono separati, ma alla fine la giustizia trionfa grazie all’intervento della Provvidenza. I personaggi manzoniani, sebbene vessati dal potere terreno, trovano consolazione nella fede e nella speranza di un ordine superiore.
- Verga: Verga, invece, si concentra su temi come la lotta per la sopravvivenza, la povertà, la fatalità e l’impossibilità di cambiare il proprio destino. In “I Malavoglia”, ad esempio, racconta la tragedia di una famiglia siciliana che, nonostante gli sforzi, è destinata a soccombere sotto il peso della sfortuna e delle difficoltà economiche. Non c’è nessuna provvidenza o redenzione, solo la dura realtà sociale e naturale.
4. Stile e linguaggio
- Manzoni: Lo stile di Manzoni nei Promessi Sposi è improntato su un linguaggio elevato ma accessibile, che cerca di rappresentare una vasta gamma di situazioni sociali e umane. Manzoni introduce il “linguaggio parlato”, pur mantenendo una certa raffinatezza, e si propone di rendere la lingua italiana più unitaria e adatta alla narrazione. Uno degli obiettivi di Manzoni era, infatti, quello di purificare e unificare la lingua italiana, come dimostra il suo lavoro di revisione linguistica basato sul fiorentino parlato.
- Verga: Lo stile di Verga è molto più crudo e realistico. Nei suoi romanzi veristi, Verga utilizza la “tecnica dell’impersonalità”, evitando di intervenire direttamente nella narrazione con giudizi o commenti. Lascia che i fatti parlino da soli, evitando di influenzare il lettore con interpretazioni soggettive. Il linguaggio è semplice, diretto e spesso rispecchia il dialetto siciliano, per conferire maggiore autenticità alla rappresentazione della vita dei contadini e dei poveri. Verga utilizza la tecnica dello straniamento, cioè mostra la realtà dall’interno del mondo dei personaggi, senza idealizzazioni.
5. Personaggi
- Manzoni: I personaggi di Manzoni sono spesso figure esemplari o simboliche, rappresentazioni di un ideale morale o religioso. Renzo e Lucia sono gli esempi della virtù, dell’innocenza e della fede. Anche i personaggi negativi, come Don Rodrigo o l’Innominato, vengono redenti o puniti dalla Provvidenza. I personaggi di Manzoni sono quindi rappresentazioni morali, con una chiara distinzione tra il bene e il male, e il romanzo tende verso una conclusione in cui il bene trionfa.
- Verga: I personaggi di Verga, invece, sono antieroi. Non c’è redenzione o crescita morale; sono figure ordinarie, spesso condannate a una vita di sofferenza e sconfitta. Ntoni Malavoglia, ad esempio, cerca di migliorare la sua condizione, ma alla fine è costretto a tornare a casa, sconfitto dalle forze sociali e naturali. I personaggi verghiani sono intrappolati in un destino inesorabile e non hanno la possibilità di fuggire o migliorare la loro condizione.
6. Conclusione delle opere
- Manzoni: Nei Promessi Sposi, Manzoni offre una conclusione rassicurante, in cui la Provvidenza mette fine alle ingiustizie e premia la virtù. Renzo e Lucia si riuniscono e possono vivere felici, mentre i malvagi sono puniti. La storia ha una morale chiara: chi mantiene la fede e si affida alla Provvidenza, troverà giustizia.
- Verga: Le opere di Verga si concludono generalmente con un finale tragico o comunque pessimistico. Non c’è speranza di salvezza o redenzione. In “I Malavoglia”, la famiglia protagonista è distrutta dal susseguirsi delle avversità, e in “Mastro-don Gesualdo”, il protagonista muore solo, dopo una vita passata a lottare per migliorare la propria condizione sociale, senza riuscire a trovare la felicità. La vita è una lotta contro forze troppo grandi per essere controllate.
Conclusione
In sintesi, il confronto tra Manzoni e Verga evidenzia due visioni del mondo completamente diverse. Manzoni crede nella Provvidenza, in una giustizia divina che guida e protegge gli uomini, mentre Verga è un pessimista determinista, che vede l’uomo intrappolato in una rete di forze sociali e naturali che lo sopraffanno. Le loro opere riflettono queste concezioni opposte, e offrono due modi di interpretare la realtà e il destino umano: uno con la speranza della fede, l’altro con la cruda accettazione dell’inevitabile.