Riflessioni sulle buste trasparenti che hanno un’opacità media del 96% R…
28 Giugno 2013No Slot No Droga
2 Luglio 2013
“Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile.” (Margherita Hack,1922-2013).
Per avvalorare l’esistenza di questa grande scienziata, dobbiamo affermare invece che pochi di noi possono dirsi unici nell’immensità delle galassie e dell’universo, conosciuto e sconosciuto, nella sconfinata grandezza del cosmo.
Perché se è vero che le nostre esistenze si sviluppano e si esauriscono sullo stesso piano, è vero altresì che alcune menti brillano spiccando sulla massa del pensiero conformista. Queste intelligenze continuano nel tempo, salvifiche, a contribuire al grande progetto della conoscenza e del sapere, della scoperta scientifica e della ricerca. Pensieri insubordinati alle convenzioni e sciolti da catene ideologiche e sociali, proiettati, come quello della Hack, verso l’universo e verso mondi lontani e perciò aperti alle novità e al progresso, come la sperimentazione scientifica insegna.
La “signora delle stelle” ha costituito una voce unica nel panorama culturale del nostro paese, ancora troppo costretto fra limitazioni e gravose eredità della tradizione e del costume. Ha fornito, disinteressatamente, prestigio e eco internazionale alle attività di ricerca astrofisica del nostro paese.
Dobbiamo doverosamente ricordare questa nostra concittadina che tanto si è spesa per la scienza e per la comunità scientifica tutta, che oggi incassa una perdita di entità inestimabile. La sua attività di attivismo ambientalista e di azione democratica resta a testimonianza di una grande esistenza, volta alla semplicità e alla valorizzazione delle piccole cose ma anche dei grandi ideali; ultima la battaglia, portata alla luce dalla cronaca, per l’ottenimento del rinnovo della patente, rifiutato alla Hack per la sua veneranda età.
La scienziata per l’ultima volta questa notte è uscita “a rivedere le stelle”.
Perché se è vero che le nostre esistenze si sviluppano e si esauriscono sullo stesso piano, è vero altresì che alcune menti brillano spiccando sulla massa del pensiero conformista. Queste intelligenze continuano nel tempo, salvifiche, a contribuire al grande progetto della conoscenza e del sapere, della scoperta scientifica e della ricerca. Pensieri insubordinati alle convenzioni e sciolti da catene ideologiche e sociali, proiettati, come quello della Hack, verso l’universo e verso mondi lontani e perciò aperti alle novità e al progresso, come la sperimentazione scientifica insegna.
La “signora delle stelle” ha costituito una voce unica nel panorama culturale del nostro paese, ancora troppo costretto fra limitazioni e gravose eredità della tradizione e del costume. Ha fornito, disinteressatamente, prestigio e eco internazionale alle attività di ricerca astrofisica del nostro paese.
Dobbiamo doverosamente ricordare questa nostra concittadina che tanto si è spesa per la scienza e per la comunità scientifica tutta, che oggi incassa una perdita di entità inestimabile. La sua attività di attivismo ambientalista e di azione democratica resta a testimonianza di una grande esistenza, volta alla semplicità e alla valorizzazione delle piccole cose ma anche dei grandi ideali; ultima la battaglia, portata alla luce dalla cronaca, per l’ottenimento del rinnovo della patente, rifiutato alla Hack per la sua veneranda età.
La scienziata per l’ultima volta questa notte è uscita “a rivedere le stelle”.
“Tutte le sere, quando si apre il sipario della notte, nel cielo nero si accendono le stelle e inizia lo spettacolo che da millenni mette in scena storie in cui si muovono eroi dotati di superpoteri, mostri e ibridi da fantascienza, fanciulle più divine che terrestri: tutti impegnati in un repertorio d’amori e d’avventure ai confini della realtà.”