L’AMORINO DORMIENTE (1608) – misure 71 X 105
GALLERIA PALATINA (PALAZZO PITTI), FIRENZE – OLIO SU TELA
Il bimbo rappresentato nel quadro costituisce l’umanizzazione di una divinità: cupido, che viene ritratto senza alcuna veste.
Solo grazie a pochi aspetti riusciamo a capire che si tratta della rappresentazione di una divinità: lo si capisce dalla presenza delle ali; dall’arco e dal dardo, posto nella sua mano sinistra.
Come in questo quadro, Caravaggio era solito caratterizzare i suoi dipinti con il realismo della rappresentazione della cruda umanità. Difatti il soggetto ritratto raffigura il cadaverino di un bimbo morto per una malattia alle ossa; visibile grazie al ventre rigonfio e al colore verdastro della pelle. Si tratta di un esempio di realtà su strada, poiché Caravaggio si è servito di un modello reale. Questo corpo inoltre è scientificamente illuminato da una luce proveniente dall’alto a sinistra, che fa risaltare dallo sfondo scuro il corpicino illuminato, decontestualizzandolo. La sua dunque è una ricerca del tenebroso.