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28 Dicembre 2019“In morte del fratello Giovanni” è un sonetto di Ugo Foscolo scritto nel 1803 per commemorare il suicidio del fratello Giovanni, avvenuto nello stesso anno a Venezia.
Quest’opera, di tono elegiaco e intimo, rappresenta una delle espressioni più profonde del Foscolo sulla morte, il dolore e il tema dell’esilio.
Testo e parafrasi del sonetto
Testo Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo La madre or sol, suo dì tardo traendo, sento gli avversi Numi, e le secrete Questo di tanta speme oggi mi resta! |
Parafrasi:
Un giorno, se smetterò di vagare continuamente di luogo in luogo, mi vedrai seduto sulla tua tomba, fratello mio, a piangere la tua giovinezza prematuramente spezzata. Ora nostra madre, trascinando avanti i suoi giorni, parla di me con le tue ceneri mute. Ma io tendo inutilmente le mani verso di voi, e quando da lontano saluto la mia casa. Sento le divinità avverse e i tormenti segreti che hanno reso tempestosa la tua vita, e anch’io prego di trovare la stessa quiete che ora hai trovato tu nel tuo porto. Oggi, di tante speranze, non mi resta che questo! Stranieri, restituite allora le mie ossa al petto della madre addolorata. |
Analisi metrica
Il sonetto segue lo schema metrico tradizionale ABAB ABAB CDE CDE. Ogni verso è un endecasillabo (undici sillabe metriche), e le rime sono alternate nelle quartine e incatenate nelle terzine, secondo lo schema tipico della tradizione italiana. La struttura in endecasillabi e la disposizione della rima conferiscono al sonetto un andamento ritmico e meditativo.
Figure retoriche e stilistica
- Apostrofe: Il poeta si rivolge direttamente al fratello morto, creando un colloquio immaginario che esprime il dolore e la nostalgia: “o fratel mio”.
- Metafora: “il fior de’ tuoi gentili anni caduto” paragona la giovinezza spezzata del fratello a un fiore reciso, accentuando la delicatezza e la brevità della vita.
- Personificazione: I “Numi avversi” rappresentano il destino crudele e la sorte ostile che si è abbattuta sulla famiglia di Foscolo, rendendo la divinità un’entità nemica.
- Enjambement: Presenti in più punti del testo, come tra “di gente in gente; mi vedrai seduto” (vv. 1-2), questi conferiscono fluidità al sonetto e rispecchiano il flusso dei pensieri e delle emozioni del poeta.
- Antitesi: Tra la giovinezza e la morte nella metafora del “fior… caduto”, simbolo della vita spezzata prematuramente.
- Allitterazione: La ripetizione dei suoni “t” e “s” in “tendo… tetti… sento” accentua l’intensità emotiva del testo, aggiungendo musicalità e un tono malinconico.
- Perifrasi: “porto quiete” (v. 11) è una perifrasi per indicare la morte come un porto sicuro, simbolo di una pace inarrivabile.
- Chiasmo: “di tanta speme oggi mi resta” (v. 12), con l’inversione degli elementi “speme” e “resta”, enfatizza il senso di vuoto e delusione.
Commento
Questo sonetto è uno dei componimenti più toccanti di Foscolo e rappresenta una riflessione profonda sul dolore della perdita e la solitudine dell’esilio. Foscolo si rivolge idealmente al fratello defunto, immaginando di potersi fermare un giorno accanto alla sua tomba e piangere la sua giovinezza “caduta”, distrutta da un’esistenza tormentata. La figura della madre è centrale: immaginata sola, a colloquio muto con le ceneri del figlio, è il simbolo dell’amore familiare e dell’accoglienza perduta.
Il tema della morte non ha qui toni consolatori, ma si carica di un significato laico e doloroso. Per Foscolo, l’idea di ritornare alla madre e di potersi unire idealmente alla famiglia è un desiderio forte, ma anche un’esigenza impossibile. La frase “tendo le palme a voi deluse” rappresenta il gesto simbolico di un uomo che sente il vuoto della separazione, sia dalla patria sia dagli affetti. Le “straniere genti” in cui Foscolo vede la minaccia della separazione definitiva dalla madre e dalla terra natale sono la rappresentazione del destino dell’esule, il dramma del patriota che, pur amando la propria terra, è costretto a vivere lontano.
Il verso finale “Straniere genti, l’ossa mie rendete / allora al petto della madre mesta” mostra una tensione verso il ritorno alle origini, che anticipa il tema dei Sepolcri, in cui Foscolo esplora il significato della sepoltura e della continuità della memoria. La sepoltura in patria, accanto ai propri cari, è vista come l’unico modo per ritrovare una pace negata dalla vita. In questa richiesta finale si riflette anche l’influenza di un’epoca travagliata, in cui le guerre napoleoniche costringevano molti italiani all’esilio, rendendo la patria un sogno doloroso e lontano.
Conclusione
“In morte del fratello Giovanni” è un sonetto in cui il dolore personale del poeta si fonde con una riflessione più ampia sulla vita e sulla morte. La madre, il fratello e la patria lontana diventano simboli della fragilità umana e della necessità della memoria come unica forma di sopravvivenza. Foscolo esprime il desiderio di trovare, accanto al fratello, una “quiete” finale, lontana dalla sofferenza e dalle tempeste della vita, ma sa che questa quiete gli sarà concessa solo nel ricordo, in una condizione che rimarrà sempre sfuggente e nostalgica.