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A chi guarda dall’alto le nostre città, anche dal pc, usando Google maps, le strade appaiono inestricabili labirinti, gli edifici mostruosi, giganteschi alveari. Siamo abituati a vivere nelle città, ma perdiamo il contatto con la natura a volte senza neppure rendercene conto. E, escludendo i pochi fortunati che vivono in campagna, noi stiamo dentro gli alveari.
E’ triste ed estraniante sapersi in una di quelle cellette, isolati come monadi leibniziane, riscattati solo dall’affetto dei familiari o dal calore degli amici.
Non tutti hanno una famiglia, molti sono soli , a volte per caso, a volte per fatalità.
Un amico, allora, può rappresentare la risposta a bisogni affettivi, alla necessità di confrontarsi, all’impulso di condividere.
L’amicizia: uno dei sentimenti più nobili che esistano. Sempre che sia disinteressata, naturalmente, sempre che sia autentica.
Non va mai confusa con l’amore. Tanto l’amore è impetuoso e ardente, tanto è soggetto ad alti e bassi, a fuoco divampante e a tremula cenere residuale, tanto l’amicizia è calore costante, sempre uguale a se stesso, mai aspro, sempre dolce e tranquillo. L’amore può essere solidarietà, può essere complicità, non può essere amicizia.
Se l’amore in una coppia si trasforma in amicizia, se diventa il frutto dell’incontro di due volontà, se entra nella fase spirituale perdendo il senso di sfrenato desiderio di qualcosa che sfugge, si indebolisce fino a dissolversi e vorrà dire che non è più amore. Ma davvero l’amore di coppia quando finisce può trasformarsi in amicizia? C’è chi giura di si per averne fatto diretta esperienza, ma in realtà accade raramente. La transizione da un sentimento totalizzante come l’amore, che coinvolge soma e psiche, a qualcosa di squisitamente spirituale come l’amicizia richiede la capacità di adattarsi ad una situazione radicalmente e spesso anche dolorosamente mutata e la richiede ad entrambi i componenti della coppia disunita.
Neppure genitori e figli possono essere amici. Il genitore deve dare delle regole, con la parola e con l’esempio. Il figlio deve rispettarle per quanto gli è possibile, cerca di non deludere il genitore, ma sa che verrà amato comunque.
Chi è l’amico, allora? Un amico è qualcuno di cui ti fidi e a cui ti affidi, un amico è per sempre, sempre che si riesca a trovarlo, è cosa rara e preziosa, da tenere nella massima considerazione se c’è.
A vere un amico significa non essere più una monade. Significa potersi confrontare nella certezza di non essere giudicati. L’amico ci accetta così come siamo, persino quando non siamo graditi neppure a noi stessi, quando siamo in crisi, frustrati, desolati. L’amico è tante cose. E’ qualcuno con cui ridere e scherzare. E’ qualcuno da prendere in giro che sicuramente non si offende. E’ la persona a cui confidare un segreto che non riusciamo a tenerci dentro ma che non possiamo neppure pubblicare sul social network perché troppo delicato e personale.
Un amico è qualcosa di molto diverso da un partner .
Tutti i più grandi pensatori, fin dall’antichità, hanno cercato di definire e connotare l’amicizia.
Aristotele diceva che l’amicizia è un’anima sola che vive in due corpi.
Per un antico proverbio arabo “Un amico è colui al quale puoi rivelare i contenuti del tuo cuore, ogni grano e granello, sapendo che le mani piu’ gentili li passeranno al setaccio e che solo le cose di valore verranno conservate, tutto il resto verrà scartato con un soffio gentile” .
L’amico perdona le tue manchevolezze, non serba rancore, cancella subito le imperfezioni di un rapporto che non può essere perfetto proprio perché umano, ma che vale sempre la pena di salvaguardare.
Antoine de Saint-Exupery, nel suo famosissimo Piccolo Principe ci dice:
“Amico mio, accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace… Al di la’ delle mie parole maldestre tu riesci a vedere in me semplicemente l’uomo.”
Forse è proprio il senso di pace nel cuore quello che proviamo quando siamo in compagnia di un vero amico, forse è proprio questo che dà valore all’amicizia, che la rende preziosa. Qualcuno che ci vede come siamo veramente, senza infingimenti, qualcuno che ci mette a nudo e non ci rifiuta per questo, ci accetta così come siamo e lo stesso è per noi, in assoluta reciprocità. L’ansia si placa, non c’è paura di essere criticati, nessuno è in agguato, pronto a coglierci in fallo, possiamo abbandonarci.
Se un amico si trasferisce in un posto molto lontano lascia vuoto un pezzo di cielo come quando viene segato un pino gigante.
Ci manca tanto perché proprio quell’amico ci ha messo in contatto con la parte migliore di noi stessi, quella della bellezza, della giovinezza, della speranza, quella che a volte non ricordiamo neppure di avere posseduto e di possedere ancora.