Da Traiano ad Adriano
28 Dicembre 2019La prima parte del canto quarto dell’ Inferno di Dante vv. 1-46
28 Dicembre 2019I primi 33 versi dell’Eneide di Virgilio costituiscono l’incipit del poema epico, in cui vengono presentati i temi principali, i protagonisti e i conflitti che caratterizzeranno l’opera.
Virgilio utilizza questo proemio per introdurre il lettore al viaggio eroico di Enea, destinato a fondare la futura grandezza di Roma, e per delineare il contesto mitologico e divino in cui si svolge la narrazione.
Testo dei primi 33 versi dell’Eneide
Armi canto e l’uomo che primo dai lidi di Troia
venne in Italia fuggiasco per fato e alle spiagge
lavinie, e molto in terra e sul mare fu preda
di forze divine, per l’ira ostinata della crudele Giunone,
molto sofferse anche in guerra, finch’ebbe fondato
la sua città, portato nel Lazio i suoi dei, donde il sangue
Latino, e i padri Albani e le mura dell’alta Roma.
Musa, tu dimmi le cause, per quale offesa divina,
per quale dolore la regina dei numi a soffrir tante pene,
a incontrar tante angoscie condannò l’uomo pio.
Così grandi nell’animo dei celesti le ire!
Città antica fu, l’ebbero i coloni Tiri,
Cartagine, contro l’Italia, lontano, e le bocche
del Tevere, opulenta, tremenda d’ardore guerriero.
Questa Giunone, dicono, amò più di tutte le terre
trascurando anche Samo: qui le sue armi,
qui tenne il suo carro: farne il regno dei popoli,
lo consenta mai il fato, già sogna e agogna la dea.
Udiva però che dal sangue troiano doveva scendere stirpe,
che un giorno dei Tirii abbatterebbe le torri:
sovrana di qui, superba di guerra, una gente
verrebbe a rovina dell’Africa: così filavan le Parche.
Questo tremendo, e memore della vecchia sua guerra,
che lei, la Saturnia, a Troia pei cari Argivi condusse
– le cause dell’odio, duri dolori, non eran cadute
dall’animo, sta chiuso nel cuore profondo
il giudizio di Paride, l’onta della bellezza umiliata,
e l’origine odiosa, e il rapito Ganimede e il suo onore –
più e più d’ogni cosa accendendosi, per tutto il mare cacciava
i Teucri, avanzo di Danai e d’Achille crudele,
lontano dal Lazio: e quelli già da molt’anni
erravano, preda dei fati, intorno a tutte le sponde.
Tanto grave a fondare fu la gente di Roma.
(trad. Rosa Calzecchi-Onesti)
Parafrasi dei Versi
Armi canto e l’uomo che primo dai lidi di Troia venne in Italia fuggiasco per fato e alle spiagge lavinie, e molto in terra e sul mare fu preda di forze divine, per l’ira ostinata della crudele Giunone, molto sofferse anche in guerra, finch’ebbe fondato la sua città, portato nel Lazio i suoi dei, donde il sangue Latino, e i padri Albani e le mura dell’alta Roma.
- Virgilio canta le armi e l’uomo (Enea) che per primo, per destino, fuggì dalle coste di Troia e giunse in Italia, alle coste di Lavinio. Molto soffrì sulla terra e sul mare a causa delle forze divine, soprattutto per la persistente ira della crudele Giunone. Soffrì molto anche in guerra, finché non fondò la sua città e portò nel Lazio i suoi dei, da cui discendono il popolo latino, i padri albani e le mura dell’alta Roma.
Musa, tu dimmi le cause, per quale offesa divina, per quale dolore la regina dei numi a soffrir tante pene, a incontrar tante angoscie condannò l’uomo pio. Così grandi nell’animo dei celesti le ire!
- Musa, dimmi le cause, per quale offesa divina o per quale dolore la regina degli dei (Giunone) condannò l’uomo pio (Enea) a soffrire così tanto, a incontrare tante angosce. Così grandi sono le ire nell’animo degli dei!
Città antica fu, l’ebbero i coloni Tiri, Cartagine, contro l’Italia, lontano, e le bocche del Tevere, opulenta, tremenda d’ardore guerriero. Questa Giunone, dicono, amò più di tutte le terre trascurando anche Samo: qui le sue armi, qui tenne il suo carro: farne il regno dei popoli, lo consenta mai il fato, già sogna e agogna la dea.
- C’era una città antica, fondata dai coloni Tiri, Cartagine, che si trovava di fronte all’Italia, lontano dalle foci del Tevere, opulenta e terribile per il suo ardore guerriero. Si dice che Giunone amasse questa città più di tutte le altre, anche più di Samo: qui teneva le sue armi e il suo carro. La dea sognava e desiderava di farne il regno dei popoli, se mai il destino lo avesse consentito.
Udiva però che dal sangue troiano doveva scendere stirpe, che un giorno dei Tirii abbatterebbe le torri: sovrana di qui, superba di guerra, una gente verrebbe a rovina dell’Africa: così filavan le Parche.
- Tuttavia, Giunone sapeva che dal sangue troiano sarebbe nata una stirpe che un giorno avrebbe distrutto le torri dei Tiri: una razza dominatrice, fiera in guerra, sarebbe venuta a distruggere l’Africa. Così decretavano le Parche (le dee del destino).
Questo tremendo, e memore della vecchia sua guerra, che lei, la Saturnia, a Troia pei cari Argivi condusse – le cause dell’odio, duri dolori, non eran cadute dall’animo, sta chiuso nel cuore profondo il giudizio di Paride, l’onta della bellezza umiliata, e l’origine odiosa, e il rapito Ganimede e il suo onore – più e più d’ogni cosa accendendosi, per tutto il mare cacciava i Teucri, avanzo di Danai e d’Achille crudele, lontano dal Lazio: e quelli già da molt’anni erravano, preda dei fati, intorno a tutte le sponde. Tanto grave a fondare fu la gente di Roma.
- Giunone, spaventata e ricordando la vecchia guerra che aveva condotto a Troia per i cari Argivi – le cause del suo odio, i duri dolori, non erano mai svaniti dal suo animo; rimaneva nel suo cuore il giudizio di Paride, l’umiliazione della sua bellezza, l’odiosa origine e il rapimento di Ganimede e il suo onore – sempre più infuriata, cacciava i Teucri (Troiani), i sopravvissuti ai Danai (Greci) e al crudele Achille, lontano dal Lazio: e loro, già da molti anni, erravano, preda dei fati, intorno a tutte le coste. Così arduo fu fondare la stirpe romana.
Analisi e Commento
L’incipit dell’Eneide presenta in maniera solenne e epica l’eroe Enea e il suo destino, destinato a fondare la futura grandezza di Roma. Virgilio segue il modello omerico, ma lo adatta per celebrare la missione civilizzatrice di Roma.
Temi Principali
- Fato e Destino:
- Il poema sottolinea come il destino giochi un ruolo fondamentale nel viaggio di Enea. Il fato guida le sue azioni e il suo cammino, destinandolo a fondare una nuova città e portare i suoi dei nel Lazio.
- Ira degli Dei:
- L’ira di Giunone è un tema centrale: la dea si oppone ostinatamente a Enea a causa di antiche offese e del timore che i Troiani distruggano la sua amata Cartagine. Questo conflitto divino crea molte delle difficoltà che Enea deve affrontare.
- Pietà e Virtù di Enea:
- Enea è descritto come un uomo pio, devoto agli dei e al suo destino. La sua pietas (devozione) lo distingue come un eroe esemplare, capace di sopportare grandi sofferenze per il bene superiore.
Struttura e Stile
- Invocazione alla Musa:
- Virgilio segue la tradizione epica invocando la Musa per chiedere ispirazione e guidare la narrazione. Questo conferisce al poema un’aura di sacralità e solennità.
- Linguaggio Elevato:
- Il linguaggio utilizzato è solenne e ricco di metafore e immagini potenti, adatto a un poema epico che celebra la nascita di Roma.
- Prolessi:
- Virgilio anticipa molti eventi futuri, come la fondazione di Roma e le guerre che verranno, creando un senso di inevitabilità e destino.
Conclusione
L’incipit dell’Eneide è fondamentale per comprendere i temi e il tono del poema. Virgilio presenta Enea come un eroe destinato a grandi cose, ma costretto a superare immense difficoltà a causa dell’ira divina e del destino. Questo inizio solenne e maestoso prepara il lettore alla grande epopea che seguirà, in cui Enea diventerà il progenitore del popolo romano.
Audio Lezioni sull’ Eneide del prof. Gaudio