Il piacere di comunicare – di Rory Previti
19 Aprile 2014Droga che non fa prigionieri
25 Aprile 2014Non mancavano tanti ai cento, gli anni che hanno reso famoso G. Garcia Marquez, ma come racconta il suo libro il tempo è ciclico e si rinnova negli uomini plasmando gli avvenimenti e le storie come creazioni di idee e di pensieri, legami e sentimenti, trame di un tessuto sempre vivo e immortale. Realtà e fantasia non sono poi così distanti se la forza delle parole riesce ad evocare ricordi passati in un ritmo al quale la magia ha conferito il senso e il significato della universalità.
Ci sono tanti modi per ricordare Marquez ma come scrive M. Yourcenar nel libro “Memorie di Adriano” : ” la parola scritta mi ha insegnato ad ascoltare la voce umana, presso a poco come gli atteggiamenti maestosi e immoti delle statue mi hanno insegnato ad apprezzare i gesti degli uomini” . Su queste parole ricordiamo quelle Marquez ” Non c’è atto di libertà individuale più splendido che sedermi e inventare il mondo davanti a una macchina da scrivere” ; “La memoria del cuore elimina i ricordi brutti ed esalta quelli belli, e grazie a questo artificio riusciamo a sopportare il passato” ; ” Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma la vita li costringe ancora molte volte a partorirsi da sé” e ancora ” Non si muore quando si deve, ma quando si può” . Queste frasi sono la testimonianza che il tempo, gli uomini, i sentimenti, la libertà non sono concetti astratti se le storie personali e familiari diventano tessere di un mosaico variegato, una tela di Penelope che viene continuamente distrutta e di nuovo ritessuta. La morte non è un fatto terreno ma un sentimento di calma e di abbandono, una occasione per ritrovarsi e rinnovarsi nel tempo che scorre cancellando il dolore per unire il presente al passato, la memoria delle cose e degli uomini che le hanno amate.
Laura Alberico