M. CUCCHI- La casa, gli estranei, i parenti prossimi (da Il disperso): analisi
28 Agosto 2016Recensione del libro “Narciso e Boccadoro” di Hermann Hesse – di…
31 Agosto 2016Solenni funerali per tante morti annunciate. C’è lo Stato che “celebra” la morte in un pomeriggio d’estate in cui il sole si è nascosto forse per pudore, lontano dagli uomini, dalla terra e dalle macerie, lontano dalla morte che ha spezzato un tempo ingrato, difficile da comprendere, da ricordare e da testimoniare. L’informazione solleva domande e interrogativi in un tam tam quotidiano in cui la dietrologia affonda le radici nell’impotenza e nella precarietà. La “schiena” fragile dell’Italia diventa il sinonimo di arrendevolezza e ineluttabilità, il fantasma che si nutre di troppe parole, di buonismo e sentimentalismo, ingredienti che lievitano sulle immagini del disastro, la guerra senza nome che ha arruolato soldati inermi, ancora una volta senza riferimento e protezione in una notte senza stelle. Prevenzione e informazione hanno materializzato l’enfasi delle parole che promettono il cambiamento e nuovi orizzonti di legalità e giustizia. La vita e’anche speranza e credere in un progetto di ricostruzione aiuta chi resta. Lo Stato ora è presente, si celebrano il dolore e i morti sotto una pioggia sottile e incessante che ha trasformato l’aria afosa in vento freddo e penetrante. E la Natura ancora una volta riesce a sorprenderci, ad aprirci gli occhi, cancellando per un attimo banalità e falsità, le ingiustizie e il malgoverno, il Dio che muore ogni giorno e che testimonia sempre il miracolo della resurrezione, nelle radici della terra e nel cuore degli uomini.
Laura Alberico