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28 Dicembre 2019Il capitolo 40 del Milione di Marco Polo, intitolato “Del Veglio de la Montagna e come fece il paradiso, e li assessini”, racconta una storia straordinaria e misteriosa legata al signore di una regione chiamata Milice.
Il protagonista, noto come “Veglio de la Montagna” (il Vecchio della Montagna), chiamato in lingua locale Aloodin (spesso identificato con il leggendario Hasan-i Sabbah, fondatore della setta degli Assassini), costruisce un magnifico giardino che simula il paradiso promesso dal profeta Maometto, secondo la tradizione islamica.
Sintesi e introduzione
Secondo quanto riportato da Marco Polo, il Veglio crea un giardino meraviglioso tra due montagne, descritto come il più bello e grande del mondo. Il giardino è ornato con ogni tipo di frutto, palazzi decorati con oro, animali dipinti e uccelli, e vi scorrono ruscelli di acqua, miele e vino. In questo luogo ci sono anche giovani ragazzi e ragazze di straordinaria bellezza, che sanno cantare, suonare e danzare. Il giardino è progettato per assomigliare alla descrizione del paradiso islamico, dove i beati troverebbero fiumi di latte, vino e miele, e la compagnia di numerose belle donne, come promesso nel Corano.
Analisi
Il Veglio utilizza questo giardino come uno strumento per controllare i suoi seguaci, selezionando giovani ragazzi che sembrano destinati a diventare abili guerrieri. Dopo averli drogati con oppio e fatti addormentare, li trasporta nel giardino, facendoli risvegliare in quello che essi credono essere il paradiso promesso. Questa illusione del paradiso viene utilizzata per legare i giovani al Veglio, che li manipola affinché diventino spietati assassini, pronti a uccidere in nome del loro leader, nella convinzione che moriranno per ritornare in quello stesso paradiso.
L’immagine del giardino è potentemente simbolica, rappresentando un paradiso artificiale e ingannevole, costruito per manipolare la mente dei giovani e sfruttare il loro desiderio di un aldilà paradisiaco. Inoltre, il castello che protegge l’ingresso al giardino è descritto come estremamente fortificato, sottolineando il potere e il controllo che il Veglio esercita.
Considerazioni finali
Il racconto di Marco Polo, benché intriso di meraviglia e mitologia, sembra rappresentare una distorsione del concetto di paradiso e della fede. Il Veglio utilizza il desiderio umano di beatitudine eterna per i propri scopi egoistici, trasformando la speranza in una potente arma di manipolazione. La storia descrive anche l’incredibile influenza che un leader carismatico può esercitare attraverso l’illusione, un tema che risuona anche in altri contesti storici e politici.
Testo e Parafrasi “Del Veglio de la Montagna e come fece il paradiso, e li assessini”, Capitolo 40 del Milione di Marco Polo (1298)
Testo:
Milice è una contrada ove ’l Veglio de la Montagna solea dimorare anticamente. Or vi conterò l’afare, secondo che messer Marco intese da più uomini. Lo Veglio è chiamato in loro lingua Aloodin. Egli avea fatto fare tra due montagne in una valle lo piú bello giardino e ’l piú grande del mondo. Quivi avea tutti frutti (e) li piú begli palagi del mondo, tutti dipinti ad oro, a besti’ e a uccelli; quivi era condotti: per tale venía acqua a per tale mèle e per tale vino; quivi era donzelli e donzelle, li piú begli del mondo, che meglio sapeano cantare e sonare e ballare. E facea lo Veglio credere a costoro che quello era lo paradiso. E perciò ’l fece, perché Malcometto disse che chi andasse in paradiso, avrebbe di belle femine tante quanto volesse, e quivi troverebbe fiumi di latte, di vino e di mèle. E perciò ’l fece simile a quello ch’avea detto Malcometto; e li saracini di quella contrada credeano veramente che quello fosse lo paradiso. E in questo giardino non intrava se none colui cu’ e’ volea fare assesin[o]. A la ’ntrata del giardino ave’ uno castello sí forte, che non temea niuno uomo del mondo. Lo Veglio tenea in sua corte tutti giovani di 12 anni, li quali li paressero da diventare prodi uomini. Quando lo Veglio ne facea mettere nel giardino a 4, a 10, a 20, egli gli facea dare oppio a bere, e quelli dormía bene 3 dí; e faceali portare nel giardino e là entro gli facea isvegliare. |
Parafrasi:
Milice è una terra in cui anticamente viveva il Vecchio della Montagna. Marco Polo ci racconta di questa figura secondo quanto ha appreso da diverse persone. In quella regione, il Vecchio, chiamato Aloodin nella loro lingua, aveva fatto costruire un immenso giardino tra due montagne, il più bello e grande del mondo. Qui crescevano frutti meravigliosi, vi erano magnifici palazzi decorati con oro e immagini di animali, e ruscelli di acqua, miele e vino scorrevano ovunque. Inoltre, vi si trovavano ragazzi e ragazze di incredibile bellezza, abilissimi nel canto, nella musica e nella danza. Il Vecchio faceva credere ai suoi seguaci che questo giardino fosse il paradiso, poiché Maometto aveva promesso che chi vi sarebbe giunto avrebbe trovato numerose donne, fiumi di latte, vino e miele. Così, il giardino era stato progettato per somigliare a quel paradiso promesso, e molti abitanti della regione ci credevano davvero. Solo coloro che il Vecchio voleva trasformare in assassini potevano entrare nel giardino. A guardia dell’ingresso c’era un castello così ben fortificato che nessuno poteva minacciarlo. Il Vecchio raccoglieva nella sua corte giovani ragazzi di circa dodici anni, che sembravano destinati a diventare guerrieri valorosi. Li faceva entrare nel giardino dopo averli drogati con oppio, in modo che dormissero per tre giorni. Una volta risvegliati all’interno del giardino, erano convinti di trovarsi nel paradiso. |
Audio Lezioni di Letteratura delle origini, duecento e trecento del prof. Gaudio
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