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28 Aprile 2016
L’ultima richiesta che mi ha fatto è di poter recitare il TE DEUM di ringraziamento. Infatti mi ha detto: “Sono grato e stupito perché mai mi sarei immaginato che a 42 anni avrei vissuto così intensamente la vita: ora non mi perdo neanche un istante; adesso capisco quando da giovani ci dicevamo che il Mistero si comunica nell’istante” .
E io ho aggiunto: “Ma riesci sempre a dire Sí al Mistero che si comunica nell’istante?”
E mi ha risposto: “Il Sí è la posizione più rivoluzionaria che l’uomo possa assumere” .
E allora abbiamo detto insieme questa preghiera: “GESÙ, AIUTAMI A DIRE QUEL Sí CHE TU VUOI CHE IO DICA” .
E Giuseppe questo Sí l’ha detto come Gesù sulla croce: “Passi da me questo calice, ma non la mia, ma la Tua volontà sia fatta” .
Forse questo grande sacrificio che Giuseppe ha offerto è per tutti noi; lui l’aveva detto: “Offro queste mie sofferenze; a qualcuno serviranno” . Giuseppe, nella sua imitazione di Cristo, è morto per noi, come Gesù. Ma come Gesù ora è risorto e questa morte è per la nostra risurrezione.
Che abbiamo a vivere con davanti agli occhi il Sí di Giuseppe e la sua domanda drammatica, ma certa di aiuto. Che abbiamo a vivere non vanificando il suo sacrificio rinchiudendolo dentro la banalità delle nostre analisi umane: “poveretto… che sfortunato… ecc.” .
Abbiamo bisogno di punti cardinali per vivere da uomini, e Giuseppe li ripeteva spesso e li consigliava: LA CONFESSIONE E LA COMUNIONE.
Ma Giuseppe mi ha detto anche la cosa che lo ha fatto più felice negli ultimi tempi: quando Don Emanuele ha chiesto a tutti di pregare per lui. Sia questo allora il regalo più bello che oggi e sempre gli vogliamo assicurare.
Pregando per te caro Giuseppe, noi pregheremo te perché dal Paradiso ci aiuti ancora di più a dire con tutta la nostra libertà ciò che è stato per te l’atto più rivoluzionario: il tuo Sí a Cristo.
E da ora in avanti pregheremo con te: AIUTACI GESÙ A DIRE QUEL Sí CHE TU VUOI CHE IO DICA.
II tuo amico Don Savino.
Articolo pubblicato nel 2000 su In cammino
INSEGUITO DA VAGHI SOGNI
Inseguito da vaghi sogni,
per uscire…
Strappo l’attimo che si
Lo stagno riflette il mio volto,
che scruta, sorride…
Cavalco la libertà, che si libra…
Nell’aria fuggevole, azzurrina.
Ascolto il suono del sonno…
Che respira, lieve, dentro il mio animo.
Leggero il mio spirito… a mio dispetto!
(Giuseppe Passalacqua)