Descrive la giornata del “giovin signore” della nobiltà milanese
L’autore, suo precettore, vuole insegnargli come riempire piacevolmente i vari momenti della giornata, vincendo la noia che lo affligge
Osserva la sua realtà al microscopio, in un tempo limitato (fra il risveglio e il tramonto) e in uno spazio chiuso (la stanza, la sala da pranzo, la carrozza)
Il tono è ironico, cioè finge di approvare e condividere quello che in realtà vuole criticare aspramente:
Parti de Il Giorno:
Caratteritiche de Il Giorno:
usa termini iperbolici per celebrare il vuoto dell’aristocrazia
paragona i nobili a semidei quando compiono i gesti più banali, come sbadigliare o bere una tazzina di caffè
all’ozio frivolo dei nobili contrappone l’operosità dei contadini e degli artigiani, che si dedicano ad attività utili alla loro famiglia e a tutta la comunità
i plebei sono travolti dalle ruote della carrozza lanciata a folle corsa
il servo è licenziato per aver dato un calcio alla cagnetta che l’aveva morso e dovrà chiedere l’elemosina
i mendicanti affamati si accalcano intorno al palazzo patrizio per annusare almeno l’odore dei cibi
la nobiltà si preoccupa solo della sua vita futile ed oziosa, ed ignora i drammi del mondo vero, attivo ed operoso ma maltrattato ingiustamente
IL VESPRO E LA NOTTE
VESPRO (517 VERSI PERVENUTI)
Il precettore accompagna un giovin signore e la sua dama in visita ad un amico malato e ad un’amica che ha appena avuto un attacco di nervi, suscitando tra i nobili infiniti pettegolezzi.
Polemica antinobiliare più tenue;
Condanna di una classe oziosa e improduttiva;
Scomparsa della volontà pedagogica;
Descrizione delle attività degli aristocratici;
Il senso dell’inarrestabile declinare dell’età;