La città di Adua (Adwa)
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28 Dicembre 2019Questo sonetto di Marino descrive un paesaggio estivo rovente, contrastato da un angolo di natura ombrosa e fresca, dove il poeta invita l’amata Lilla a trovare riparo.
Attraverso immagini ricche e vivide, celebra la bellezza e l’armonia tra elementi naturali, offrendo un rifugio ideale dalla calura estiva.
Il poeta invita la sua ninfa, o la sua amata Lilia, all’ombra.
Qui sotto il testo originale di Marino e la parafrasi
Testo originale del Sonetto di Marino
Or che l’aria e la terra arde e fiammeggia, qui dove alta in sul lido elce verdeggia, qui, qui, Lilla, ricovra, ove l’arena Godrai qui meco in un l’acque e la sponda; |
Parafrasi del Sonetto
Ora che l’aria e la terra ardono e fiammeggiano, qui, dove un’alta elce (un tipo di albero) verdeggia sulla riva, qui, qui, Lilla, trova riparo, dove l’arena Qui, insieme a me, godrai dell’acqua e della riva; |
Analisi e Commento
Il sonetto di Giovan Battista Marino è un esempio perfetto di poesia barocca, caratterizzata da un uso elaborato del linguaggio e delle immagini. In questo testo, Marino dipinge un paesaggio estivo, esaltando il contrasto tra il caldo soffocante e il riparo offerto da una natura rigogliosa e ombrosa.
Prima quartina:
Il sonetto si apre con una descrizione della natura dominata dal calore estivo. L’aria e la terra “ardono e fiammeggiano”, e non si sente alcun vento o brezza che possa portare sollievo. Il poeta osserva il mare, che “lampeggia” sotto i raggi del sole, comparandolo al cielo per la sua luminosità. L’uso di termini come “saettato” e “lampeggia” crea un’immagine vivida di un ambiente rovente e splendente.
Seconda quartina:
L’attenzione si sposta su un albero, un’elce, che cresce alta sulla riva e offre ombra con i suoi rami “in spaziosi giri”. Il poeta descrive come gli smeraldi del fogliame si riflettono nel mare, che viene descritto come “liquidi zaffiri”. Questa quartina è ricca di immagini preziose e colori intensi, tipici del gusto barocco per il meraviglioso e il decorativo.
Prima terzina:
Il poeta invita Lilla, probabilmente la sua amata, a trovare riparo in questo luogo ombroso e fresco, dove la sabbia rimane piacevole in ogni stagione. La scena che Marino dipinge è accogliente e idilliaca, una fuga dal caldo soffocante dell’estate.
Seconda terzina:
Nella terzina finale, il poeta promette che Lilla, in sua compagnia, potrà godere delle bellezze naturali: l’acqua, la riva e la fauna che abita quel luogo. Marino chiude il sonetto con un’immagine di armonia naturale, dove il pesce gioca con l’uccello sulla riva, e l’ombra si muove con l’onda, simbolo dell’interazione serena tra terra e mare.
Commento
Questo sonetto riflette pienamente l’estetica barocca, caratterizzata da un grande uso di metafore, immagini brillanti e un linguaggio ricco di suoni e colori. Marino esalta la bellezza della natura e l’armonia tra gli elementi, utilizzando una gamma di immagini sensoriali per coinvolgere il lettore. L’invito all’amata Lilla a godere di questo paradiso naturale suggerisce un desiderio di fusione tra amore e natura, un tema ricorrente nella poesia del tempo.
Il paesaggio descritto non è solo uno sfondo, ma diventa parte integrante dell’esperienza emotiva e sensoriale che il poeta vuole condividere con l’amata. L’ombra e l’onda, il pesce e l’uccello, sono elementi che simboleggiano un equilibrio perfetto, in cui il poeta trova rifugio e bellezza, lontano dalle fatiche e dai tormenti della vita quotidiana.
Marino, con il suo stile ornato e raffinato, riesce a trasportare il lettore in un mondo ideale, dove la natura, l’amore e la bellezza sono perfettamente intrecciati.