Il romanzo di Georges Simenon, ovvero, L’uomo che guardava passare i treni, è un testo giallo in cui si narra del protagonista, un signore olandese di Groninga, Kees Popinga e della sua vita molto al di fuori del normale. Il protagonista è sposato con una signora olandese che è solita chiamare, maman, da cui sono nati i suoi due figli, Carl e Frida. Kees Popinga lavorava nella ditta del suo principale Julius de Coster, ovvero, la ditta Julius de Coster en Zoon, la più grande fabbrica di forniture navali, non solo della loro città Groninga, ma di tutta la regione olandese della Frisia. Poi però, la ditta fallì e Julius de Coster si ritrovò con Kees Popinga al Petit Saint Georges, un locale malfamato di Groninga a bere per dimenticare, dimenticare la ditta che era fallita poco tempo prima. Da qui, Julius de Coster decise di porre la parola fine alla sua vita, infatti, disse a Kees Popinga che doveva andare a gettare i suoi vestiti sulla riva del letto del fiume per far capire alla gente che il signor Julius de Coster non c’era più e dopo questo fatto tutta la città di Groninga inizia ad insospettarsi di Kees Popinga, reo di aver fatto scomparire, quindi, in qualche modo di aver ucciso Julius de Coster, tanto che Kees Popinga dovette scappare a Parigi, in Francia per non farsi trovare dal commissario Lucas che aveva già iniziato le indagini su di lui, intanto, la moglie e i figli di Kees Popinga rimanevano a casa coscienti della situazione del signore olandese. Kees Popinga girò tutta la Francia e tutta Parigi per non farsi riconoscere conoscendo anche qualche donna, dopo di che però il commissario Lucas lo trovò e lo portò in un manicomio. Lì Kees Popinga si mise a scrivere finalmente la verità su questo caso, ovvero: Non c’è nessuna verità a riguardo.
A. L’argomento principale del romanzo è cercare di capire chi è stato a far scomparire, o magari ad uccidere, Julius de Coster. Kees Popinga, causa tante ricerche su di lui, decide di cambiare decisamente vita, andare a Parigi, lasciando la famiglia in Olanda per fuggire da queste continue accuse.
B. A mio avviso i temi del romanzo sono molto adatti ai ragazzi della mia età per farci capire i veri problemi della vita quotidiana.
C. Non esiste un episodio che mi ha colpito principalmente perché si tratta di un testo che deve essere seguito allo stesso modo dall’inizio alla fine.
A. Julius de Coster quando parla con Kees Popinga del fallimento della ditta mostra un atteggiamento quasi indifferente come se non fosse successo niente, invece, Kees Popinga ha un carattere molto strano rimesso in risalto in tutte le situazioni.
B. Kees Popinga cambia dal momento in cui decide di andare a Parigi per non farsi riconoscere, io direi di un cambiamento quasi radicale.
C. Si, perché all’inizio Kees Popinga sembra essere molto preoccupato per la perdita del lavoro al contrario di Julius de Coster, che parlando con Popinga lo decide a essere tranquillo come lui stava già facendo.
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A. L’azione si svolge nella città di Groninga, per poi spostarsi con la fuga di Kees Popinga in Francia a Parigi, quindi, in luoghi diversi, principalmente in luoghi chiusi con pochi spazi aperti se non le città e i paesaggi naturali.
B. Lo spazio è presentato quasi realmente, ma può avere anche un significato simbolico.
A. Non ci sono tanti riferimenti precisi che consentono di collocare la vicenda in una data precisa.
B. Si può provare a riconoscere quanto tempo passa dall’inizio alla fine della vicenda, cioè, circa una settimana.
C. La narrazione procede quasi sempre in ordine cronologico, ma con la presenza di alcuni flashback e anche qualche anticipazione del futuro.
A. Il narratore non è sempre lo stesso, tanto da essere qualche volta esterno e qualche volta interno anche con la narrazione da parte di Kees Popinga.
A. Il linguaggio è abbastanza semplice, tranne qualche discorso, e non termine, di difficile comprensione.
B. Il testo per essere ben compreso deve essere seguito molto attentamente nei minimi dettagli e comunque si rivolge ad un pubblico vasto di lettori medi.
C. Le frasi sono abbastanza lunghe e complesse, tanto da rallentare il ritmo della narrazione che è naturalmente lento.
D. No, principalmente la struttura dei periodi rimane quasi sempre invariata, perché comunque in ogni sequenza c’è la classica narrazione con molti dialoghi sparsi quà e là .
E. Il romanzo è costruito su molti dialoghi; una scelta da parte dell’autore per rendere più facile la comprensione del racconto.
Luca Palladino