Ci troviamo agli inizi del ‘900.
Il protagonista è un uomo olandese sulla quarantina di nome Kees Popinga.
Egli è sposato, ha due figli e la sua vita non gli ha mai riservato grosse sorprese; in parole povere ha sempre condotto un’esistenza normale, per non dire monotona.
Da molti anni lavora in una ditta di trasporti navali, così una sera decide di andare al porto per vedere se è tutto pronto per la partenza che si sarebbe svolta il mattino seguente.
Durante la sua passeggiata notturna, scorge il suo capo, Julius de Coster in un famoso bar.
Popinga decide di entrarvi, e si accomoda al tavolo dove de Coster gli ha fatto cenno di sedersi.
Il principale lo invita a bere e nel frattempo gli spiega che la ditta è andata in bancarotta, che sua moglie ha un amante e che era lui a mantenere la bella Pà mela entraineuse.
Per mascherare tutto ciò, ha programmato di simulare il suo omicidio e di darsi alla fuga.
A quelle notizie, Popinga decide di andare a trovare Pà mela, che però lo rifiuta ridendo e Kees la uccide involontariamente.
Dopo quell’episodio,Popinga scappa dal suo paese: la sua meta, che raggiungerà in treno, è Parigi.
Qualche giorno prima della vigilia di natale, Kees si ritrova in una nuova città munito esclusivamente di un taccuino e qualche soldo; in compenso la sua foto è su tutti i giornali ed è ricercato dalla polizia internazionale.
Popinga conosce un’altra bella entraineuse,Rose, che capisce la sua vera identità e chiede al fidanzato di aiutarla a nascondere l’uomo.
Il fidanzato acconsente e lo fa ospitare da alcuni amici che conducono un’attività illegale.
Kees si era innamorato di Rose, così decide di scappare e tornare da lei.
Arrivato da lei, tra i due scoppia una lite.
Popinga ruba la pistola di Rose, e gliela sbatte in testa, ferendola.
Dopodiché, decide di favorire la polizia nelle indagini, lasciando tracce e indizi che possano condurre a lui.
Ora però non ha più un posto dove stare, ma questo non è un problema, visto che gli è rimasto qualche soldo.
Il giorno seguente, si reca in un bar e incontra un signore americano, con il quale fa amicizia.
Purtroppo Kees non sa di essere vittima di un raggiro, e così viene derubato.
Il proprietario del bar, saputo il disguido, regala venti dollari a Popinga. Viste le sue condizioni economiche, Kees decide di comprarsi abiti da clochard.
Purtroppo i vestiti costano troppo, così va alla ricerca di un ostello che trova dopo aver camminato a lungo.
Dopo essersi rifocillato, esce e si dirige verso le rotaie, dove vuole stendersi per suicidarsi.
Viene però scoperto dalla polizia che lo arresta e lo rinchiude in un manicomio dove la moglie lo va a trovare regolarmente.
a. Il tema del romanzo, a mio parere, tratta la psicologia del personaggio.
Secondo noi, il racconto, può essere verosimile perché, anche al giorno d’oggi, capitano episodi di questo genere.
L’argomento fa riflettere sulla complessità della psicologia umana in episodi che possono cambiare la vita di una persona.
b. Secondo noi alla nostra età si è abbastanza maturi per comprendere una tale questione.
c. Ciò che ci è rimasto più impresso è l’episodio in cui per sbaglio il protagonista uccide Pà mela perché secondo noi ha avuto una reazione troppo impulsiva nei riguardi della ragazza.
a. Kees Popinga viene presentato come un uomo onesto, equilibrato e attento ai problemi familiari; Julius de Coster invece è un uomo che sa mantenere la calma anche nelle situazioni più problematiche e imbarazzanti.
b. Il comportamento di Kees Popinga cambia radicalmente dopo le confessioni del suo principale al Petit Saint Georges, in particolar modo dopo l’omicidio di Pà mela.
c. I personaggi del brano hanno caratteri inizialmente opposti. Prima Popinga non si sarebbe mai immaginato di dover scappare dalla sua città e dalla sua famiglia, mentre per quanto riguarda de Coster, questo è il suo primo pensiero. In seguito i due caratteri diventano analoghi perché anche Popinga segue l’esempio di de Coster.
a. Le azioni di Kees Popinga si svolgono prevalentemente in luoghi aperti, ovvero nelle vie di Parigi, ma anche in luoghi chiusi come alberghi e bar.
b. La sua casa rappresenta la sedentarietà del personaggio, mentre le strade e gli alberghi di Parigi rappresentano la parte nomade del personaggio e il suo vagabondare.
a. Secondo il nostro parere il racconto si svolge agli inizi del novecento per alcuni particolari come l’arredamento della casa, il modo di comunicare e altri dettagli.
b. A nostro avviso dall’inizio alla fine del racconto passa poco più di una settimana, lo capiamo dalla frequenza igienica del protagonista e dallo scarso budget che si ritrovava.
c. La narrazione si tratta interamente di un flashback, perché tutto nasce da un ricordo del personaggio.
a. Il narratore è esterno alla vicenda narrata, infatti racconta tutto in terza persona, e non rappresenta uno dei personaggi della storia.
Lo scrittore rimane lo stesso per tutta la vicenda narrata, dando un pizzico di mistero all’inizio e suspense nella vicende finali.
c. L’autore è esterno ed è onnisciente perché conosce in modo preciso tutti gli avvenimenti del racconto e la psicologia dei personaggi, infatti la storia non è raccontata in modo superficiale ma ricca di particolari.
a. L’autore usa un linguaggio complesso, infatti usa termini che non si utilizzano spesso nella lingua giovanile ma ciò non ostacola la comprensione del libro.
b. Secondo noi il racconto può essere compreso da un vasto pubblico di lettori medi anche se per essere inteso fino in fondo il lettore deve riuscire a capire pienamente la psicologia del personaggio, quindi avere adeguate conoscenze psicologiche può essergli d’aiuto.
c. In generale la struttura dei periodi é paratattica ovvero un susseguirsi di frasi brevi ed incalzanti, assumendo un ritmo piuttosto veloce.
d. La struttura dei periodi e il linguaggio usato cambiano a seconda dei capitoli, in quelli dove il narratore racconta il vagabondare del protagonista è più narrativo descrittivo, in altri, dove il personaggio principale è in compagnia di qualche altro individuo, si ha più una sezione narrativa dialogata.
e. La struttura del racconto è prevalentemente dialogata, soprattutto nella prima parte dove Popinga cerca di trovare persone che lo aiutino a nascondersi e sfuggire alla polizia.
Secondo noi l’autore fa questa scelta perché le sequenze descrittive rallenterebbero troppo lo svolgersi del racconto, mentre quelle dialogate lo mantengono ad un ritmo medio documentando il lettore in tempo reale”.
Eseguito da : Chiara Invernizzi e Alessandra Gigliarano 1°D