Già attorno ai 150.000 anni fa, in Europa si vengono lentamente a definire i caratteri di un tipo umano assai particolare: l’uomo di Neandertal.
I neandertaliani possedevano una massa cerebrale di dimensione analoga a quella dell’uomo moderno. Non erano particolarmente alti di statura, ma presentavano una corporatura assai robusta e muscolosa. Il loro cranio era schiacciato e allungato; avevano una fronte bassa e sfuggente, caratterizzata da un’arcata sopraccigliare piuttosto marcata ( simili all’Homo Erectus).
Erano nomadi e si spostavano seguendo gli animali da cacciare.
Gli abitati erano costituiti da accampamenti all’aperto e in grotta. Gli uomini di Neandertal praticavano la caccia. Accanto all’attività venatoria era inoltre praticata la raccolta di vegetali selvatici anche se scarseggiavano a causa del clima rigido.
All’uomo di Neandertal sono associate le più antiche sepolture intenzionali della storia umana. Questa preoccupazione di tipo spirituale si associa alle più antiche tracce di comportamenti simbolici, come incisioni su ossa.
I manufatti in pietra dell’uomo di Neandertal erano scheggiati con metodi particolari. Tra i metodi di scheggiatura prevalgono quelli levallois” (cioè viene staccata una sola grande scheggia laminare). Gli strumenti sono costituiti da punte, ritoccate o no, raschiatoi, grattatoi e bulini (arnesi appuntiti).
Tra i 40 ei 30.000 anni fa, contemporaneamente alla diffusione in Europa dell’uomo moderno, l’Homo Sapiens, alcune comunità di Neandertaliani, poste in zone periferiche, daranno vita a nuovi aspetti culturali . I metodi di scheggiatura diventeranno esclusivi e compariranno elementi decorativi fatti con denti, ossa e conchiglie. Questi manufatti rappresenteranno l’ultima espressione culturale dei Neandertaliani, che si estingueranno del tutto attorno ai 35-30.000 anni fa.