Bradamante e il Mago Atlante
28 Dicembre 2019I dubbi di Ettore, Iliade, XXII, vv. 93-130
28 Dicembre 2019Questo canto non solo arricchisce la narrazione del viaggio infernale di Dante, ma invita anche il lettore a riflettere su temi di giustizia, redenzione e la natura della fede.
Ruppemi l’alto sonno ne la testa
un greve truono, sì ch’io mi riscossi
come persona ch’è per forza desta; 3
e l’occhio riposato intorno mossi,
dritto levato, e fiso riguardai
per conoscer lo loco dov’io fossi. 6
Vero è che ’n su la proda mi trovai
de la valle d’abisso dolorosa
che ’ntrono accoglie d’infiniti guai. 9
Oscura e profonda era e nebulosa
tanto che, per ficcar lo viso a fondo,
io non vi discernea alcuna cosa. 12
“Or discendiam qua giù nel cieco mondo”,
cominciò il poeta tutto smorto.
“Io sarò primo, e tu sarai secondo”. 15
E io, che del color mi fui accorto,
dissi: “Come verrò, se tu paventi
che suoli al mio dubbiare esser conforto?”. 18
Ed elli a me: “L’angoscia de le genti
che son qua giù, nel viso mi dipigne
quella pietà che tu per tema senti. 21
Andiam, ché la via lunga ne sospigne”.
Così si mise e così mi fé intrare
nel primo cerchio che l’abisso cigne. 24
Quivi, secondo che per ascoltare,
non avea pianto mai che di sospiri
che l’aura etterna facevan tremare; 27
ciò avvenia di duol sanza martìri,
ch’avean le turbe, ch’eran molte e grandi,
d’infanti e di femmine e di viri. 30
Lo buon maestro a me: “Tu non dimandi
che spiriti son questi che tu vedi?
Or vo’ che sappi, innanzi che più andi, 33
ch’ei non peccaro; e s’elli hanno mercedi,
non basta, perché non ebber battesmo,
ch’è porta de la fede che tu credi; 36
e s’e’ furon dinanzi al cristianesmo,
non adorar debitamente a Dio:
e di questi cotai son io medesmo. 39
Per tai difetti, non per altro rio,
semo perduti, e sol di tanto offesi
che sanza speme vivemo in disio”. 42
Gran duol mi prese al cor quando lo ’ntesi,
però che gente di molto valore
conobbi che ’n quel limbo eran sospesi. 45
“Dimmi, maestro mio, dimmi, segnore”, …
Parafrasi
Il mio profondo sonno fu interrotto da un forte tuono che mi svegliò di soprassalto, come una persona che viene svegliata con forza. Aprii gli occhi e, alzandomi in piedi, guardai intorno per capire dove mi trovassi. Mi resi conto di essere sulla soglia della valle dell’abisso doloroso che raccoglie infiniti tormenti. Era così oscura, profonda e nebbiosa che, nonostante cercassi di guardare più a fondo, non riuscivo a distinguere nulla.
Il poeta, pallido in volto, disse: “Scendiamo giù in questo mondo cieco. Io andrò per primo e tu seguirai”. Io, notando il suo pallore, chiesi: “Come posso venire, se tu hai paura, tu che di solito mi incoraggi nei momenti di dubbio?” Lui mi rispose: “Il dolore delle anime qui giù dipinge sul mio volto quella pietà che tu scambi per paura. Andiamo, perché la strada lunga ci spinge avanti”. Così si mise in cammino e mi fece entrare nel primo cerchio che circonda l’abisso.
Lì, da quanto potevo sentire, non c’era mai pianto, solo sospiri che facevano tremare l’aria eterna; ciò era causato dal dolore senza tormenti fisici delle moltitudini di anime: bambini, donne e uomini. Il mio buon maestro mi disse: “Non chiedi chi sono questi spiriti che vedi? Sappi che non peccarono, ma non hanno abbastanza meriti perché non furono battezzati, che è la porta della fede in cui credi. E se vissero prima del cristianesimo, non adorarono adeguatamente Dio: e io stesso sono uno di loro. Per tali mancanze, e non per altro peccato, siamo perduti e solo così offesi che viviamo senza speranza in desiderio”. Grande dolore mi prese al cuore quando lo ascoltai, perché riconobbi che persone di grande valore erano sospese in quel limbo. “Dimmi, maestro mio, dimmi, signore…”
Analisi
- Inizio della scena:
- Dante viene bruscamente svegliato da un tuono che rappresenta un brusco passaggio dalla tranquillità del sonno alla consapevolezza dell’inferno che sta per esplorare.
- L’immagine dell’abisso doloroso è immediata e potente, stabilendo il tono cupo e opprimente della scena.
- Introduzione di Virgilio:
- Virgilio appare pallido, il che è insolito per lui, il che preoccupa Dante. La pallidezza di Virgilio riflette la sua compassione per le anime sofferenti, non paura.
- Descrizione del Limbo:
- Il Limbo è descritto come un luogo di sospiri e dolori senza tormenti fisici, dove le anime sono consapevoli della loro mancanza di salvezza.
- Questo cerchio contiene molte anime, tra cui bambini, donne e uomini, indicando una grande popolazione di persone non battezzate o vissute prima del cristianesimo.
- Spiegazione di Virgilio:
- Virgilio spiega a Dante chi sono queste anime e perché sono lì: non hanno peccato, ma non hanno avuto accesso al battesimo, quindi non possono essere salvate.
- Questo include anche Virgilio stesso, aggiungendo un livello personale alla spiegazione e mostrando l’universalità di questo destino.
- Reazione di Dante:
- Dante è profondamente commosso e addolorato nel sapere che molte persone di grande valore sono intrappolate nel Limbo senza speranza di salvezza.
Commento
Il quarto canto dell’Inferno di Dante Alighieri rappresenta un momento chiave nel viaggio di Dante attraverso l’inferno. La descrizione del Limbo e delle sue anime sottolinea il tema dell’ingiustizia e della compassione. Dante, attraverso la guida di Virgilio, esplora il destino di coloro che, pur non avendo peccato, sono esclusi dalla salvezza eterna. Questo riflette le tensioni teologiche del Medioevo riguardo alla salvezza e al battesimo.
La presenza di Virgilio nel Limbo è particolarmente significativa, poiché rappresenta l’eccellenza della cultura e della saggezza precristiana, ma anche i suoi limiti in termini di fede cristiana. Il dolore di Dante per queste anime nobili e valorose intrappolate nel Limbo evidenzia la sua sensibilità e umanità.