L’eta’ della ragione il XVIII secolo. Introduzione al settecento
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28 Dicembre 2019“Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso” è un’autobiografia scritta dal celebre drammaturgo, poeta e scrittore italiano Vittorio Alfieri (1749-1803).
Completata tra il 1790 e il 1803, quest’opera non solo racconta la sua vita, ma fornisce anche un resoconto delle sue esperienze, idee e aspirazioni, in uno stile che riflette il carattere appassionato e ardente del suo autore.
Struttura dell’Opera
L’autobiografia è divisa in diverse parti che coprono periodi distinti della vita di Alfieri:
- Infanzia e Giovinezza (1749-1766)
- Alfieri nacque il 16 gennaio 1749 ad Asti, in Piemonte, da una famiglia aristocratica. Rimasto orfano di padre in tenera età, fu cresciuto dalla madre e da precettori, ma descrisse la sua infanzia come infelice, caratterizzata da un’educazione rigida e convenzionale. Frequentò l’Accademia Reale di Torino, ma la sua formazione fu caotica e insoddisfacente, il che contribuì alla sua ribellione contro l’autorità e l’educazione tradizionale.
- Viaggi e Formazione Intellettuale (1766-1775)
- In cerca di libertà e nuove esperienze, Alfieri intraprese una serie di viaggi attraverso l’Europa, visitando paesi come Francia, Inghilterra, Olanda, Svizzera e Spagna. Durante questi viaggi, si avvicinò agli ideali di libertà e alla cultura illuminista, sviluppando un forte senso di indipendenza e una crescente avversione per la tirannia.
- Inizio della Carriera Letteraria (1775-1783)
- Alfieri tornò in Italia nel 1775, determinato a diventare un poeta tragico. Si dedicò allo studio della letteratura classica e della lingua italiana, e iniziò a scrivere le sue prime tragedie, come “Cleopatra” e “Antigone”. In questo periodo, abbandonò la sua vita di aristocratico per dedicarsi completamente alla scrittura, una scelta che rifletteva la sua volontà di vivere coerentemente con i propri ideali.
- Successo e Maturità (1783-1803)
- Alfieri raggiunse il culmine della sua carriera con opere come “Saul”, “Mirra” e “La congiura de’ Pazzi”, che lo consacrarono come il maggiore tragico italiano del suo tempo. In questo periodo, visse a Firenze con la sua compagna, la contessa Luisa Stolberg, duchessa di Albany. Alfieri si dedicò anche alla traduzione di opere classiche e scrisse saggi politici e letterari, nei quali esprimeva il suo fervente patriottismo e la sua avversione per la tirannia.
- Riflessioni Finali
- Nell’ultima parte dell’autobiografia, Alfieri riflette sulla sua vita e sulla sua opera, rivelando un profondo senso di soddisfazione per aver seguito i propri ideali di libertà e indipendenza. Sebbene sia spesso critico nei confronti delle proprie scelte e del proprio carattere, si mostra anche fiero della sua dedizione alla causa della libertà e della cultura italiana.
Stile e Tematiche
La “Vita” di Alfieri è scritta in uno stile vivace e appassionato, caratterizzato da un linguaggio energico e diretto. L’opera non è solo un resoconto biografico, ma anche una dichiarazione di principi: Alfieri enfatizza costantemente l’importanza della libertà individuale, dell’indipendenza intellettuale e del rigore morale.
Le tematiche principali includono:
- Il Conflitto tra Libertà e Tirannia: Alfieri, nella sua vita e nelle sue opere, è ossessionato dal tema della libertà. La sua autobiografia riflette questa lotta, non solo sul piano politico ma anche personale.
- La Passione per la Letteratura e la Lingua Italiana: Alfieri descrive il suo percorso per padroneggiare la lingua italiana e la sua scelta consapevole di abbandonare le lingue straniere per esprimere al meglio i suoi ideali attraverso la tragedia.
- Il Patriottismo: Alfieri è un fervente sostenitore dell’indipendenza dell’Italia dai poteri stranieri e della sua unificazione, un tema che attraversa gran parte della sua produzione letteraria e autobiografica.
Importanza dell’Opera
La “Vita” di Vittorio Alfieri è considerata una delle autobiografie più importanti della letteratura italiana. Non solo offre un’immersione profonda nella personalità e nella mente di uno dei più grandi drammaturghi italiani, ma rappresenta anche un documento storico e culturale che riflette gli ideali del tardo Illuminismo e del preromanticismo in Italia. L’opera ha influenzato generazioni di scrittori e intellettuali, affermandosi come un classico della letteratura autobiografica.