
VOLTI NUOVI E ABITI VECCHI
27 Gennaio 2019
ALBA
27 Gennaio 2019
Articolo apparso nel giugno 1998 sul giornale a diffusione locale “L’incontro” di Cesano Boscone
Insegno da quindici anni nelle scuole statali e volevo dare un contributo al dibattito sulle scuole private aperto nel numero 4 (luglio/agosto). In quell’occasione il Sig. Perotti affermava che nelle scuole private i programmi ministeriali vengono disattesi. Dovrebbe invece conoscere meglio la realtà spesso sconcertante delle scuole statali. Una mia ex/collega, per esempio, invece di iniziare il programma di storia con le origini dell’umanità, passava subito alla storia greca, ignorando grandissime civiltà, come quella dell’Antico Egitto. Un’altra tralasciava completamente lo studio de I Promessi sposi che era prescritto dal programma. Al contrario, per quella che è la mia esperienza, nelle due scuole in cui ho iscritto mio figlio, l’asilo delle Suore di Maria Bambina di Cesano e la scuola primaria “Nova Terra” di Buccinasco, si respira un clima di grande ordine e apertura culturale, nel rispetto dei programmi ministeriali. E allora perché continuare a considerare “private” scuole che, spesso non a fini di lucro (non-profit), svolgono, invece, un servizio “pubblico”? Perché negare una detrazione fiscale alle famiglie che pagano la scuola due volte: per i propri figli e per quelli degli altri, non sempre nullatenenti? E poi, siamo sempre sicuri che i nostri soldi siano sempre ben spesi nelle scuole statali? Penso, infatti, che un po’ di sana concorrenza non potrebbe far altro che bene a me e ai miei colleghi delle scuole statali, come è già avvenuto per le televisioni e per gli ospedali lombardi. Perché allora continuare con steccati ideologici vecchi di cinquant’anni ? Perché non aprirci a soluzioni più moderne e pluraliste, come già accade nel resto d’Europa?
Luigi Gaudio
Ancora sulle scuole non statali
Ringrazio il Sig. Perotti, perché con il suo intervento, come sempre infarcito di preconcetti e frasi fatte, mi dà la possibilità di ritornare sulla questione delle scuole non statali. Devo dire che veramente la preparazione, lobiettività, lo spirito di sacrificio caratterizza la maggioranza degli insegnanti della scuola statale, categoria cui io indegnamente, ma orgogliosamente, appartengo. Pertanto non ci preoccupa la concorrenza delle scuole non statali, che senz’altro, con tutte le falsità e integralismi di cui parla Perotti nell’articolo, non saranno scelte dalle famiglie. Lasciamo quindi che una buona volta siano gli studenti e i genitori a premiare le scuole e gli insegnanti veramente validi, non i burocrati, i provveditori, i ministri e i politici. Diamo alla scuola una svolta nel senso della professionalità, abbattendo il regime monopolistico. La RAI e la TELECOM non sono state danneggiate dalla concorrenza, anzi hanno migliorato la qualità dei loro servizi. Incoraggiamo la legge sul buono scuola, a favore della quale hanno firmato un appello trecento cittadini e insegnanti di Cesano. E smettiamola con le barricate ideologiche, poiché quelle sì che sono un vero danno per la scuola e un insulto per i docenti
Luigi Gaudio