Il narratore nel romanzo “La casa in collina” di Cesare Pavese
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24 Gennaio 2016Temi principali
La storia di una solitudine individuale di fronte all’impegno civile
La contraddizione da risolvere tra vita in campagna e vita in città nel caos della guerra
Il superamento dell’egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione
Insomma, in questo libro l’autore vuole presentare in modo realistico e completo ciò che comporta la guerra. Questo è l’argomento fondamentale di tutto il racconto, attorno al quale si svolge la vicenda di Corrado, personaggio principale del romanzo che è un professore di quarant’anni che si rifugia in collina tutte le sere per sfuggire ai bombardamenti sulla città di Torino.
Corrado considera la collina, ovvero la natura, come un luogo che dà fiducia e speranza, probabilmente per questo motivo dopo l’arresto dei suoi amici delle Fontane decide di ritornare nelle Langhe. Il protagonista pensa di trovare pace interiore e tranquillità nei luoghi dell’infanzia, ma purtroppo si trova davanti ad una situazione molto diversa dalle sue aspettative.
Tutti i personaggi vengono messi a contatto con la dura e crudele realtà della guerra sia con la perdita dei propri cari, sia con la vista del sangue e di corpi senza vita di sconosciuti, descritti nel libro con freddo e distaccato realismo. Anche se non vogliono, devono fare i conti con la guerra.
Corrado alla fine del libro si rende conto che non avrebbe più rivisto le colline delle corse e dei giochi, del rapporto intenso con la natura, ma quelle dove si organizzava la Resistenza, dove si moriva per un ideale che lui per tanto tempo aveva represso e dove l’orrore della morte incombeva su tutti, superando le divisioni politiche
Messaggio conclusivo, che ci sentiamo di condividere fino in fondo: solamente quando tutte le persone si renderanno conto dell’inutilità, dell’ingiustizia della guerra, essa potrà finalmente finire e tutti piangeranno gli uomini caduti in guerra, senza distinzione alcuna.