Il 17
luglio 2013 i sindacati della scuola [FLC CGIL – CISL SCUOLA – UIL SCUOLA –
SNALS CONFSAL – GILDA UNAMS] hanno scritto al ministro Carrozza e ai vertici
del MIUR in quanto “credono che Il
Governo e il Parlamento debbano avviare un grande confronto con le scuole, le
Organizzazioni sindacali, le Associazioni professionali e tutti i soggetti
interessati affinché si giunga quanto prima al riordino
complessivo degli Organi Collegiali scolastici che risalgono ormai al 1974 e
che sono inadeguati alle esigenze della scuola dell’Autonomia” .
Una tesi
che non possiede alcun fondamento
scientifico, un’idea estranea al sistema
di regole in cui la scuola è immersa,
una sollecitazione senza prospettiva,
una proposta elaborata senza aver ricercato e individuato le cause del
fallimento dei decreti delegati.
Una
richiesta che sembra formulata per cavalcare l’onda, per carpire il consenso,
per ottenere un posto al tavolo delle decisioni.
L’art. 1
del DPR 275/99 definisce la natura e gli scopi dell’autonomia scolastica “sostanziandola nella
progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e
istruzione” .
Sorprendente il fatto che le
organizzazioni sindacali, unitariamente, abbiano espresso un giudizio
definitivo prescindendo dalla verifica della congruità tra la natura e gli
scopi dell’autonomia scolastica e la riformulazione dei decreti delegati [T.U
297/1994].
Altrettanto singolare il mancato
accertamento della funzionalità della struttura decisionale delle scuole
introdotta dalla legge del 74 rispetto all’ideazione, alla realizzazione e al
controllo delle attività educative, formative, dell’istruzione.
La sequenza formazione-educazione-istruzione è
l’architrave dei decreti delegati
Si tratta di un’applicazione del
postulato: l’individuo trova la propria
identità all’interno della società di cui è parte.
Questa l’origine della struttura organizzativa che attribuisce al
Ø consiglio di istituto il mandato di gestire
il rapporto scuola-società [formazione] “elaborando e adottando gli
indirizzi generali” esprimendoli in termini di competenze generali. L’organismo ha inoltre il compito di deliberare
i “criteri
generali della programmazione educativa” ;
Ø collegio dei docenti la “cura della
programmazione dell’azione educativa” che consiste nella definizione dei
traguardi sotto forma di capacità [art. 2 legge 53/2003] e nel governo del
servizio attraverso la “valutazione periodica dell’andamento complessivo dell’azione
didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli
obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il
miglioramento dell’attività scolastica” ;
Ø consiglio di classe la responsabilità
dell’istruzione garantendo la convergenza di tutti gli insegnamenti verso i
traguardi indicati dal collegio.
Perfetta la
continuità decreti delegati .. autonomia delle istituzioni scolastiche
Sarebbe
stato sufficiente che le organizzazioni sindacali navigassero in rete per prendere
visione di
Ø
“Coraggio! Organizziamo le scuole” ;
Ø
“Valutare la democraticità d’una scuola” ;
Ø “Autonomia .. a sinistra! …
Regolamenti di riordino .. a destra!” ;
per inquadrare
correttamente la questione, per garantire l’incisività del servizio, per ridar
la dignità perduta al lavoro del docente.