Capitolo ventitreesimo dei Promessi Sposi e breve accenno al capitolo ventiquattre…
28 Dicembre 2019Testo della novella Maestro Simone dal Decamerone di Boccaccio
28 Dicembre 2019Penelope è la degna moglie di Ulisse, astuta nell’inventare un inganno per ritardare il momento della scelta di un nuovo marito
Odissea, Libro Secondo, vv. 82-128
Cosí tutto cruccioso parlò, gittò al suolo lo scettro, 80
e si disciolse in pianto: pervase pietà tutti i cuori.
E tutti quanti gli altri rimasero muti; né alcuno
aspre parole osò contrapporre a Telemaco: solo
Antínoo n’ebbe ardire, gli volse cosí la parola:
«Impetuoso Telemaco magniloquente, che oltraggi 85
hai contro noi scagliati! Vorresti pur biasimo apporci!
I pretendenti Achei, verso te sono immuni da colpa.
È di tua madre la colpa, che grande maestra è d’astuzie.
Questo è il terz’anno, né manca gran tempo, ed il quarto si compie,
che degli Achei pretendenti i cuori delude tua madre. 90
Lascia che sperino tutti, promesse a ciascuno comparte,
manda messaggi, ed altre speranze vagheggia il suo cuore.
E la sua mente poi rivolse ad un nuovo tranello.
Una gran tela ordí nella reggia, ed a tesserla imprese,
sottile e lunga lunga: poi queste parole ci disse: 95
«Giovani miei pretendenti, poiché spento è Ulisse divino,
abbiate pazienza, per quanto bramosi di nozze,
ch’io questo manto compia, né vada perduto il già fatto.
Sudario per Laerte dev’essere, il dí che l’eroe
della dogliosa morte soccomba a la sorte ferale: 100
ché delle donne Achee non debba taluna incolparmi,
che senza manto giaccia chi tanti conquiderne seppe».
Tanto diceva; e restò convinto il nostro animo altero.
Ella cosí, di giorno a tessere imprese la tela,
e poi di notte, a lume di fiaccola, tutto sfaceva. 105
Restò tre anni occulto l’inganno, e gabbati gli Achivi;
ma, come il quarto giunse, tornando la bella stagione,
una delle sue donne c’informò, che tutto sapeva;
e la cogliemmo, mentre sfaceva la fulgida tela.
Cosí, pur contro voglia, le fu necessario compirla. 110
E questo i pretendenti rispondono a te, perché bene
tu sappia i fatti, e teco li sappiano tutti gli Achivi.
Alla sua casa or tu rimanda tua madre, ed imponi
che sposi uno di noi, chi suo padre le imponga, o le piaccia.
Ma se pretenderà tormentare piú a lungo gli Achivi, 115
se troppo fiderà nelle doti che Atena le diede,
e maestria di lavori bellissimi, e mente sottile,
e accorgimenti, quali niun altra sappiamo che avesse,
né pur fra quante antiche già furono ricciole Achive,
Tiro, ed Alcmena, e Micene dal bel diadema, ché niuna 120
tante scaltrezze, quante Penelope sa, mai non seppe:
se ciò pretenderà, davvero che male s’appone.
Le tue sostanze qui resteremo a mangiare e i tuoi beni,
sin che tua madre in questo disegno si ostini, che in petto,
ora le ispirano i Numi. Gran fama a sé stessa procaccia; 125
ma tu rammaricarti dovrai d’assai beni perduti.
Ai nostri campi mai non faremo ritorno né altrove,
pria ch’ella sposo elegga chi piú tra gli Achivi le piaccia».