Sono timido cover
28 Dicembre 2019Le fonti dei Sepolcri, gli elementi caratterizzanti e la parafrasi dei primi 90 ve…
28 Dicembre 2019La canzone “Ohé! Sun chì” di Enzo Jannacci è un brano profondamente radicato nella tradizione milanese, sia per l’uso del dialetto che per i temi trattati.
Attraverso un linguaggio semplice ma evocativo, Jannacci racconta l’esperienza di un immigrato meridionale a Milano, una città che, pur nella sua complessità e nei suoi contrasti, diventa il teatro della sua vita.
Struttura e Stile
La canzone è costruita come un racconto in prima persona, in cui il narratore ripercorre il suo arrivo e la sua vita a Milano. Il dialetto milanese usato da Jannacci non solo rende il brano autentico e fedele alla realtà che vuole rappresentare, ma anche crea un legame emotivo con la città e con la sua gente.
Analisi del Testo
L’Arrivo a Milano
“Ohé! Sun chì / Vegni gio con la piena / Vegni gio chi a milan”: L’espressione “Sun chì” (sono qui) è un’affermazione di presenza, di identità. Il narratore è giunto a Milano “con la piena”, ovvero insieme a molti altri, probabilmente durante l’ondata migratoria degli anni ’50-’60, quando molti meridionali si trasferirono al Nord in cerca di lavoro.
“Mi gh’avevi du an forse tri / Un’an apena”: Il protagonista ricorda di essere arrivato a Milano da bambino, quando aveva solo due o tre anni, un ricordo legato all’infanzia e quindi carico di emozioni.
L’Esperienza dell’Immigrazione
“Quan sunt arrivà chi / mi el terun / tegnì su com’un fagot dal papà / contrapes ‘na valis de cartun”: La figura del “terun”, termine dispregiativo con cui venivano chiamati i meridionali immigrati a Milano, evidenzia la condizione di chi arriva in una città nuova e ostile, portando con sé solo una “valigia di cartone”. È un’immagine potente che evoca la precarietà e la vulnerabilità degli immigrati.
“Po’ hu vist i ca. Tanti ca a ses pian”: Il protagonista si trova a Milano, in mezzo ai suoi “ca”, cioè le case popolari, che caratterizzano i quartieri operai della città. È un ambiente di densità, di collettività, dove le persone vivono vicine ma non necessariamente in contatto profondo.
La Vita a Milano e il Fascino della Città
“Sui respingent dent per dent hu vurùsalta su cuon lur / e dai respingent come in giostra mi hu vist vular via la gent”: I “respingent” (respingenti) sono i paraurti dei tram, sui quali i ragazzi si aggrappavano per fare brevi corse gratuite, quasi come in un gioco. È un’immagine che cattura la spensieratezza e la vivacità della giovinezza in una città dinamica come Milano.
“L’era un grand sciopà / l’era un grann scapà de cà, de niul, de felicità”: Questa parte del testo descrive il caos, lo “sciopà” (confusione, trambusto) della città, ma anche il senso di evasione, di fuga dalla realtà (“scapà de cà”) e, allo stesso tempo, il desiderio di felicità.
L’Identità Milanesizzata
“Ma anche in sci, la me pias anche in sci”: Nonostante il caos e le difficoltà, il protagonista esprime il suo amore per la città. Milano è un “casot” (casino), ma è comunque un luogo che ama perché vi ha radicato la sua identità.
“L’è perché sta cità ghe lu denter in di occ / de quan s’eri un fiulin”: L’amore per Milano è legato ai ricordi d’infanzia, a quella visione del mondo che si forma quando si è piccoli e che rimane impressa per tutta la vita.
Conclusione e Identità
“Ohé! Sun chì! / L’è chi!”: La canzone si chiude con una riaffermazione della presenza del protagonista a Milano. È un’affermazione di identità, di appartenenza, nonostante tutte le difficoltà e le complessità della vita nella città.
Significato e Interpretazione
“Ohé! Sun chì” è una canzone che parla di radici, di identità e di appartenenza. Attraverso la storia personale di un immigrato meridionale, Jannacci racconta l’esperienza di migliaia di persone che, negli anni del boom economico, si sono trasferite al Nord in cerca di un futuro migliore. La canzone riflette la dualità di sentimenti che molti di questi migranti provavano: da un lato, la difficoltà di adattarsi a una nuova realtà, spesso ostile e caotica; dall’altro, il legame profondo che si sviluppava con la città, che diventava una nuova casa, un luogo dove costruire una nuova vita.
Jannacci, con il suo stile unico, riesce a catturare queste emozioni contrastanti, mostrando come Milano, con tutti i suoi difetti, possa comunque diventare un luogo amato, perché è lì che si sono vissuti momenti fondamentali della propria esistenza.
In sintesi, “Ohé! Sun chì” è una celebrazione dell’identità milanese e della capacità di adattamento e resistenza di chi, nonostante tutto, sceglie di fare di una città caotica e complessa come Milano la propria casa.