Il Cristo giallo
Il colore partecipa all’unità dinamica del cosmo”- Goethe
Gauguin è considerato assieme a Seurat e Van Gogh un precursore del fauvismo”. Il termine fauves”( belve) fu usato per indicare la violenza del colore che sembra aver ripreso, dopo gli impressionisti, la sua forza primordiale. I dipinti di Gauguin mostrano figure con contorni nitidi, prive di prospettiva in cui la piatta uniformità e i colori marcati riescono ad esprimere una pienezza e vitalità artistica singolari. I paesaggi polinesiani sembrano amalgamarsi al naturale colorito delle donne raffigurate come i pezzi di un mosaico in cui la natura esprime la sua intima e incontaminata bellezza. L’arte di Gauguin si ispira all’arte primitiva nella quale , come nei graffiti su roccia, il colore rosso rappresenta il simbolo della forza che genera la vita e in essa si consuma con slancio e determinazione. Un’arte istintiva che tuttavia esalta il gioco di accostamenti e di sinuosità quasi in un processo osmotico che sprigiona luminosità e calore invitando ad una estatica contemplazione. Esotismo e immaginazione rappresentano un binomio artistico indissolubile che accompagnerà sempre l’estro di Gauguin. Nell’opera Il Cristo giallo” il pittore francese applica la tecnica del cloinsonnisme” marcando di nero le cose e le persone quasi a voler contenere la forza del colore e a sostituire tecnicamente l’effetto spaziale del dipinto. Gauguin morirà all’età di 55 anni nelle isole Marchesi L’ultima opera sarà un ricordo della sua terra; in antitesi con la sua produzione solare per eccellenza dipingerà un paesaggio innevato di una città, Parigi, troppo lontana dalla sua intera vita e vicina ormai soltanto nella fantasia. Il ritorno alle origini rappresenta l’intera esistenza, un cerchio che si chiude e che racconta la sua storia.
Laura Alberico