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28 Dicembre 2019Nel Canto XXI del “Purgatorio”, Dante e Virgilio incontrano l’anima di Stazio, un poeta romano, che racconta la sua purificazione e il motivo del recente terremoto nel Purgatorio.
Commento del testo:
- Il desiderio di conoscenza: Dante esprime il suo desiderio insaziabile di conoscenza, paragonandolo alla sete che può essere placata solo con l’acqua divina, simbolo della verità.
- L’apparizione di Stazio: Così come Cristo apparve ai discepoli dopo la resurrezione, l’anima di Stazio appare a Dante e Virgilio. Stazio è stato poeta nell’antica Roma e ora è un’anima purificata del Purgatorio.
- Dialogo tra Virgilio e Stazio: Stazio è sorpreso di vedere anime che apparentemente non sono ancora accettate in cielo così in alto nel Purgatorio. Virgilio spiega che Dante è ancora vivo e sotto la sua guida.
- Il mistero del terremoto: Dante chiede a Stazio di spiegare il terremoto che ha appena sentito. Stazio spiega che ogni evento nel Purgatorio avviene secondo un ordine divino, e che il terremoto è causato dalla liberazione di un’anima che si sente purificata e pronta a salire al Paradiso.
- L’ordine e la purezza del Purgatorio: Stazio descrive come il Purgatorio è libero da fenomeni naturali come pioggia, neve o tempeste, e come tutto segue un ordine divino.
- La purificazione dell’anima: Stazio racconta la sua lunga purificazione e il momento in cui si è sentito finalmente libero di ascendere, spiegando così il motivo del terremoto e delle lodi degli spiriti.
Temi e simbolismo:
- La sete di conoscenza e verità: La metafora della sete rappresenta il desiderio di Dante di conoscere e comprendere le verità divine.
- L’ordine divino: Nel Purgatorio tutto segue un ordine divino, simbolo della perfezione e giustizia di Dio.
- La purificazione: Il processo di purificazione dell’anima è centrale nel Purgatorio, e il terremoto rappresenta la liberazione e il progresso spirituale delle anime.
- La comunione dei santi: Stazio, pur essendo un’anima purificata, interagisce con Virgilio e Dante, mostrando la connessione e la solidarietà tra le anime del Purgatorio.
Testo originale di Dante
La sete natural che mai non sazia mi travagliava, e pungeami la fretta Ed ecco, sì come ne scrive Luca ci apparve un’ombra, e dietro a noi venìa, dicendo: “O frati miei, Dio vi dea pace”. Poi cominciò: “Nel beato concilio “Come!”, diss’elli, e parte andavam forte: E ’l dottor mio: “Se tu riguardi a’ segni Ma perché lei che dì e notte fila l’anima sua, ch’è tua e mia serocchia, Ond’io fui tratto fuor de l’ampia gola Ma dimmi, se tu sai, perché tai crolli Sì mi diè, dimandando, per la cruna Quei cominciò: “Cosa non è che sanza Libero è qui da ogne alterazione: Per che non pioggia, non grando, non neve, nuvole spesse non paion né rade, secco vapor non surge più avante Trema forse più giù poco o assai; Tremaci quando alcuna anima monda De la mondizia sol voler fa prova, Prima vuol ben, ma non lascia il talento E io, che son giaciuto a questa doglia però sentisti il tremoto e li pii Così ne disse; e però ch’el si gode |
Parafrasi
La sete naturale che mai non si sazia mi tormentava, e mi spingeva in fretta Ed ecco, proprio come scrive Luca ci apparve un’ombra, e veniva dietro a noi, dicendo: “O fratelli miei, Dio vi dia pace”. Poi cominciò: “Nel beato concilio “Come!”, disse lui, e parte andavamo veloci: E il mio maestro: “Se guardi ai segni Ma poiché colei che giorno e notte fila la sua anima, che è tua e mia sorella, Perciò sono stato tratto fuori dalla vasta gola Ma dimmi, se sai, perché tali scosse Così mi diede, domandando, attraverso Egli cominciò: “Non c’è cosa che senza Qui è libero da ogni alterazione: Perciò non pioggia, non grandine, non neve, non appaiono nuvole dense o rade, vapore secco non sale più in alto Trema forse più in basso poco o molto; Trema quando un’anima pura Solo il desiderio prova la purificazione, Prima vuole bene, ma non lascia il desiderio E io, che sono giaciuto in questo dolore perciò sentisti il terremoto e i pii Così ci disse; e poiché egli gode tanto |