Il rischio educativo – di Don Savino
31 Marzo 2016Sante Messe in suffragio di Don Savino
2 Aprile 2016Per me don Giussani è stato l’uomo che mi ha salvato la vita.
Nel 1967 la contestazione era entrata anche in Seminario e io stavo già orientandomi ad andare a fare il prete operaio. Incontrai per primo don Scola il quale, tutto sommato, non mi contestò questa scelta. Però don Scola, don Peretti fondamentalmente e forse don Negri, un mese dopo – siamo a novembre – siccome al giovedì noi avevamo tempo libero, mi dissero se volevo andare a conoscere un loro amico prete e così mi portarono nello scantinato di via Martinengo. Eravamo in tre o quattro e poi arriva don Giussani che saluta don Peretti e don Scola i quali si premurano di presentarmi.
Don Giussani mi fissa, mi viene incontro e mi abbraccia! Io sono rimasto lì esterefatto, con uno stupore carico di commozione e con un grande imbarazzo. Era la prima volta che vedevo quest’uomo ma vi giuro che quell’abbraccio mi ha fatto immediatamente intuire che io ero suo e da quel giorno, senza che nessuno mi avesse convinto del contrario, non ho più pensato ai preti operai, ma mi sono attaccato a don Peretti, a don Scola, a don Negri e agli altri amici.
L’attaccamento a questi amici era esattamente il modo con cui ero attaccato a don Giussani. In quel momento io ho avuto la percezione fisica di essere stato abbracciato da Cristo. Da quel giorno, tutta la mia vita è stata determinata da questo abbraccio. Tutte le difficoltà che ho vissuto, le incomprensioni da parte delle Istituzioni perché ero di “CL” , tutto ho sempre comunicato al Gius come mio riferimento paterno, sempre ricevendo da lui il conforto della certezza che bisognava ubbidire alla volontà di Dio. Tutta la mia vita è stata determinata da questa presenza.
Io non so se è una cosa che non c’entra, ma la dico perché la sento: per me la dimostrazione più evidente oggi che don Giussani è un Santo è proprio la presenza di don Carron perché solo un Santo poteva scegliere una persona che oggi mi fa continuare a vivere questa appartenenza a Cristo con una figliolanza e con una certezza della sua paternità, come è stato fin dall’inizio.
Testimonianza di don Savino – 22 aprile 2007