VOLTI NUOVI E ABITI VECCHI
27 Gennaio 2019ALBA
27 Gennaio 2019tema svolto
Traccia:
Esprimi il tuo giudizio sui giochi a scommesse, così assidui nella nostra società.
Svolgimento:
La febbre del ventunesimo secolo sembra quella del superenalotto e delle vincite mil’ionarie.
In realtà non penso che sia una caratteristica dei nostri tempi. A Napoli c’è sempre stata una grossa tradizione relativa al gioco del lotto. Le persone interpretavano i sogni, e poi giocavano un ambo, un terno, una quaterna in base a quei numeri.
Ci sono persone che scommettono tantissimi soldi, anche centinaia di migliaia di euro, pur di realizzare il sogno di diventare mil’ionari. E si tratta di una febbre che contagia tutti, al di là dell’appartenenza ad un ceto sociale o ad un altro. Il lotto, in verità, è sempre stato un gioco popolare. Forse il fatto di aspettare per una settimana l’estrazione dei numeri, anche se adesso vi è unestrazione infrasettimanale, prolungava l’attesa, e quindi la speranza, magari dando un senso alla vita altrimenti misera di alcuni.
Davvero eccezionale, poi, l’unione tra il gioco del calcio e il mondo delle scommesse, che si può dividere in due tronconi: le scommesse legali (Totocalcio, totogol, ecc), che sono appannaggio del CONI, che infatti si finanzia in gran parte in questo modo, e quelle illegali, cioè private. In questo senz’altro, sono stati precursori gli inglesi, che hanno davvero una particolare propensione per le scommesse, e scommettono su tutto. Ma le scommesse sul calcio si sono anche tinte di frode, nel momento in cui il risultato delle partite viene stabilito dagli scommettitori, e alcuni calciatori e dirigenti, per intascare forti somme, indirizzano il risultato.
Interessante, infine, la creazione su tutto il territorio nazionale dei cosiddetti Bingo”, in cui si scommette su una combinazione di numeri, più o meno come la tombola. Essi assolvono, però, più che una funzione di gioco di scommessa, una di aggregazione sociale degli anziani, non dissimile da quella dei circoli sociali in cui si gioca a carte, si spera non d’azzardo.
Ritornando sulla questione delle scommesse e lotterie varie, vorrei però dire che io gioco poche volte alle lotterie, ed in pochi casi specifici. Mi trovo, per esempio ad una festa doratorio, oppure ad una festa di beneficenza. In quell’occasione vengono venduti dei biglietti di una lotteria. Io sono ben consapevole che non vincerò, o meglio che c’è una probabilità su mille che io vinca, infatti poi nel momento dell’estrazione non vinco niente, ma sono contento lo stesso, perché so che i miei soldi andranno a finanziare una associazione benefica. Dietro le altre scommesse, lotterie ci sono invece altri che ci guadagnano, che siano i bookmaker o lo Stato. Sappiamo, infatti, che con gratta e vinci” e lotterie varie lo Stato intasca una importante fetta dei suoi finanziamenti. Ora, io dovrei con i miei soldi finanziare ulteriormente chi già foraggio a sufficienza con tasse e balzelli? Io dovrei dare il mio contributo, per quanto piccolo, allo stato, comprando una schedina del superenalotto, con la consapevolezza che le mie probabilità di vincita non sono una su mille ma, come dicono i matematici, circa una su un miliardo? Preferisco lasciare la scommesse agli altri!
Notabene: l’ispirazione per l’elaborazione di questo tema è venuta leggendo il seguente tema Il lotto: l’oppio dei poveri. Si rimanda al sito www.skuola.net, sul quale è pubblicato quel tema, per altro materiale didattico gratuito e utilissimo per studenti e docenti.