VOLTI NUOVI E ABITI VECCHI
27 Gennaio 2019ALBA
27 Gennaio 2019tema svolto
Traccia:
Che cosa significano le parole “terzo” e “quarto” mondo?
Svolgimento:
Nel 1952 un giornalista francese utilizzò per primo la definizione di “terzo mondo”. Quelli erano gli anni della guerra fredda. A.Sauvy, questo era il nome di quel giornalista, infatti intendeva per primo mondo i paesi dell’ovest, del blocco filoamericano, per secondo mondo i paesi socialisti, e per terzo mondo tutti gli altri. Una volta verificato, però, che alcuni paesi, pur non appartenendo ai due blocchi contrapposti, non vivevano nella povertà assoluta, è stato ideato il termine quarto mondo, per indicare invece quei paesi colpiti dalla fame e dalla povertà cronica. Oggi, però, questo tipo di schematizzazione non regge più. Si usano infatti sempre di più i termini «paesi in via di sviluppo» o «sottosviluppati». Questa definizione fu utilizzata dapprima dal Presidente statunitense Harry Truman nel 1949. Egli divise i paesi del mondo in sviluppati e sottosviluppati, per dimostrare l’efficacia del modello economico americano, che tutte le nazioni avrebbero dovuto seguire per realizzare appunto lo sviluppo. Da allora i paesi sottosviluppati hanno cercato di migliorare la loro condizione economica. Alcuni di essi, cioè appunto i paesi in via di sviluppo, ci sono riusciti, almeno in parte. Altri no, e sono quelli sottosviluppati. Tra i paesi sviluppati, un ruolo importante lo svolge il nordamerica, con gli USA, che sono al centro dell’economia mondiale, ma anche con il Canada, ricco di risorse. Altri paesi sviluppati sono l’Europa occidentale, il Giappone e l’Australia. Nei paesi dell’est europeo e in Russia vi è un tasso di inflazione alto, ma si intravedono segnali di ripresa, grazie alla buona capacità produttiva e tecnologica e alla presenza di risorse. Malgrado i salari , e quindi il tenore di vita, sia basso, molte nazioni dell’Asia sono presenti sul mercato in modo crescente. Oltre a Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong e Singapore, anche la Cina sta dimostrando una sempre maggiore capacità produttiva e una forte espansione delle esportazioni. Molti altri paesi sono inseriti nell’economia mondiale soprattutto come esportatori di materie prime. In particolare i paesi dell’Opec basano la loro economia sull’esportazione del petrolio e godono di un buon reddito medio pro-capite, anche se mal distribuito all’interno della popolazione. Altri paesi in via di sviluppo come Brasile, Messico, India, ecc.) godono di una certa forza industriale, anche se larghi strati della popolazione soffrono la povertà.
Altri stati godono di risorse minerali o agricole, ma sono soggetti all’abbassamento del prezzo di queste risorse sul mercato internazionale. Infine, i paesi più sottosviluppati non hanno neanche queste risorse e sono “mal equipaggiati per sviluppare le loro economie e per assicurare alle loro popolazioni adeguati livelli di vita» come emerge da un documento dell’ONU.
Essi sono 42 (alcuni dei quali molto piccoli) ed appartengono in gran parte all’Africa. Risolti i problemi di definizione e classificazione degli stati, si spera che ci si dia da fare per risolvere ben altri problemi, visto che dietro queste sigle ci sono milioni di esseri umani affamati e privi di ciò che è essenziale, mentre qui da noi c’è chi ha anche il superfluo.