Trappola per topi
27 Gennaio 2019Foto di Luigi Gaudio – 2013
27 Gennaio 2019di Joseph Conrad
Titolo originale:
TYPHOON
AUTORE:
Teodor Józef Konrad Korzeniowski nacque a Berdicev [Ucraina] nel 1857. La sua famiglia apparteneva alla nobiltà terriera della Polonia, a quel tempo sotto il dominio russo. Il padre, patriota e uomo di lettere, morì nel 1867, dopo molti anni di esilio politico. La madre era morta nel 1865. Teodor fu allora affidato alla tutela di uno zio, fece gli studi secondari a Cracovia. A 17 anni partì per Marsille, dove si imbarcò come semplice marinaio. Navigare significava per lui conoscere soprattutto il mondo marinaresco che si identificava anche in traffici, contrabbando, uomini che si imbarcavano per sfuggire a chissà quale colpa. Significava insomma incontrare mondi che stavano, non solo geograficamente, agli antipodi dell’Europa civile. Servì nella marina mercantile francese e dal 1878 fu in quella britannica, in cui raggiunse il grado di capitano di lungo corso. Nel 1886 di venne cittadino inglese. Per vent’anni viaggiò per quasi tutti i mari, e soprattutto nell’arcipelago malese. Fu l’incoraggiamento di alcuni scrittori (Galsworthy, Wells, Ford M. Ford, Garnett) e il successo del primo romanzo (“La follia di Almayer”), a fargli lasciare la marina e a farlo dedicare interamente all’attività letteraria, per la quale usò lo pseudonimo con cui è conosciuto, di Joseph Conrad. Caso più unico che raro, Conrad divenne un maestro della letteratura scrivendo in una lingua non sua, ma appresa quando era già un uomo. Il suo tema fondamentale è la solitudine dell’individuo, in balia dei ciechi colpi del caso di cui il mare è spesso eletto a simbolo. L’eroe solitario di Conrad è quasi sempre un fuggiasco o un reietto, segnato dalla sventura o dal rimorso, stretto parente dell’angelo caduto caro ai romantici, conquista la sua identità affrontando con stoicismo le prove che il destino gli ha riservato. Teodor Józef Konrad Korzeniowski morì a Bishopsbourne [Kent] il 3 agosto 1924.
RIASSUNTO:
Il romanzo ha come protagonista il capitano Tom Mac Whirr comandande della nave Nan-Shan. L’intera vicenda è situata nei mari della Cina, dove dopo aver imbarcato dei Coolies cinesi si dirige con la sua nave verso il porto di Fu-chou. Il viaggio sembra tranquillo, quando Jukes fa notare al capitano una probabile tempesta, consigliandogli quindi di cambiar rotta per aggirarla, ma Mac Whirr non gli da retta riferendogli che lui piuttosto di arrivare in ritardo è disposto ad affrontare la tempesta. Questo perché è convinto che il Nan-Shan non è una nave facile da affondare. Non l’avesse mai fatto!, infatti e proprio a causa della sua decisione che si imbattono in un terribile uragano. E’ durante l’uragano che si sviluppa buon parte del romanzo, in cui il narratore ne risalta la potenza distruttrice e la terribile paura degli uomini, i quali proprio perché terrorizzati dalla morte impazziscono, diventando e assumendo atteggiamenti da bestie, ad esempio quando i cinesi chiusi al sicuro e al buio si mutilano e dilaniano a vicenda per impossessarsi di alcune monete d’argento. Si può notare però che questi atteggiamenti non colpiscono il capitano e i suoi marinai, che cercano tutti di fare del loro meglio per uscire fuori da quella situazione, mostrando atteggiamenti coraggiosi. Alla fine i loro sforzi non sono invani; riescono a uscire dalla tempesta e raggiungere il porto di Fu-chou dove vengono notati da tutti a causa della loro imbarcazione tutta distrutta. Fortunatamente (e stranamente) il romanzo non ha una conclusione tragica e nessuno dei protagonisti e personaggi muore.
PERSONAGGI:
-Mac Whirr: capitano della Nan-Shan e personaggio principale del racconto, è un personaggio solitario e quasi del tutto sprovvisto di pensiero, sentimento e fantasia. Come caratteristiche fisiche si può dire che: ha gli occhi azzurri e dei capelli biondi e molto fini che avvolgono la calva volta del cranio, inoltre ha i peli della faccia rossi e fiammeggianti, come se fossero di rame, tagliati corti sulla linea del labbro. Era di statura piuttosto inferiore alla media, con le spalle un po curve.
-Jukes: è il giovane primo ufficiale.
-Solomon Rout: è il capo macchinista, solito a fumarsi un sigaro durante la mattina.
-Coolies: cinesi che si sono imbarcati con i loro averi per tornare alla loro città natale.
SPAZIO:
Le vicende si svolgono interamente in spazzi aperti, precisamente in mezzo al mare, sulla nave e al porto di Fu-chou, inoltre sono quasi indispensabili per il racconto, ad esempio quando si trovano nell’uragano, in ogni parte della nave succede qualcosa in particolare. Un esempio quando si parla della sala macchine che si trova ad una temperatura talmente elevata che è quasi impossibile starci.
TEMPO:
Nonostante sia un libro in cui ci si trova in viaggio per il mare non mi sembra ci sia un riferimento riguardo il tempo che ci mette la vicenda a svolgersi. Non mi sembra ci siano poi dei riferimenti temporali che ci faccino capire in che epoca ci si trova.
STILE:
In questo romanzo non è molto usato il dialogo, ma è presente in predominanza la narrazione del narratore che assiste come spettatore. Il narratore usa un linguaggio leggermente complesso perché usa termini di carattere marinaresco che io faccio difficoltà a capire.
TECNICHE:
In generale prevale il discorso indiretto, infatti è il narratore a raccontare le vicende indirettamente, però è presente ogni tanto anche il dialogo. Sono presenti poi delle pause in cui si passa da un momento all’altro da un posto ad un altro.
NARRATORE:
Il narratore è esterno alla vicenda e anche se è a conoscenza approfondita delle caratteristiche fisiche, psicologiche e idealistiche dei personaggi non entra mai nei loro pensieri.
TEMATICHE:
A mio parere questo racconto è pervaso da un certo pessimismo e il tema ricorrente è l’isolamento e la solitudine morale dell’uomo, che riflette completamente il carattere del capitano Mac Whirr.
COMMENTO:
Questo libro, non mi è piaciuto e inoltre leggendolo non mi ha attratto molto, se non per il titolo. Infatti è dal titolo che lo ho scelto convinto che fosse interessante, invece mi devo ricredere. Sono deluso da questo libro un po perché forse aveva un linguaggio difficile da capire e quindi non mi ha coinvolto più di tanto, oppure perché era proprio l’argomento di cui trattava che non mi ha coinvolto in prima persona.
ZANGARI DAVIDE
1^ F