Canzone dei dodici mesi cover Francesco Guccini
28 Dicembre 2019Ahi Velasquez – cover di Roberto Vecchioni
28 Dicembre 2019“Un altro giorno è andato” è una canzone scritta da Francesco Guccini e inclusa nel suo album del 1976 intitolato “Via Paolo Fabbri 43”. La canzone è uno dei brani più celebri dell’artista italiano ed è caratterizzata da un testo poetico e introspettivo che riflette sul passare del tempo e sulla fugacità della vita.
Il brano narra le vicissitudini di un uomo che guarda indietro alla sua vita e riflette sulle scelte fatte e sui momenti vissuti. La canzone evoca un senso di malinconia e nostalgia per il tempo trascorso, mescolato a una sorta di accettazione del destino e delle inevitabili perdite che la vita comporta.
Il verso “un altro giorno è andato e non c’è stato niente” suggerisce una sensazione di vuoto e insignificanza, sottolineando come la routine quotidiana possa passare inosservata senza lasciare un’impronta significativa. Guccini esprime il desiderio di fermare il tempo e di cogliere ogni istante, ma allo stesso tempo comprende che la vita è fatta di continui addii e cambiamenti.
La canzone si conclude con il ritornello “siamo solo noi, la nostra anima e il vento”, che potrebbe essere interpretato come un riconoscimento della fragilità dell’esistenza umana e della nostra connessione con il mondo naturale. In definitiva, “Un altro giorno è andato” è una canzone che invita alla riflessione sulla vita e sul significato del tempo che scorre inesorabile.
quanto tempo è ormai passato e passerà?
Le orchestre di motori ne accompagnano i sospiri:
l’ oggi dove è andato l’ ieri se ne andrà.
Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai…Giornate senza senso, come un mare senza vento,
come perle di collane di tristezza…
Le porte dell’estate dall’ inverno son bagnate:
fugge un cane come la tua giovinezza.
Negli angoli di casa cerchi il mondo,
nei libri e nei poeti cerchi te,
ma il tuo poeta muore e l’ alba non vedrà
e dove corra il tempo chi lo sa?
Nel sole dei cortili i tuoi fantasmi giovanili
corron dietro a delle Silvie beffeggianti,
si è spenta la fontana, si è ossidata la campana:
perchè adesso ridi al gioco degli amanti?
Sei pronto per gettarti sulle strade,
l’ inutile bagaglio hai dentro in te,
ma temi il sole e l’ acqua prima o poi cadrà
e il tempo andato non ritornerà…
Professionisti acuti, fra i sorrisi ed i saluti,
ironizzano i tuoi dubbi sulla vita,
le madri dei tuoi amori sognan trepide dottori,
ti rinfacciano una crisi non chiarita:
la sfera di cristallo si è offuscata
e l’ aquilone tuo non vola più,
nemmeno il dubbio resta nei pensieri tuoi
e il tempo passa e fermalo se puoi…
Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato,
il sorriso degli specchi è già finito,
nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri
è rimasto solo a pianger divertito.
Nel seme al vento afferri la fortuna,
al rosso saggio chiedi i tuoi perchè,
vorresti alzarti in cielo a urlare chi sei tu,
ma il tempo passa e non ritorna più…
E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà!
Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada,
il domani come tutto se ne andrà:
ti guardi nelle mani e stringi il vuoto,
se guardi nelle tasche troverai
gli spiccioli che ieri non avevi, ma
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà…