Ettore e Andromaca seconda parte
28 Dicembre 2019Happy Hour cover da Ligabue
28 Dicembre 2019
I versi 22-36 dell’Ode I, 1 di Orazio continuano la riflessione del poeta sulla varietà dei desideri e delle ambizioni umane, con un’enfasi particolare sulla sua scelta personale di dedicarsi alla poesia e alla ricerca della sapienza, piuttosto che alle ricchezze o al potere.
Ecco i versi 22-36 in latino:
Me doctarum hederae praemia frontium
dis miscent superis, me gelidum nemus
Nympharumque leves cum Satyris chori
secernunt populo, si neque tibias
Euterpe cohibet nec Polyhymnia
Lesboum refugit tendere barbiton.
Quodsi me lyricis vatibus inseres,
sublimi feriam sidera vertice.
Traduzione e Analisi
- Me doctarum hederae praemia frontium
“A me, le edere premio delle dotte fronti”: Orazio esprime il desiderio di essere coronato con l’edera, simbolo di gloria poetica e sapienza, associata alle Muse e agli studiosi. - dis miscent superis, me gelidum nemus
“mi avvicinano agli dei superi, a me il gelido bosco”: La poesia e la sapienza elevano il poeta a uno stato quasi divino, consentendogli di vivere in armonia con la natura, lontano dal tumulto della vita cittadina. - Nympharumque leves cum Satyris chori
“e i lievi cori delle Ninfe con i Satiri”: Orazio si immagina immerso in un ambiente bucolico e mitologico, dove può godere della compagnia delle Ninfe e dei Satiri, figure della mitologia greca, simboli di vita semplice e naturale. - secernunt populo, si neque tibias
“mi separano dal popolo, se né il flauto”: Questa vita poetica lo distingue dalla massa, rendendolo parte di un mondo a parte, più elevato e nobile. - Euterpe cohibet nec Polyhymnia
“Euterpe trattiene, né Polimnia”: Orazio invoca le Muse della musica (Euterpe) e della lirica (Polimnia) affinché non gli neghino il loro favore, permettendogli di continuare a comporre versi e musica. - Lesboum refugit tendere barbiton.
“rifugge dal suonare la cetra di Lesbo”: La cetra di Lesbo è un riferimento alla tradizione lirica greca, in particolare a poeti come Alceo e Saffo, originari dell’isola di Lesbo, modelli per Orazio. - Quodsi me lyricis vatibus inseres,
“Ma se tu mi includerai tra i poeti lirici”: Orazio si rivolge direttamente a Mecenate, sperando di essere annoverato tra i grandi poeti lirici, coloro che sono ispirati dalle Muse. - sublimi feriam sidera vertice.
“toccherò con la fronte sublime le stelle”: Se sarà riconosciuto come poeta lirico, la sua gloria sarà così grande da raggiungere le stelle, simbolo dell’immortalità poetica.
Contesto
In questi versi, Orazio esprime il suo desiderio di essere riconosciuto come un grande poeta lirico, mettendo in risalto la differenza tra la vita comune e quella ideale, dedicata alla poesia e alla ricerca della sapienza. Egli preferisce l’immortalità artistica alla ricchezza o al potere, riflettendo una concezione della vita in cui la realizzazione intellettuale e spirituale è l’obiettivo più alto.
Orazio inizia l’Ode I, 1 elencando i vari desideri e ambizioni degli uomini, dalla ricchezza al potere, fino alla gloria militare. Tuttavia, conclude esprimendo il suo desiderio personale di essere un poeta che trova la sua soddisfazione nella sapienza e nell’arte, piuttosto che nei beni materiali o nel potere.