Ettore e Andromaca seconda parte
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28 Dicembre 2019
Il verso “Exegi monumentum aere perennius” è l’incipit dell’Ode III, 30 di Orazio, uno dei più celebri poeti dell’antica Roma.
In questa ode, Orazio celebra la sua opera poetica e la sua immortalità artistica, affermando che le sue poesie costituiranno un monumento più duraturo del bronzo.
Ecco i versi 1-9:
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo impotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
Non omnis moriar multaque pars mei
vitabit Libitinam; usque ego postera
crescam laude recens, dum Capitolium
scandet cum tacita virgine pontifex.
Traduzione e Analisi
- Exegi monumentum aere perennius
“Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo”: Orazio dichiara di aver costruito con le sue opere un’opera immortale, che resisterà al passare del tempo. - regalique situ pyramidum altius
“più alto della regale mole delle piramidi”: Il poeta confronta la sua opera con le piramidi, simboli di grandezza e potenza, affermando che il suo monumento poetico è ancora più imponente. - quod non imber edax, non Aquilo impotens
“che né la pioggia corroderà, né l’impetuoso Aquilone”: L’opera di Orazio è resistente a tutte le forze naturali, come la pioggia e il vento del nord, che solitamente erodono le opere materiali. - possit diruere aut innumerabilis
“potranno distruggere o”: Nessuna forza distruttiva, sia fisica che temporale, può minare l’eternità del suo lavoro. - annorum series et fuga temporum.
“la lunga serie degli anni e la fuga del tempo”: Nemmeno il passare del tempo, che solitamente consuma tutto, potrà mai distruggere il suo monumento poetico. - Non omnis moriar multaque pars mei
“Non morirò del tutto, gran parte di me”: Orazio afferma la sua immortalità, poiché una parte significativa di lui vivrà per sempre attraverso le sue opere. - vitabit Libitinam; usque ego postera
“eviterà Libitina; sempre io crescerò”: La parte di lui che sopravviverà alla morte non cadrà sotto il dominio della dea Libitina, associata alla morte, ma continuerà a crescere in fama. - crescam laude recens, dum Capitolium
“in lode fresca, finché il Campidoglio”: Orazio crescerà in fama e riconoscimento fino a quando esisteranno le istituzioni e i riti della Roma eterna. - scandet cum tacita virgine pontifex.
“ascenderà il pontifex con la silenziosa vergine”: Il poeta conclude questi versi legando la sua memoria e la sua fama ai riti sacri e alla religione di Roma, che dureranno per sempre.
Contesto
In questi versi, Orazio riflette sul suo ruolo di poeta e sulla sua eredità. La sua affermazione di immortalità attraverso la poesia si basa sull’idea che l’arte e la letteratura possano trascendere la caducità della vita umana. Questi versi rappresentano uno dei momenti più alti della lirica oraziana e un classico esempio dell’orgoglio artistico e della consapevolezza del proprio valore.