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28 Dicembre 2019La novella di Alibech (Decameron, III, 10) è una delle più celebri, licenziose e divertenti del Decameron di Giovanni Boccaccio.
Racconta la storia di una giovane ragazza ingenua, Alibech, e delle sue esperienze con un monaco, Rustico, che la introduce, in modo ingannevole, alla sessualità sotto il pretesto di insegnarle come “mettere il diavolo in inferno”. Nonostante l’apparente leggerezza della trama, la novella affronta temi complessi come la corruzione della religione, l’ipocrisia, i desideri carnali, e la dissonanza tra ingenuità e malizia.
Riassunto
Alibech è una giovane e ingenua ragazza pagana che vive in un piccolo villaggio nel nord Africa. Un giorno, per semplice curiosità e ignoranza, decide di intraprendere un cammino spirituale: vuole “servire Dio” nel deserto come fanno i cristiani eremiti. Senza un’idea chiara di cosa significhi realmente, si reca nel deserto, dove incontra un monaco di nome Rustico, che la accoglie nella sua cella.
Rustico, pur essendo un eremita, è sopraffatto dalla bellezza di Alibech e inizia a desiderarla sessualmente. Per soddisfare il suo desiderio, trova un pretesto: le spiega che il modo migliore per servire Dio è aiutare a “mettere il diavolo in inferno”. Quando Alibech chiede cosa significhi, Rustico le fa capire, in modo ambiguo e seduttivo, che il suo “diavolo” (il suo pene) deve essere messo nel suo “inferno” (la sua vagina). Alibech, ignara del significato sessuale, accetta e, da quel momento in poi, i due iniziano a fare sesso ripetutamente. Rustico la convince che questo è un atto necessario e santo.
Alla fine, però, la novella prende una svolta inaspettata: il padre di Alibech muore e la ragazza viene richiamata in città per ereditare la sua fortuna. Alibech, ormai consapevole della sua sessualità ma ancora convinta della spiritualità del suo “compito”, si lamenta con le altre donne del fatto che non può più “mettere il diavolo in inferno”. Le donne del villaggio ridono del suo candore e la storia finisce con una nota umoristica.
Analisi
L’Ingenuità di Alibech
Alibech rappresenta l’ingenuità e la purezza di chi non conosce il mondo e, soprattutto, i desideri sessuali. La sua innocenza è così estrema che prende alla lettera le parole di Rustico, credendo realmente che “mettere il diavolo in inferno” sia un atto spirituale. Questo fa sì che diventi una vittima inconsapevole di Rustico, ma anche una figura comica: il lettore è consapevole della manipolazione, ma Alibech rimane ignara fino alla fine.
La Figura di Rustico: L’Ipocrisia Religiosa
Rustico è la rappresentazione dell’ipocrisia religiosa e della corruzione spirituale. Nonostante sia un monaco, cede immediatamente ai suoi desideri carnali quando incontra Alibech. Usa il linguaggio religioso per giustificare le sue azioni, distorcendo la fede e la morale cristiana per soddisfare i suoi desideri sessuali. L’atto di “mettere il diavolo in inferno” diventa così una metafora della perversione del sacro da parte di Rustico.
La figura di Rustico si inserisce perfettamente nella critica boccaccesca verso la corruzione della Chiesa e il comportamento immorale di alcuni membri del clero. Nel Decameron, la Chiesa e i suoi rappresentanti sono spesso ritratti come figure comiche o corrotte, incapaci di rispettare i propri voti di castità e purezza. Rustico rappresenta proprio questo: un uomo che, pur essendo un eremita, non riesce a resistere ai suoi desideri sessuali.
Sessualità e Inganno
Il rapporto tra sessualità e inganno è uno dei temi centrali della novella. Rustico manipola Alibech sfruttando la sua ignoranza e ingenuità, trasformando un atto sessuale in un rito spirituale. Questa dinamica di inganno sessuale riflette la dissonanza tra le aspettative sociali e la realtà dei desideri umani.
Alibech, nel suo candore, non mette mai in discussione l’autorità di Rustico, credendo che egli stia effettivamente insegnandole qualcosa di sacro. Questo evidenzia il potere dell’autorità, soprattutto religiosa, e come possa essere abusata per scopi personali. In un certo senso, la storia mette in luce l’inevitabile incontro tra il desiderio sessuale e il tentativo di negarlo attraverso l’istituzione religiosa.
La Commedia del Mondo e la Donna Ingenua
La storia di Alibech è anche una commedia umana. Boccaccio, come spesso accade nel Decameron, utilizza il sesso come uno strumento di divertimento e di critica sociale. Alibech rappresenta la figura della giovane donna che non ha ancora sperimentato il mondo e che viene condotta, attraverso l’inganno, a scoprire il lato più terreno dell’esistenza.
Il finale, in cui le donne ridono della sua innocenza, è emblematico. Le risate delle altre donne sottolineano l’incongruenza tra il candore di Alibech e la consapevolezza delle dinamiche sessuali da parte della comunità. Questa scena finale ribadisce la natura comica della novella e, allo stesso tempo, fa emergere la disparità tra la visione idealizzata della sessualità e la realtà della sua pratica.
Commento
La novella di Alibech è una satira su diversi livelli. Da un lato, è una critica feroce all’ipocrisia del clero e al modo in cui i rappresentanti della Chiesa possono manipolare la fede per soddisfare i propri desideri. Rustico è un monaco che si comporta in maniera del tutto contraria agli insegnamenti della Chiesa, e il fatto che riesca a ingannare Alibech attraverso il linguaggio religioso dimostra la facilità con cui l’autorità può essere abusata.
Dall’altro lato, la novella riflette anche una visione più generale del desiderio umano, soprattutto sessuale, e della sua repressione. Boccaccio mostra come il sesso sia una parte inevitabile della vita, anche per coloro che dovrebbero essere distaccati dai piaceri terreni. Il modo in cui la sessualità viene affrontata nella novella è sia ironico che giocoso, tipico dello stile del Decameron, che spesso mescola morale e divertimento.
Infine, la figura di Alibech sottolinea la condizione femminile nella società medievale, dove le donne, soprattutto se giovani e ingenue, erano spesso vittime della manipolazione maschile. Tuttavia, la sua ingenuità diventa anche una forma di resistenza: nonostante venga ingannata, Alibech non perde mai la sua innocenza, e alla fine, è il mondo intorno a lei che ride della situazione, non lei stessa.
La storia di Alibech, dunque, è una delle più esemplari per comprendere l’ironia di Boccaccio e il suo modo di trattare i temi sociali e religiosi in modo leggero, ma pungente.
Leggi qui sotto il testo della novella: