Le diete: dal nutrizionista o “fai da te”? – di Eleonora Cassanm…
29 Marzo 2014RENE’ DESCARTES (CARTESIO)
30 Marzo 2014Tra i filosofi razionalisti più importanti vi è Spinoza, che applica all’etica e alla politica un metodo mutuato dalle scienze esatte
BARUCH SPINOZA
LE FONTI
– Tesi centrale del pensiero di Spinoza = identificazione panteistica di Dio con la Natura
» in questa tesi convergono temi appartenenti alle tradizioni culturali, ci sono delle fonti da cui trae
1. teologia giudaico-cristiana
» differenza: il cristianesimo non ha una visione immanente di Dio nella natura ma trascendente
2. filosofia neoplatonico-naturalistica del Rinascimento
3. razionalismo cartesiano
» non si può comunque ridurre lo spinozismo alle sue fonti perché le supera criticamente
– Fa un tentativo di sintesi tra la tradizionale visione metafisico-teologica del mondo e gli esiti della rivoluzione scientifica » prende teorie non nuove che rielabora a partire dalla rivoluzione scientifica
– Dio coincide con l’ordine geometrico strutturale del mondo
» da un lato rievoca la filosofia antica, dall’altro richiama il nuovo modo scientifico di intendere il reale
– Primo rigetto esplicito della tradizione biblica e cristiana nella storia
» con Spinoza l’Occidente cessa di essere soltanto cristiano » è il primo autore dell’età moderna
» elabora un pensiero universale che rigetta la concezione cristiana di Dio, del mondo e dell’uomo
» non è un “genio solitario” avulso dai suoi tempi: il suo contesto storico ha permesso il suo pensiero
– I legami con la civiltà olandese
» era inserito nel contesto politico-culturale dell’Olanda, l’isola della tolleranza religiosa
» in Olanda era forte la borghesia commercial e marinara, dalla mentalità aperta e attiva
LA FILOSOFIA COME CATARSI
– La filosofia è uno strumento di salvezza esistenziale
– La ricerca del bene autentico
» lo spinozismo nasce da una delusione di fondo nei confronti dei valori della vita per la mentalità comune
» Spinoza è spinto dalla ricerca di un bene vero, che dia un sensoalla vita e che colmi la sete di felicità
» il modello di bene di Spinoza deve essere tale da soddisfare appieno l’animo permanentemente
» l’unico bene che cura l’inquietudine dell’animo umano è meta-temporale e meta-finito: «l’amore per la
cosa eterna e finita riempie l’animo di pura letizia e lo rende immune da ogni tristezza»
– Condanna dei beni finiti in quanto assolutizzati
» analizza i beni universalmente ricercati dagli uomini e spiega perché essi siano vani:
1. non appagano veramente l’animo nei suoi bisogni più profondi
2. sono transeunti ed esteriori
3. generano inquietudini
» questi beni hanno la forza di incatenare la mente e di ostacolare la ricerca di valori superiori
» libidine » l’anima […]è impedita a pensare a qualsiasi altro bene. Dopo la fruizione dei piaceri dei sensi,
segue una profonda tristezza, la quale, se non annienta la mente, tuttavia la perturba e la rende ottusa.
» onore » per ottenerlo si deve condurre necessariamente la vita secondo le opinioni altrui
» non intende colpire i beni comuni in quanto tali ma in quanto scambiati per il sommo bene, ostacolando
il raggiungimento di esso » non condanna i beni finiti ma la loro assolutizzazione da mezzi in fini
– Il panteismo spinoziano
» infinito ed eterno di identificano con il cosmo (panteismo) e la gioia suprema con «l’unione della mente
con la natura», traguardo presentato in chiave terrena e comunitaria, non individualistica
»appartiene alla mia felicità fare in modo che gli altri comprendano le cose che comprendo io
LA METAFISICA
– Il metodo filosofico seguito da Spinoza è di tipo geometrico
» si ispira agli Elementi di Euclide: procedimento espositivo che si scandisce secondo definizioni, assiomi,
proposizioni, dimostrazioni, teoremi, corollari…
» perchéusa questo metodo » influenzato dalla moda matematizzante dell’epoca che perseguiva l’ideale di
un sapere rigoroso e universalmente valido
» vedeva nella trattazione geometrica garanzia di precisione e sinteticità
espositiva, nonché un distacco emotivo necessario
» la struttura del reale è di tipo geometrico quindi lo studio di essa deve essere
trattato secondo la sua struttura per concatenazioni logiche
IL CONCETTO DI SOSTANZA
– Il concetto su cui Spinoza fonda il ragionamento metafisico è quello di sostanza
» tradizione greco-medievale: per sostanza si intende sia la “forma” sia il “sinolo” (forma + materia) e vige
una visione del mondo come un sistema di sostanze gerarchicamente ordinate » rifiuta questa idea
» Cartesio: la sostanza è la realtà originaria e autosufficiente per eccellenza, è causa sui, cioè non riceve
l’esistenza da un altro » riferisce il significato di sostanza a Dio, non più agli individui
» ci sono sostanze derivate: la res extensa e la res cogitans
» l’obiettivodi Spinoza è quello di risolvere le confusioni e le aporie nel pensiero di Cartesio
– La sostanza è ciò che è in sé e per sé si concepisce
» in sé = la sostanza deve la propria esistenza unicamente a se stessa, è una realtà autosussistente
» per sé si concepisce = la sostanza rappresenta un concetto che per essere pensato non ha bisogno di altri
concetti, perché è concepibile soltanto per mezzo di se stessa
» la sostanza gode di totale autonomia ontologica e concettuale (è una realtà/concetto che non presuppone
l’esistenza di un’altra realtà/di un altro concetto, bensì è presupposta da ogni realtà/concetto)
LE PROPRIETA’ DELLA SOSTANZA
– Increata » perché, essendo causa di se stessa, non ha bisogno di altro per esistere
– Eterna » perché non essendo stata creata, possiede l’esistenza che non riceve da un altro
– Unica » perché nella natura non ci sono due o più sostanze con gli stessi attributi
» ragionamento per assurdo: se ci fossero più sostanze della stessa natura, si contravverrebbe al
principio per cui non esiste se non una sola sostanza della stessa natura o dello stesso attributo
– Infinita » perché se fosse finita «dovrebbe essere limitata da un’altra della medesima natura, la quale a
sua volta dovrebbe esistere necessariamente» In questo modo esisterebbero due sostanze con gli
stessi attributi, che è assurdo. La sostanza è quindi infinita nel senso che non ha limiti
– Spinoza fa coincidere questa sostanza con Dio (l’Assoluto delle filosofie ellenistiche)
» Dio è il principio del sapere, la cui esistenza si impone alla ragione come verità evidente
– Prove dell’esistenza di Dio (prese dalla tradizione)
1. prova a priori » pensare a Dio significa pensare ad una realtà che non può non esistere
2. prova a posteriori
– Deus sive Natura
» afferma che Dio ed il mondo non sono due sostanze separate, Dio non è esterno al mondo creato, ma
coincide con la Natura » si stacca dal filone ebraico-cristiano
» afferma una forma di panteismo, in cui anche la Natura risulta di riflesso una realtà increata
ATTRIBUTI E MODI
– Atributi = ciò che l’intelletto percepisce della sostanza come costituente la sua stessa essenza
» sono cioè le qualità strutturali o essenziali della Sostanza che, essendo infinita, ha infiniti attributi
» l’uomo può conoscere solo due attributi della Natura, i due ambiti di cui è partecipe
1. estensione (la materia)
2. pensiero (la coscienza)
» Spinoza si scontra con l’esperienza che limita il suo pensiero per cui si parla di “deduzione logica”
dell’infinità degli attributi, che coglie a priori dalla sostanza, e di “deduzione empirica” della loro dualità,
che coglie a posteriori dall’esperienza »non spiega però perché l’uomo ne percepisca solo due
» ragionamento sugli attributi nasce dalla volontà di spiegare la varietà del mondo
– Aporia: se la Sostanza è sempre se stessa in tutti i suoi attributi, perché l’uomo ne coglie una sola parte?
» introduce un motivo soggettivo che contrasta con l’oggettività dell’esposizione condotta finora
» compare il termine “intelletto” che finora Spinoza non ha analizzato né definito
– Modi = sono le affezioni della Sostanza, modificazioni accidentali della Sostanza
» sono le manifestazioni e le concretizzazioni particolari degli attributi
» possono essere pensati solo in riferimento all’estensione e al pensiero
» ogni corpo è modificazione accidentale dell’unica materia o estensione (come Cartesio)
» ogni mente è modificazione accidentale dell’unico pensiero (Cartesio invece concepisce la mente
individuale, come una sostanza a sé, che chiama «anima»)
» il “sostegno” di ogni realtà fisica o psichica è Dio
– Ci sono due tipi di modi
1. modi infiniti » sono proprietà strutturali degli attributi stessi
» es: dato l’attributo dell’estensione ne conseguono il movimento o la quiete
dato l’attributo del pensiero ne conseguono l’intelletto e la volontà
2. modi finiti » sono gli esseri particolari (es: “questo” corpo, “quella” idea)
» sono tra loro collegati in una catena causale infinita
DIO COME CAUSA DEL MONDO
– Riassunto » la Sostanza è la Natura come realtà infinita ed eterna
» essa si manifesta in un’infinità di dimensioni (attributi)
» essa si concretizza in un’infinità di maniere o di modi d’essere (modi)
» quindi tutto ciò che esiste o è un attributo di Dio o è modificazione dei suoi attributi
» pensiero ed estensione sono concetti originari (perché concepibili per sé) ma sussistono solo
in virtù della sostanza divina di cui sono manifestazioni » quindi Dio è pensiero e materia
– Dio come causalità immanente: la Natura è madre e figlia di se stessa
» la causalità divina rispetto al mondo assume il significato nuovo di attività produttrice il cui prodotto non
esiste fuori dalla causa bensì in essa stessa secondo uno schema di causalità immanente
» Dio non crea qualcosa di diverso da sé («nulla è fuori di Dio»)
– La causalità di Dio è libera
» non nel senso che Dio avrebbe potuto anche non creare il mondo ma che Dio agisce secondo le leggi
della propria natura, senza alcun condizionamento esterno
» in Dio libertà (in quanto assenza di costrizione) e necessità(come azione determinata dalle leggi della
propria natura) coincidono
– Natura naturante = Dio e i suoi attributi considerati come causa
– Natura naturata = insieme dei modi di Dio
– Perché l’estensione infinita si concretizza necessariamente in una serie infinita di corpi finiti e idee finite?
» Spinoza ricorre semplicemente all’attestato dell’esperienza, e non dà alcuna risposta
I DUE PROBLEMI FONDAMENTALI DELLO SPINOZISMO
– Due problemi
1. che cos’è alla fine la Sostanza di Spinoza?
» diverso concetto di Natura non come forza che genera le cose, ma ordine da cui seguono i modi
» negazione della tradizione popolare che concepisce la Natura secondo schemi antropomorfici, che la
vedono come potenza dinamica e procreante
» la Natura si identifica nell’ordine necessario e razionale del Tutto, l’ordine geometrico dell’universo
» la Natura non è la somma delle cose della realtà ma l’ordine intrinseco che le struttura
» quando Spinoza usa i termini “sostanza” , “attributi” , “modi” , “essenza” , “causa” …, riprende termini
della filosofia tradizionale ma con significato diverso
» naturalismo di Spinoza = panteismo (Dio è in tutto) + panteismo(tutto è in Dio)
» è ripensato alla luce della rappresentazione scientifica-moderna della realtà
» traduzione metafisica del modo di Galileo di rappresentare la Natura, che
coincide con l’insieme delle leggi universali dell’essere
2. che rapporti ci sono tra Sostanza ed i suoi attributi?
» scarta due modelli tradizionali: la dottrina della creazione e quella dell’emanazione
» no creazione » con una rappresentazione antropomorfica della divinità, si riduce il modo d’agire di
Dio al modo d’agire dell’uomo; infatti un atto creatore presuppone intelletto, volontà,
scelta…: cose che non hanno senso riferite alla Sostanza
» il concetto biblico di “creazione” implica quello di “nulla” , che è impensabile
» presuppone che la causa possa essere eterogenea all’effetto, ma è evidente che due
cose che non hanno nulla in comune non possono essere l’una causa dell’altra
» no emanazione » impensabile dopo l’avvento della scienza moderna
» la Sostanza è un ordine cosmico da cui seguono in modo necessario e matematico tutte le cose
» i singoli modi derivano dalla Sostanza come i teoremi derivano dai principi della geometria
» in questo universo non c’è nulla di contingente, perché ciò che è possibile si realizza necessariamente
» possibilità e realtà sono necessità in potenza ed in atto
» delle tre categorie aristoteliche modali (possibilità, realtà, necessità) rimane solo la necessità
CRITICA ALLA VISIONE FINALISTICA DEL MONDO E AL DIO BIBLICO
– La concezione di Dio come ordine geometrico dell’universo si contrappone alla visione finalistica concepita dalla metafisica greca e nella dottrina ebraico-cristiana
» è vero solo in parte che l’antifinalismo spinoziano è frutto della rivoluzione scientifica (supera Cartesio)
» si sposta dal piano gnoseologico a quello ontologico: le cause finali non esistono né in natura né in Dio
– Ammettere l’esistenza di cause finali è un pregiudizio dovuto alla costituzione dell’intelletto umano
» gli uomini ritengono di agire verso un fine o un bene, e trovarono a loro disposizione dei mezzi per
raggiungere questi fini » l’uomo è portato a considerare come mezzi tutte le cause naturali
» dato che i mezzi non sono stato prodotti da loro stessi, credono che Dio li abbia preparati per loro
» nasce così il pregiudizio che la divinità produca e governi le cose per l’uso degli uomini al fine di legare
gli uomini a sé e per essere onorata da loro
» così gli uomini accettano anche i disagi e gli svantaggi, che riconducono a Dio, che li ripartisce tra gli
uomini » ulteriore pregiudizio = giudizio divino supera la capacità umana di capire il suo disegno
» per fortuna venne la matematica che svelò la verità agli uomini: la visione a-finalistica
» consiste nel tentativo di spiegare il mondo mediante nozioni come il bene ed il male, il bello ed il brutto…
» queste nozioni non sono oggettive, quindi non possono essere criteri per la visione della realtà
– Errori concettuali del finalismo
1. considerare come causa ciò che in natura è effetto e viceversa, mettendo dopo ciò che in natura è prima
» non è la natura a conformarsi ai viventi, ma i viventi a conformarsi alla natura
2. rende imperfetto ciò che è perfetto
» perfetto è l’effetto direttamente prodotto da Dio, imperfetto quello che ha bisogno di cause
intermedie per essere prodotto
» se alcune cose fossero fatte da Dio come mezzi per un certo fine, sarebbero meno perfette di altre
3. toglie la perfezione da Dio
» se Dio agisse per un fine, significa che è mancante di qualcosa
– Contro l’antropomorfismo religioso
» rifiuta ogni riduzione di Dio nei limiti umani, tra cui rientra anche la visione biblica
» per la Bibbia Dio è un “super-uomo” , simile ai mortali in sentimenti ecc » prodotto della superstizione
» a questa immagine Spinoza sostituisce un Dio sovra-personale, coincidente con il Tutto cosmico
» spaccatura tra spinozismo e cultura ebraico-cristiana
PARALLELISMO TRA PENSIERO ED ESTENSIONE
– Pensiero ed estensione sono due realtà qualitativamente eterogenee (qui si distanzia da Cartesio)
» lo spirito non può mai essere materiale, la materia non può mai essere spirituale
» non possono influenzarsi a vicenda » come si spiega allora la connessione tra mente e corpo?
– Corpi ed idee concordano tra loro necessariamente come in una corrispondenza biunivoca
» ad ogni moto corporeo corrisponde un’idea e viceversa
» questo avviene perché il corpo è l’aspetto esteriore della mente, la mente è l’aspetto interiore del corpo
» uno stato esistenziale come l’emozione si può esprimere sia in termini fisiologici (battito del cuore,
rossore, sudore…) che psichici (paura, piacere…) » parallelismo psico-fisico nuovo per la filosofia
– Il parallelismo psico-fisico sottende un monismo metafisico
» monismo = teoria per cui tutto ciò che esiste è costituito da un’unica sostanza
» pensiero ed estensione non sono due sostanze ma due attributi diversi di una medesima Sostanza
» l’ordine delle idee si identifica con l’ordine delle cose della realtà » rapporto tra idee e realtà cessa di
essere un problema gnoseologico ma ontologico
» c’è bisogno però di una “conoscenza adeguata” , capace di riprodurre l’ordine oggettivo delle cose
L’ETICA
– Nell’Etica la riflessione metafisica è finalizzata alla riflessione morale (ars vivendi)
» 3 ambiti tematici » Dio (trattazione teologica)
» mente che conosce (trattazione gnoseologica)
» libertà dell’uomo dalle passioni (trattazione morale)
» essendo l’uomo parte della Natura-Dio, non si può definire un’etica prendendo l’uomo in quanto ente
finito, ma comprendendo la sua collocazione nell’infinito di cui è manifestazione accidentale
– La naturalità dell’uomo
» contro l’antropologia tradizionale che vede l’uomo come eccezione all’interno della natura
» la specie umana è una manifestazione naturale come tutte le altre, sottoposta alle stesse leggi
dell’universo » toglie l’uomo dal suo statuto ontologico come creatura “privilegiata”
» principio di base: la Natura è sempre la medesima » uomo sullo stesso piano di animali e vegetali
– Il geometrismo morale
» le azioni umane obbediscono a regole fisse e necessarie, studiabili con matematica obiettività
» l’unico atteggiamento filosofico conveniente davanti alle passioni non è quello di deriderle,
compiangerle o condannarle, ma quello di comprenderle trattandole non come vizi della natura umana,
ma come proprietà costitutive necessarie dell’uomo (viene definito per questo “Machiavelli dell’etica” )
» su questa base costruisce uno schema geometrico delle passioni umane con lo scopo di
1. individuare le leggi che reggono la condotta pratica degli individui
2. ricondurre la schiavitù dell’uomo alla potenza delle passioni, la sua libertà alla potenza dell’intelletto
GLI EFFETTI PRIMARI
– Affetti = passioni = modificazioni del corpo
» si distinguono in » azioni: affetti di cui siamo “causa adeguata”
» passioni: affetti che subiamo
– Lo sforzo di autoconservazione
» istinto di autoconservazione = principio secondo cui «ogni cosa, per quanto sta in essa, tende a preservare
il proprio essere» che costituisce l’essenza della cosa stessa
» nell’uomol lo sforzo di autoconservazione corrisponde
1. alla Volontà quando si riferisce solo alla mente
2. all’Appetito quando si riferisca alla mente e al corpo = essenza dell’uomo
» Cupidità= Appetito cosciente di sé nell’uomo
– Letizia e Tristezza
» la Cupidità o il Desiderio è il primo ed il principale degli affetti
» dalla Cupidità segue » Letizia = affetto connesso al passaggio da una perfezione minore ad una maggiore
» Tristezza= affetto connesso al passaggio da una perfezione maggiore ad una minore
– Affetti primari » la Cupidità
» la Letizia
» la Tristezza
» da questi derivano tutti gli affetti secondari (le altre emozioni)
– Il bene ed il male
» dagli affetti primari scaturiscono il bene ed il male
» bene e male non sono entità ontologiche assolute ma relative alla Cupidità
» bene= ciò che giova allo sforzo di autoconservazione (è fonte di Letizia)
» male= ciò che nuoce allo sforzo di autoconservazione (è fonte di Tristezza)
GLI AFFETTI SECONDARI
– Quando Letizia e Tristezza sono accompagnate da una causa esterna danno origine agli affetti secondari
» Spinoza elenca tutti gli affetti secondari ricavandoli e concatenandoli con geometrica necessità
» entra nelle profondità delle emozioni umane » precursore della psicologia scientifica
– Affetti secondari basilari » Amore = Letizia accompagnata dall’idea di una causa esterna
» Odio = Tristezza accompagnata dall’idea di una causa esterna
LA SCHIAVITU’ E LA LIBERTA’ DELL’UOMO
– L’illusione del libero arbitrio
» lo sforzo di autoconservazione si identifica con la ricerca del proprio utile
» la ricerca del proprio utile rappresenta la comune legge di comportamento di tutti gli esseri viventi
» ogni tentativo di sottrarsi da questo meccanismo necessario di passioni è illusoria perché equivale ad un
tentativo di sottrarsi alle leggi deterministiche che regolano il cosmo
» il libero arbitrio è un’illusione dell’uomo («Gli uomini si credono liberi, perché sono consci dei loro
voleri e desideri, ma ignorano le cause per cui sono condotti a desiderare e bramare» Etica, I)
» poiché questo pregiudizio è innato nell’uomo è difficile liberarsene
– Problema dell’etica spinoziana
» Spinoza si chiede se l’uomo, senza evadere la necessità della struttura del cosmo, possa raggiungere
attraverso la ragione una qualche forma di libertà » come essere liberi dagli affetti se sono necessari?
» risponde rivoluzionando il modo di intendere la “libertà dalle passioni”
– Schiavitù = impotenza dell’uomo a moderare e reprimere gli affetti
» l’uomo sottoposto agli affetti non è padrone di sé
» se l’uomo fosse passione non sarebbe mai libero, ma l’uomo è anche ragione cioè conoscenza
» anziché subire inconsapevolmente, può porsi davanti alla necessità in modo consapevole
» comportamento passionale = conoscenza inadeguata della realtà con cui si è impotenti e passivi
» comportamento razionale è dettato da una conoscenza adeguata della realtà, con cui si è attivi
– Libertà = possibilità di acquistare consapevolezza dei meccanismi necessari basati sul principio di
autoconservazione, non sentendosi “schiacciati” da essi
» agiamo sempre in vista dell’utile » in questo senso non siamo liberi ma determinati
» l’alternativa per l’uomo è tra
1. schiavitù delle passioni = agire in modo istintivo e inconsapevole
2. libertà dalle passioni = agire in modo consapevole ponendosi come soggetto attivo
» la ragione non è contro natura, quindi non può che riconoscerla e assecondare l’inclinazione verso l’utile
– Virtù = vivere secondo natura, assecondando la ricerca dell’utile sotto la guida consapevole della ragione
– Potere della mente sulle passioni
» tanto più conosciamo un affetto, tanto meno ne siamo travolti » conoscenza adeguata
» la mente, con una conoscenza adeguata degli affetti può modificare l’idea della causa che li produce
» le passioni non possono essere represse o estirpate ma possono essere private della loro forza perturbante
– La conoscenza delle necessità
» conoscenza adeguata = quella che percepisce le cose sotto l’aspetto della necessità
» quando capiamo che non c’è nulla di contingente ma tutto è necessario, la forza violenta dell’affetto e la
sua carica nociva si stemperano (es: tristezza per un bene perduto si mitiga se l’uomo considera che quel
bene non poteva essere mantenuto da lui in alcun modo)
– Paradosso dell’etica spinoziana
» la conoscenza adeguata restituisce all’uomo il senso della sua dipendenza dal Tutto
» la libertà è la consapevolezza della propria necessità
» è virtuoso e felice chi sa di essere una modificazione finita e transitoria dell’infinito e nell’infinito
LA VIRTU’ TRA RAGIONE ED EMOZIONE
– La conoscenza di Dio come bene supremo
» la conoscenza adeguata è fonte di libertà e di beatitudine, quindi è il bene supremo per l’uomo
» la conoscenza adeguata consiste nel comprendere la realtà alla luce dell’ordine necessario del mondo
» questa è definita «conoscenza di Dio» poiché Dio è lo stesso ordine necessario
» è chiamata anche «amore intellettuale di Dio», che riconosce sé come parte di una totalità
– Ragione ed emozione
» la conoscenza di Dio è anche amore, è un’emozione di gioia che accompagna la coscienza di sé
» legame tra ragione ed emozione
» la suprema virtù e felicità consiste nel vivere secondo ragione (come per gli stoici)
» ma la ragione non riesce da sola a renderci liberi e felici, è efficace quando genera emozioni con cui
vincere la tristezza, propria dell’uomo ignorante (punto innovativo di Spinoza)
» per rendere felice l’uomo, la ragione deve farsi emozione, gioia del possesso della verità
– Felicità e virtù
» non affetto negativo non può essere ostacolato né tolto se non da un affetto contrario più forte
» perciò la felicità non è la virtù in quanto repressione delle passioni ma in quanto superamento delle
passioni negative da parte di una passione superiore
» attraverso la gioia (che è la virtù stessa, non il premio della virtù) il sapiente (l’uomo virtuoso e libero)
vince il malessere, la tristezza che scaturisce dal più grande dei timori (quello della morte)
– La dimensione sociale della moralità
» incontro tra antichità e modernità = vivere l’esistenza nella sua perfezione mondana
» in contrasto con l’etica ellenistica, concepisce la virtù e la ricerca dell’utile in chiave sociale
» l’uomo morale è un uomo sociale: la ragione spinge l’individuo ad unirsi ai suoi simili per meglio
conseguire un utile che in questo modo diventa collettivo (il bene comune)
» così ciascuno cerca per sé l’utile comune a tutti
I GENERI DELLA CONOSCENZA
– Il primo genere: percezione sensibile / immaginazione
» con questo primo modo la mente coglie la realtà in modo slegato tramite idee confuse
» l’intelletto si limita a subire senza comprendere come se ci fossero conseguenze senza premesse
» corrisponde alla conoscenza pre-scientifica che percepiva le realtà isolatamente o le univa in “classi” di
nomi comuni (i cosiddetti universali) » il mondo appare molteplice e temporale
» il mondo è visto come » pluralità di cose esistenti in relazione ad un certo spazio e tempo
» imperfetto e pieno di male
» errore di questo genere di conoscenza = inadeguatezza, nella modalità parziale e confusa di conoscenza
» corrispondente etico = schiavitù delle passioni
– Il secondo genere: uso della ragione
» si fonda sulle “idee comuni” (espressione stoica) = idee adeguate, chiare e distinte proprie della ragione
» le idee comuni riproducono le caratteristiche strutturali delle cose (estensione, figura, movimento…)
» il secondo genere si identifica con la visione razionale del mondo, che ha espressione nella scienza
» il mondo è visto come » unitario: la molteplicità è l’insieme dei modi di un’unica Sostanza
» eterno: ogni modo considerato in Dio, che è eterno, risulta eterno
» bene, male, perfezione, imperfezione sono categorie solo umane e soggettive
» corrispondente etico = vivere secondo ragione/virtù (uomo è padrone dello sforzo di autoconservazione)
– Il terzo(e supremo) genere: la scienza intuitiva
» si fonda sull’intelletto e consiste nel concepire la realtà alla luce della Sostanza cogliendone la struttura
ontologica e l’articolazione Sostanza-attributi-modi
» questa conoscenza si identifica con la metafisica = visione delle cose nel loro scaturire da Dio
» la mente si alza al di sopra delle limitazioni del finito e si colloca dal punto di vista di Dio
» da questa prospettiva l’universo appare diverso
» perciò oltre che al dualismo gnoseologico (conoscenza inadeguata-adeguata) c’è anche uno ontologico
– Amore intellettuale di Dio = letizia che scaturisce dalla conoscenza di terzo tipo
» la coscienza di essere parte della Natura e quindi di Dio genera letizia
» è parte dell’amore infinito con cui Dio ama se stesso
» la beatitudine coincide con l’amore intellettuale di Dio e si identifica con la libertà e la virtù
– Messaggio ultimo di Spinoza
» la somma perfezione esistenziale consiste nel perseguire l’utile in modo razionale e vivere la vita nel
miglior modo possibile rapportandosi al Tutto, a Dio
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