L’espressionismo è un orientamento artistico svolto ad esprimere sensazioni ed emozioni soggettive, più che a rappresentare la realtà oggettiva. Questo si sviluppò in Europa dai primi anni del XX secolo. Uno dei primi e più significativi esponenti della pittura espressionista europea è Edvard Munch. In lui si ritrovano tutti i grandi temi sociali e psicologici del tempo: dall’incertezza del futuro alla disumanizzazione della società borghese, dalla solitudine umana al tragico incombere della morte, dall’angoscia esistenziale alla crisi dei valori etici e religiosi.
Personalità complessa e contraddittoria, Munch nasce a Loten, in Norvegia, nel 1863
L’anno successivo si trasferisce a Cristiania (l’odierna Olso) e nel 1868 la madre muore di tubercolosi. A partire dal 1880 Munch intraprende regolari studi artistici alla Scuola Reale di Pittura di Olso e la sua prima formazione risente dell’evidente impostazione naturalistica dei suoi primi maestri.
Il contatto con gli impressionisti parigini gli consente di illuminare la propria tavolozza. Nel 1892 Munch espone a Berlino una cinquantina di suoi dipinti e il giudizio della critica è cosi drastico che dopo una sola settimana la mostra viene sospesa.
Muore nel 1944, nella sua proprietà di Ekely, presso Oslo, lasciando tutti i suoi beni e le opere di sua proprietà al municipio della capitale che nel 1963, in occasione del centenario della nascita, gli dedica un apposito museo: il Munch Museem.
Munch parte dall’abbandono di ogni tradizionalismo. Abolito il disegno, abolito il chiaroscuro. Il primo esempio, si ha né La fanciulla malata, ove l’artista ricorda l’agonia e la prematura scomparsa della sorellina. La scena rappresenta una ragazza dai capelli rossi a letto, con le spalle appoggiate a un enorme cuscino bianco. Accanto, forse inginocchiata, vi è una figura femminile dal corpo reclinato.
I due personaggi sono muti. La fanciulla spalanca un occhio vitreo e allucinato, presagio di sventure, e la sua mano sinistra è carezzata da quella della donna. L’incrocio di queste mani, delineato con pochi, rapidissimi colpi di colore, non è affatto casuale: ciascuno può infatti, controllare come ricada perfettamente all’incrocio delle due ipotetiche diagonali, dunque nel centro geometrico del dipinto. La prospettiva della stanza è angusta. Il letto sembra compresso tra il comodino e una parete, sulla quale pende un tendaggio verdastro. L’aria che si respira è pesante, quasi viziata. Munch vuol farci sentire l’odore della malattia, il senso di chiuso, gli aromi acuti degli sciroppi e delle medicine. L’unica luminosità proveniente dal cuscino e dal volto pallido della ragazza. Ma non sembra luce riflessa: è come se la federa e la pelle emanassero una loro luminescenza intrinseca e spettrale. L’artista al posto della descrizione naturalistica dei corpi mette degli abbozzi di colore, al di fuori di qualsiasi regola mai prima sperimentata; anche tutte le convenzioni del colore accademico vengono trasgredite. Egli vuole rappresentare sentimenti, non materiali, e anche i personaggi altro non sono che involucri di passioni o di angosce.
Pubertà, un olio del 1894 che anche se su piani diversi non destò meno scalpore de Il grido. Il soggetto è quello di un’adolescente nuda nell’ambiente nudo, seduta di traverso su un letto appena rifatto, simbolo di una verginità ancora intatta e guarda con ansia sbigottita al futuro.
Il disegno è penetrante e sottile; è rappresentato soltanto essenziale: la ragazza, il letto e l’ombra della ragazza sulla parete.
Egli arriva a deformare l’aspetto esteriore delle persone e dell’ambiente esterno, come risultato della forte espansione emotiva dell’interiorità umana.
Usa colori caldi e freddi in contrapposizione per creare un senso di aggressività.
Il corpo della fanciulla appare ancora acerbo: ai fianchi che sono già di donna, infatti, fanno stridente riscontro le spalle ancora infantili e i seni appena abbozzati. Lo sguardo è fisso, quasi sbigottito, e le braccia si incrociano pudicamente sul pube in un gesto istintivo di vergogna.
Il volto incerto e spaurito dice il turbamento della ragazza e sottolinea il rimpianto per la fanciullezza perduta e la contemporanea angoscia per una maturità alla quale non ci si sente ancora preparati.
L’ ombra è realistica, la sua forma è giustificata dall’illuminazione frontale, solo un po spostata verso sinistra; tuttavia quell’ ombra ingigantita, che nasce del corpo stesso della fanciulla incombe come un fantasma, e rappresenta le incognite future e le sofferenze a cui l’amore inevitabilmente condurrà.
Il letto è anch’esso realistico, difatti si vede l impronta della ragazza seduta, si sente il tepore lasciato dal corpo ed è il simbolo di due poli opposti 1′ amore e la morte.
Munch irrompe nel panorama pittorico europeo con una violenza tale che non rimarrà senza conseguenze, anticipando di circa un decennio l’esplosione del fenomeno espressionista.
Il cammino dall’infanzia all’adolescenza