Vita.
Infanzia. Giuseppe Parino, nato il 23 Maggio 1729 a Bosisio,
in Brianza, da una famiglia di modeste condizioni (il padre era un piccolo
commerciante di seta);
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Dopo i primi studi, a 10 anni fu condotto a Milano, presso una
prozia, Maria Lattuada, che si occupò di istruirlo, e, dopo la morte
(avvenuta poco dopo), gli lasciò una piccola rendita annua, a patto che
lui si facesse sacerdote;
Ordinazione sacerdotale. così Parini intraprese la carriera
ecclesiastica, e nel 1754 fu ordinato sacerdote, pur senza alcuna
vocazione, ma bisogna dire che portò avanti tutti gli impegni che il
sacerdozio gli richiedeva, con serietà;
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c’è da dire che quello all’epoca era uno dei pochissimi modi in cui un ragazzo
di modeste condizioni potesse accedere agli studi.
Prime poesie. Nei primi anni ’50 (1752) pubblicò la sua prima raccola di
poesie, con lo pseudonimo di Ripano Eupilino (Alcune poesie di Ripano
Eupilino): Ripano è l’anagramma di Parino;
Eupili è il nome latino del monte Pusiano, vicino al paese in
cui Parini era nato;
L’Accademia dei Trasformati. notorietà che gli procurò questa
pubblicazione, gli valse l’ammissione all’Accademia dei Trasformati: uno
degli ambienti più prestigiosi della cultura milanese, dove gravitavano
parecchi letterati illuministi, ma che non aveva lo stesso atteggiamento
polemico ed eversivo dell’Accademia dei Pugni.
Precettore dai Serbelloni. Nel 1754 entra a servizio del duca Gabrio
Serbelloni, come precettore dei figli (tipica occupazione di intellettuali
poveri, che non avevano altri mezzi per vivere);
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qui il giovane Parini conosce l’ambiente dell’aristocrazia milanese, sia pur da
subalterno; e questa esperienza influì non poco nella materia del Giorno;
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Casa Serbelloni era un ambiente culturale vivo e progressista: la duchessa Maria
Vittoria era di fatto separata dal marito, e amante di Pietro Verri; era una
donna colta, e seguiva gli illuministi;
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Parini è un giovane sacerdote, fermamente convinto del concetto di uguaglianza,
e chiaramente mal sopportava i privilegi della classe nobiliare;
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i suoi rapporti coi Serbelloni si ruppero in seguito ad una discussione con la
duchessa: Parini aveva preso le difese della figlia del maestro di musica (Sammartini),
trattata troppo duramente dalla signora; e dopo questo fatto si licenziò;
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l’anno dopo divenne precettore di Carlo Imbonati.
Il Mattino e Mezzogiorno. Dopo aver lasciato casa Serbelloni, Parini
pubblica in forma anonima due poemetti il Mattino e il Mezzogiorno,
in cui attaccava duramente la nobiltà;
– anche se anonimi, furono subito riconosciuti come suoi, e gli valsero
grande fama;
Incarichi ufficiali. Divenuto quindi noto tra i più illustri
intellettuali milanesi, fu coinvolto, come altri, dal governo austriaco che
gli affidò incarichi prestigiosi:
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nel 1768 il conte Firmian (governatore di Milano), gli affidò la
direzione del giornale «Gazzetta di Milano»;
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nel 1769 l’incarico di insegnante di lettere alle «Scuole Palatine»;
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qualche anno dopo le scuole palatine si trasferirono nel palazzo di Brera,
che era anche la sede dell’Accademia di Belle Arti: qui Parini conobbe alcuni
importanti artisti: Andrea Appiani, e Giuseppe Piermarini, che
seguivano il nuovo orientamento neoclassico, ispirato ai principi di
proporzione, armonia, la «nobile semplicità» e «quieta grandezza» di cui aveva
parlato Winkelmann.
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Parini quindi divenne, uno di quegli intellettuali illuministi milanesi, come
Verri e Beccaria, impegnati in prima persona nel progetto di riforma dello
Stato.
Napoleone. Dopo l’arrivo delle truppe di Napoleone a Milano nel 1796 Parini
fu in un primo tempo coinvolto anche nel nuovo governo, con incarichi pubblici;
ma preso fu allontanato per dei dissidi che sorsero con la municipalità.
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da allora visse appartato fino alla morte nel 1799.
Quindi la vita artistica di Parini si divide in due fasi: prima del ’68, quando
si trova alle dipendenze della colta e aggiornata aristocrazia milanese; dopo
il ’68, libero intellettuale, alle dipendenze del governo austriaco in qualità
di funzionario pubblico.
Le odi
Le prime poesie. Nelle prime poesie giovanili (1752 Alcune poesie di
Ripano Eupilino) Parini segue ancora il gusto dell’Arcadia: una poesia
dis’impegnata, staccata dalle discussioni sull’attualità, molto legate ai modelli
classici;
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solo alla fine degli anni ’50 inizio ’60 Parini si rinnova profondamente, e
associa alla sua poesia le battaglie per il rinnovamento civile.
L’ode. L’Ode, come genere lirico, era stata introdotta dall’Arcadia, che
riprendeva, ovviamente, modelli della poesia greca e latina, in particolare
Orazio;
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a differenza della canzonetta, che aveva toni più tenui e frivoli, l’ode aveva
contenuti elevati e toni solenni;
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la forma metrica era comunque simile alla canzonetta: verso breve, molto
cantabile;
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durante la sua carriera Parini scrisse molte odi, leggendole nell’Accademia dei
trasformati, e a volte pubblicandole sciolte;
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solo negli anni ’90 (1795) le pubblicò in una raccolta organica di 24 odi;
Ideologia poetica. La posizione ideologica di fondo di Parini è che egli
vuole trasformare radicalmente i contenuti, mantenendo inalterate le strutture.
Le odi illuministiche. Le più importanti sono quelle legate alla battaglia
illuministica: hanno argomento d’attualità, spesso trattano temi pratici e
concreti, temi che facevano parte del dibattito politico contemporaneo,
tipico, ad esempio, di molti articoli del «Caffè»:
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L’educazione: dove vuole dare modelli per la formazione
della classe dirigente nobiliare; il modello era quello di educazione umanistica
globale;
– La salubrità dell’aria: dove affronta il tema della salute
pubblica, specialmente in prossimità di risaie e marcite, dove c’era un problema
ecologico di contaminazione dell’aria;
– L’innesto del vaiuolo: qui appoggia la nuova tecnica di innesto
del vaiolo vaccino per prevenire epidemie, contro ogni forma di pregiudizio e
oscurantismo verso le nuove tecniche scientifiche;
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L’evirazione: dove si scaglia contro la pratica di evirare i
bambini per farli diventare futuri cantanti;