Gli elementi fondamentali. L’espressione artistica dell’Illuminismo
prevalente nella seconda metà del Settecento è il Neoclassicismo, che si unisce
a sua volta con gli ideali dell’illuminismo. Gli elementi fondamentali:
1)
l’arte deve essere ispirata dalla ragione, e rifarsi ai criteri antichi
di armonia, regolarità, semplicità;
2)
contemporaneamente l’arte deve essere utile alla società (elemento
illuministico), ed essere impegnata in senso civile ed etico (Parini, Foscolo);
Tendenze opposte. Questa tendenza si afferma soprattutto in Francia e
in Italia;
–
meno in Germania e Inghilterra, dove già a fine secolo viene
presto sostituita dal Romanticismo in aperta contrapposizione al
Neoclassicismo.
–
In realtà il Neoclassicismo ha già dentro di sé alcune forze che fanno
presagire il Romanticismo.
Le tre linee di tendenza. Esistono dunque tre filoni di elaborazione teorica
sull’arte:
1)
Il Neoclassicismo propriamente detto. L’estetica del
Neoclassicismo è stata formulata intorno alla metà del secolo. I principali
teorici sono
– l’archeologo tedesco Johan Joachim Winkelmann;
– lo scrittore Gotthold Ephraim Lessing;
– il filosofo enciclopedista francese Diderot;
La teorizzazione dell’estetica Neoclassica parte dal concetto di imitazione
della natura:
– l’arte non deve essere un’imitazione della natura, ma
una sua rielaborazione da parte dell’artista, che opera una sintesi
superiore rispetto a tutte le realtà naturali (sintesi);
– il principio ispiratore di questa sintesi deve essere l’ideale di
grazia e armonia, che si rifà alla formulazione winkelmaniana di «nobile
semplicità» e «quieta grandezza» (è implicita una critica al Rococò,
considerato troppo frivolo e decorativo);
– in generale l’arte neoclassica diffonde un senso di malinconia e
inquietudine, date dalla consapevolezza della separazione tra mondo antico e
moderno: quella comunione tra uomo e natura tipica degli antichi oggi non è
più possibile (Vico);
– non si dovevano soltanto imitare gli antichi, ma calare le opere nella
contemporaneità, come per altro avevano fatto gli autori antichi: fare
come avevano fatto loro, non fare le stesse cose che avevano fatto loro;
– in Italia era ancora viva l’esperienza dell’Arcadia, e pertanto era presente
anche un neoclassicismo più dis’impegnato e meno militante, ad esempio quello di
Monti.
2)
Le tendenze preromantiche interne al Neoclassicismo.
All’interno del Neoclassicismo vi è anche una tendenza che fa già
presagire il Romanticismo. Una novità è stata la teorizzazione della
categoria estetica del Sublime.
– ad animare la discussione intorno al sublime è stato uno studioso
inglese, Edmind Burke.
– Nel suo saggio (del 1759) Burke afferma che anche le sensazioni di
terrore e sbigottimento di fronte alla morte o altre situazioni
possono essere fonte di piacere estetico: questo è il concetto di sublime:
ansia, paura, terrore, sbigottimento erano sensazioni legate all’idea di
bello.
– nascono quindi opere d’arte che rappresentano notturni, cimiteri,
sepolcri, castelli abbandonati;
3)
Le tendenze anticlassicistiche. Le posizioni anticlassiche
prendono piede in particolare in Inghilterra e in Germania.
a)
Inghilterra. Qui una posizione anticlassica fu proposta da James
Macpherson.
– Macpherson aveva scritto un’opera, spacciandola per una traduzione di canti
medievali dei bardi (poeti di canti popolari del Nord) gaelici e irlandesi: i
canti di Ossian (1761/62);
– l’opera fu ritenuta autentica, ed ebbe immenso successo in tutta
Europa.
– nacque il mito romantico di una poesia come frutto spontaneo di una
natura umana primitiva, non mediata dalla cultura e dalla ragione; una poesia
come espressione della sensibilità popolare.
– alle tesi di Winkelmann e ai modelli neoclassici si opponevano Shakespeare,
ritenuto il maggior interprete dello spirito poetico delle popolazioni del Nord.
b)
Germania. Qui tra gli anni 70/’70 prese piede il movimento dello
Sturm un Drang.
– anche qui la poesia naturale come espressione spontanea e immediata del
popolo viene contrapposta al Neoclassicismo;
– vengono esaltati i concetti di «cuore», «intuizione», «spontaneità»,
«genio», e anche qui Shakespeare era considerato modello di questo genio
popolare.
–
gli autori principali sono Herder, e il giovane Goethe.