A.S. 2001-2002
TESINA PER L’ESAME DI STATO DI LAURA BOSONI
Il diavolo
– Les dieux s’en vont –
Ars diabolica
Ebbene sì, anche in storia dell’arte troviamo delle testimonianze di rappresentazioni del Diavolo. A dire il vero l’iconografia del Diavolo è pressoché nulla durante il periodo paleocristiano; il tema diventa molto sviluppato durante il Medioevo, soprattutto nella decorazione di capitelli. Il Diavolo viene rappresentato come un serpente dalla testa umana, di drago (vedi S. Michele a Pavia o S. Zeno a Verona), di leone (vedi Duomo di Modena o Duomo di Trento), di orso, di lupo, scorpione, corvo o gufo. Ma la figura più famosa nonché utilizzata è quella umana, orrida e terrificante, che ricalca la forma dei satiri pagani o della Gorgogna: nudo (la nudità è il simbolo della degradazione), di figura mostruosa, dai tratti bestiali, con piedi di capra e tre volti a dir poco ripugnanti, al limite del grottesco;i suoi colori sono il rosso, il verde ed il nero; i suoi attributi sono l’uncino e la forca.
Durante il periodo rinascimentale, in cui sappiamo che “l’uomo è considerato fautore della storia e al centro dell’universo” , c’è una sorta di “riscoperta” della figura diabolica ora vista, come è facile da intuirsi, in modo meno bestiale poiché viene ridimensionata, umanizzata diventando, così, decisamente più “dignitosa” rispetto al passato.
Si ricordino, come testimonianze del tempo, le opere più belle in cui la figura del Diavolo è sicuramente importante:
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