“Aristotele e il giavellotto fatale” di Margaret Doody
18 Gennaio 2015LA MORTE DI MARAT – Jacques-Louis David
20 Gennaio 2015JACQUES-LOUIS DAVID (1748-1825)
Studia all’accademia e nel 1775 vince il prix de Rome, una borsa di studio per viaggiare a Roma e in tutta Italia (Firenze e Napoli). Nel suo viaggio cambia completamente opinione sull’arte classica, partiva da una concezione negativa poiché la vedeva come morta. Durante soggiorno quinquennale deve spedire due opere fatte da lui: “i littori portano a Bruto le salme dei figli” e “il giuramento degli Orazi”. Opere inviate al re. Accusato di trasformismo, durante rivoluzione sovrintendente delle arti (a favore dei Giacobini) ma poi ritrae Napoleone.
– Soggetto: sceglie un episodio dalla storia leggendaria romana. Gli Orazi sono coloro che danno la vita per la Repubblica (dopo pochi anni ci sarà lo scoppio della rivoluzione francese) » tema attuale. E’ proprio l’aver toccato sentimenti e ideologie del tempo che dà tanta risonanza a questo dipinto. Qui David sceglie di rappresentare non l’ultima parte della storia, ma quella precedente, il momento più drammatico, in cui i figli giurano di vincere o di morire davanti al padre che consegna loro le armi, elogiando così la loro virtù patriottica » diventerà infatti il pittore della rivoluzione francese
– Impostazione della scena: mette a tema il drammatico contrasto tra affetti familiari e amor di patria che spinge a combattere. Ad ogni gruppo di figura corrisponde un preciso spazio architettonico (tre arcate): i tre figli si trovano nella zona opposta a quella dove sono situate le madri piangenti e mollemente abbandonate al suolo, come senza più forze. Oltre questa contrapposizione orizzontale tra i molli corpi femminili e i vigorosi corpi maschili c’è una seconda contrapposizione in profondità tra un secondo piano al buio e un primo piano illuminato da una fascio luminoso laterale su cui si inseriscono tutte le figure, messe in risalto dal buio dietro di loro, proprio come se fosse il palco di un teatro illuminato da riflettori » impostazione assolutamente teatrale (anche per la forte gestualità ed espressività dei volti)
– Prospettiva fortemente centrale: la luce stessa e soprattutto l’impostazione dello spazio in cui son inserite le figure conduce l’occhio dell’osservatore verso le mani protese in giuramento, punto focale della prospettiva e centro emotivo. Con questa prospettiva è realizzato l’atrio cubico e austero.
– Colore: David sceglie di usare pochi colori, non selezionati a caso; richiamano infatti quelli della comune di Parigi (rosso, bianco, blu)
– I corpi sono perfettamente proporzionati, plastici e anatomicamente definiti (rispetta i canoni estetici proposti da Winckelmann); non sono corpi ritorti e in movimento come quelli di Michelangelo
– Da osservare: semplicità, sobrietà, essenzialità (anche nel numero di figure, non è una scena affollata), rigorosità della costruzione formale
– Valori che comunica la composizione = dare la vita per un ideale » rapporto arte-politica