Storia romana
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27 Gennaio 2019Il più grande uomo scimmia del Pleistocene di Roy Lewis. Relazione di Colombo Luca 1 F
Titolo: il titolo è “Il più grande uomo scimmia del Pleistocene” ed è un libro storico-fantastico.
Autore: Roy Lewis nasce il 6 novembre 1913 a Belfast; la sua famiglia si trasferì lì dall’Inghilterra. Lewis apparteneva ad un solido ambiente borghese dove la cultura intellettuale ha un ruolo importante e la formazione professionale dei figli è importante e viene seguita in modo accurato. Roy frequentò scuole altamente qualificate e alla fine degli anni ’30 si ritrovò un giovane e brillante aspirante giornalista desideroso di conoscere il vasto impero cui l’Inghilterra era ancora a capo. Lo scoppio della seconda guerra mondiale lo sorprese in Australia dove si arruolò. Dopo gli anni della guerra, Lewis rientrò in Inghilterra e riprese la sua carriera di giornalista per testate prestigiose. La sua professione lo portò a viaggiare in continuazione, non solo in Asia, ma anche in Africa. Durante uno dei suoi viaggi incontrò, in Kenia, il paleoantropologo Louis Leachei, impegnato nelle ricerche sugli ominidi fossili. Da questo incontro, ebbe origine l’idea di trasferire tutto in un libro che è «il più grande uomo scimmia del pleistocene». Nella sua lunga carriera ha scritto numerosi libri. E’ in pensione dal 1981.
Trama: Ernest, il narratore di questo libro, con la sua ingegnosa famiglia: il padre Edward, che fu senza dubbio “il più grande uomo scimmia del Pleistocene”, zio Vania, che tornava sempre a vivere sugli alberi zio Lan, per non parlare delle ragazze. Essi si trovarono sotto la guida dell’ingegnoso Edward durante l’incredibile viaggio, pieno di scoperte, iniziato con la completa distruzione del loro paradiso. Essi scoprirono le cose più grandi e spaventose che l’uomo dovette mai affrontare: il fuoco, il matrimonio, la caccia con lance, l’arco. E naturalmente non mancarono le dispute e le lotte, perché ogni volta si poteva discutere se le nuove invenzioni di Edward erano davvero buone o cattive, se non rischiavano di sfuggire al controllo e soprattutto se andavano contro la natura ecc. Alla fine, dopo tutte queste evoluzioni, Edward muore proprio a causa della sua voglia di inventare, ucciso proprio dal figlio con la più grande arma di caccia l’arco.
Personaggi: i personaggi principali del racconto sono zio Vania, che odia ogni tipo di tecnologia o innovazione, Edward, il più grande uomo scimmia del pleistocene che introduce tutte le innovazioni, e la numerosissima famiglia che insieme ad Edward si avventura in giro per il continente.
Spazio: la vicenda si svolge nelle foreste, praterie, grotte del Pleistocene, ma sempre in luoghi ben aperti, a parte le grotte.
Tempo: i fatti vengono narrati, come viene detto nel titolo, nel Pleistocene. Essi si svolgono in parecchi anni con momenti lenti durante i quali vengono spiegate le varie invenzioni e i pensieri del gruppo. Ci sono anche numerose ellissi, infatti si passa da un anno all’altro senza accorgersene.
Stile: l’autore utilizza un linguaggio molto comprensibile senza inserire dialetti di alcun tipo. Egli utilizza un registro quasi del tutto colloquiale senza inserire differenze radicali tra i modi di parlare dei vari personaggi.
Tecniche: nel testo prevale il discorso diretto senza monologhi interiori o flussi di coscienza.
Narratore: il narratore è un personaggio che vive molto direttamente le varie vicende, il figlio di Edward.
Tematiche: il tema fa riflettere sull’evoluzione dell’uomo e ci fa capire che anche cose che a noi sembrano “stupide” in realtà sono la base del nostro benessere e di come in un attimo, con un piccolo errore si possano distruggere anche le cose a noi più care.
Commento: questo libro mi è piaciuto in parte perché mette in evidenza le varie idee su come evolversi e su come sono state scoperte molte cose come il fuoco o la carne cotta non mi è piaciuto il fatto che viene considerato in un certo senso pazzo zio Vania perché questo personaggio mette in evidenza la paura dell’evoluzione e sulla prevenzione di grandi disastri, come l’incendio della foresta. In generale mi è parso abbastanza divertente, ma anche molto banale.
Luca Colombo