PROGRAMMA DI GEOGRAFIA
27 Gennaio 2019Rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro
27 Gennaio 2019Relazione di narrativa di Francesco Dolci su Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern
DOLCI Francesco – anno scolastico 2000/2001
ANALISI DEL TESTO NARRATIVO
IL TITOLO: Il Sergente nella Neve
Il GENERE LETTERARIO: Diario Autobiografico
L‘AUTORE: Mario Rigoni Stern
Mario Rigoni Stern, terzo di sette fratelli, nasce il 1° novembre del 1921 ad Asiago, un piccolo paese dell’Altipiano dei Sette Comuni nelle Prealpi venete, in provincia di Vicenza. La vita
Nel 1938, a diciassette anni, frequenta volontario, la Scuola Militare Centrale d’Alpinismo d’Aosta, dove in breve diviene caporale, caporalmaggiore e istruttore. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, viene mandato presso diversi fronti e ottiene la promozione a sergente. Con tale grado, dopo il trasferimento al Battaglione sciatori del Monte Cervino, il 13 gennaio 1942 parte una prima volta per la Russia, da dove rientra in primavera. Nella successiva estate è la volta del fronte del Don, che raggiunge col grado di sergente maggiore del Battaglione Vestone, della Tridentina. Dopo l’attacco delle forze sovietiche, ha inizio il lungo e drammatico ripiegamento attraverso la steppa, culminato nella battaglia di Nikolajewka (26 gennaio 1943).
Il rientro in Italia avviene nella primavera, ma le disavventure non sono finite: viene catturato dai tedeschi. Inizia così la sua odissea nei Lager, sino al 9 maggio 1945, quando può finalmente ritornare a casa.
Rigoni Stern viene assunto presso l’Ufficio imposte del catasto del suo stesso comune, Asiago, ove nel 1946 si sposa, e dove nasceranno i suoi tre figli.
Inizia a questo punto la seconda fase della sua vita: quella di scrittore. Sottopone il suo primo scritti, che è una rielaborazione di appunti presi durante la sua esperienza militare, a Vittorini, che lo convoca a Milano.
Il lavoro di ripulitura procede per mesi e giunge in porto nel 1953, quando “Il sergente nella neve, Ricordi della ritirata di Russia” vede la luce presso Einaudi, accompagnato da una presentazione dello stesso Vittorini,
Nove anni dopo esce sempre presso Einaudi “Il bosco degli urogalli” , un volume nel quale l’autore raccoglie i racconti che dal 1958 è venuto pubblicando su periodici. A scandire gli anni successivi sono però ancora soprattutto pubblicazioni belliche (“Quota Albania” ). Decide poi di tornare in Russia sui luoghi del suo primo racconto (e pubblicherà “Ritorno sul Don” ). Ripeterà questa visita nel 1975, su invito dell’agenzia di stampa sovietica Novosti.
A questo punto interviene una svolta anche narrativa: incomincia a scrivere “piccole storie” di uomini come “Storia di Tönle” , “Lavori di montagna” , “Uomini, boschi e api” , “L’anno della vittoria” (1985), “Amore di confine” (1986), “Il libro degli animali” (1990), “Arboreto salvatico” (1991); , “Le stagioni di Giacomo” (1995) e “Sentieri sotto la neve” (1998).
CONTESTUALIZZARE
Rapportare il testo all’autore
Il libro consiste in un’esperienza diretta dell’autore che racconta di sé e dei suoi compagni alpini: grazie a questo testo si possono ricavare molti elementi sulla vita e sulle idee di Mario Rigoni Stern.
Nei dialoghi compare spesso la montagna, in particolare l’altopiano di Asiago, che suscita contemporaneamente due stati d’animo: la pace che rievoca ma anche la nostalgia e la paura di non poter ritornare a casa. Questo testimonia che l’autore è particolarmente legato al suo paese e ai suoi familiari.
Durante il racconto Mario Rigoni Stern compie molte riflessioni sulla guerra, che viene vista come elemento inutile di odio. Infatti una delle vicende che hanno intaccato maggiormente l’animo dell’autore è stato l’incontro in un isba con alcuni soldati russi, che soffrivano come lui la fame e il freddo. Questi hanno diviso il cibo con la famiglia che occupava l’abitazione in un clima di pace e serenità.
-Collocare il testo nell’epoca in cui è stato composto
Il libro è stato scritto nell’inverno del 1944 mentre si trovava prigioniero in un lager tedesco.
E’ uno dei racconti più significativi sulla tragica ritirata degli alpini dalla Russia, avvenuta tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943. E’ stato scritto per ricordare i numerosissimi soldati caduti e le sofferenze dei sopravvissuti.
-Inserire il testo nell’ambito dei movimenti culturali della sua epoca
Nell’immediato dopoguerra erano molto frequenti racconti che riguardavano le vicende legate alla II Guerra Mondiale. Molto spesso, però erano narrazioni che presentavano i soldati come eroi e le battaglie in modo enfatico. Questo racconto, è stato scritto un anno dopo la vicenda, quindi il ricordo era ancora vivo. L’autore ha scelto di presentare i fatti senza manipolarli, senza enfatizzarli o renderli eroici. Grazie a questo stile , “Il Sergente nella Neve” è stata l’opera sulla II Guerra Mondiale che ha ottenuto più successo in Italia.
-Confrontare il testo con altri testi dello stesso autore e di altri autori
A scuola ho letto un altro brano di Mario Rigoni Stern (“Vecchia America” tratto dalla raccolta “Il Bosco degli Urogalli” ) e ho trovato diversi elementi in comune. I temi e i motivi della narrativa di Mario Rigoni Stern sono infatti tutti strettamente collegati. In tutti e due i casi ho potuto notare come la nostalgia di casa e la guerra abbiano giocato un ruolo importante.
Mi risulta spontaneo associare questo racconto con “Niente di Nuovo dal Fronte Occidentale” di Erich Maria Remarque, anche se si riferisce alla I Guerra Mondiale. Anch’egli ha vissuto in prima persona le vicende della guerra: descrive gli orrori che provoca e i sentimenti che accomunano i soldati anche se nemici.
Un altro autore con il quale mi risulta immediato un confronto, pur essendo un poeta, è Giuseppe Ungaretti, che come Mario Rigoni Stern ha vissuto in prima persona la guerra. Le sue poesie rievocano il dolore, la distruzione, la paura, ma soprattutto il senso di precarietà del soldato: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” (“Soldati” , 1918).
COMPRENDI IL TESTO
Individua le sequenze
- Parte degli alpini italiani ingaggiati per la campagna di Russia sono impegnati nella resistenza contro i nemici in un caposaldo sulle rive del Don.
- I soldati riescono a portare avanti la loro missione tra mille difficoltà e in un clima molto teso.
- Improvvisamente corrono il rischio di un accerchiamento e giunge l’ordine di abbandonare le postazioni.
La ritirata tra le steppe russe risulta colma di pericoli: i soldati devono sopportare la fame, il freddo e il vento. Inoltre è probabile in ogni momento l’ attacco da parte dei Russi. Gli uomini sono lasciati allo sbaraglio e si trascinano di chilometro in chilometro, di villaggio in villaggio per sfuggire alla morte
- Gli Alpini, ormai stremati, riescono a rompere l’accerchiamento e a salvare molte vite umane, comprese quelle dei soldati ungheresi e tedeschi, che si sono uniti a loro.
- I fuggitivi giungono ad un accampamento, dove possono stare al sicuro. La strada per arrivare a casa è ancora molto lunga, ma la primavera dà loro un po’ di serenità.
Individua la struttura
- Resistenza del caposaldo sulle rive del Don.
- Arrivo dell’ordine di ritirata.
- Marcia attraverso le steppe russe, convivendo con il freddo e la fame, per rompere l’accerchiamento dei nemici.
- Raggiungimento dello scopo attraverso il sacrificio di molte vite.
PERSONAGGI
Stabilisci se il personaggio è credibile
Il protagonista è credibile perché reale, infatti coincide con l’autore. E’ un soldato che, come tanti altri, ha dovuto sopportare paura, nostalgia, fame e stanchezza, con un grande coraggio.
Stabilisci come viene presentato il personaggio
Il protagonista si presenta da sé, ma non fornisce una dettagliata descrizione. Emerge principalmente l’aspetto interiore, che va scoperto interpretando in monologhi, i pensieri e i dialoghi.
Non compare la descrizione dell’aspetto esteriore perché l’autore-protagonista non ha modo di guardarsi. Gli unici elementi si possono estrapolare da aggettivi che compaiono sporadicamente. L’unica brevissima descrizione di sé si legge alla fine del racconto quando, giunto all’accampamento, si può specchiare e scopre allora quanto la guerra abbia cambiato il suo aspetto.
Anche il carattere subisce un notevole cambiamento nel corso dell’esperienza in Russia e l’autore ammette di essersi indurito e aver perso sensibilità.
Analizza la caratterizzazione
L’aspetto sia fisico che interiore cambia con il proseguire della ritirata, dando vita al fenomeno della caratterizzazione. Per quanto riguarda la tecnica utilizzata, si possono rintracciare due modalità: quella diretta e quella indiretta. La prima viene adoperata soprattutto per l’aspetto fisico, la seconda per il carattere, il cui cambiamento deve essere estrapolato dalle vicende.
Per quanto riguarda invece la tipologia, Mario Rigoni Stern subisce un’evoluzione di tipo psicologico e fisico. Ambedue i cambiamenti sono dettati dalla guerra.
Analizza il rapporto personaggio-autore
Il protagonista coincide con l’autore, trattandosi di un diario autobiografico.
Individua il ruolo-funzione dei personaggi
1 – Mario Rigoni Stern: (personaggio principale) è il protagonista-narratore-autore del libro che racconta le sue vicende durante la campagna di Russia.
2 – Gli Alpini (personaggi secondari) sono figure semplice e schiette di montanari, compiono il proprio dovere senza recriminazioni. Hanno bisogno di poco per vivere e sanno anche ridere delle proprie disgrazie. Marangoni, Meshini, Bodei, Giuanin, Moreschi, Tourn, Antonelli, per citarne alcuni, sono personaggi che entrano nell’animo con immediatezza. Svolgono la funzione di aiutanti. Accanto ai soldati, ci sono gli ufficiali: i tenenti Cenci, Sarpi e Moscioni, il capitano Beppo. Anch’essi uomini veri, che vivono le fatiche, le ansie, le emozioni dei loro alpini. Sono i destinatori. Nell’ultima parte del libro gli Alpini riescono a rompere l’accerchiamento di Russi.
3 – I Russi (personaggi secondari) sono figure che a prima vista possono sembrare crudeli e senza cuore. Sono anche loro gente semplice, capace di affrontare il pericolo con coraggio, sono antagonisti solo perché devono difendere la loro patria, che è un paese nemico.
4 – Le famiglie russe (comparse) sono le persone che ospitano gli Alpini nelle loro isbe durante la notte. Offrono loro un posto dove dormire e cibo. Appartengono al popolo nemico ma sono aiutanti.
TEMPO
Individua l’epoca storica
Il fatto narrato è realmente accaduto durante la II Guerra Mondiale, precisamente tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943.
In questo periodo l’Armata Italiana in Russia (ARMIR) era stanziata sulla linea del fiume Don. I Russi riuscirono, dopo la difesa di Stalingrado, a sfondare i capisaldi rumeni, che si ritirarono, seguiti dai Tedeschi e dalle truppe alleate. Rimangono sulle rive del Don il corpo degli Alpini, le truppe ungheresi e parte di quelle tedesche. Il 14 gennaio 1943 rimangono soli sul Don gli Alpini, che, con le ali scoperte, rischiano l’accerchiamento. Il 17 gennaio arriva anche per loro l’ordine di ritirarsi e alla divisione Tridentina viene affidato l’ordine di aprire la strada alla colonna. Il 30 gennaio, dopo la battaglia di Nikolaevka, il pericolo di accerchiamento, si può considerare scongiurato, ma si calcola che l’80% degli Alpini sia andato perduto.
Individua la durata della storia
La storia ha una durata di circa 3 mesi.
La durata narrativa ha una lunghezza minore rispetto a quella reale. Mario Rigoni Stern utilizza diverse tecniche: l’analisi -usata durante le riflessioni del protagonista- , la scena -che immerge il lettore nei dialoghi tra i personaggi- , il sommario- utilizzato per riassumere parte della ritirata o della resistenza nel caposaldo.
Individua l’ordine cronologico
Trattandosi di un diario le vicende sono narrate in ordine lineare. Molto rari sono i flash-back.
Individua la distanza narrativa
I fatti vengono narrati un anno dopo l’accaduto, quindi il ricordo è ancora chiaro e fresco.
SPAZIO
Lo spazio è reale e consiste nella prima parte nel caposaldo in un villaggio di pescatori sulla riva del Don, poi nell’interminabile e monotona steppa Russa. Questa rispecchia anche lo stato d’animo degli alpini, stanchi, affamati, infreddoliti. In questo inferno, però sorgono dei piccoli villaggi, dove si può trovare riparo e un po’ di caldo. Le isbe vengono presentate come piccole e accoglienti e si respira un aria allegra, di riposo dopo interminabili fatiche.
NARRATORE E PUNTO DI VISTA
In questo romanzo narratore, protagonista ed autore corrispondono.
Mario Rigoni Stern svolge la funzione di narratore interno perché racconta i suoi ricordi. La narrazione è infatti in prima persona singolare e presenta fatti visti attraverso gli occhi di un uomo comune che deve lottare per sopravvivere, che deve sopportare fame, freddo, nostalgia e la perdita di molti amici. Il punto di vista può essere considerato a focalizzazione interna perché il narratore è il protagonista e, di conseguenza, conosce e può raccontare solo quello che vede con i suoi occhi.
Per riferire i discorsi dei personaggi viene utilizzato il discorso diretto libero, durante il quale il narratore riferisce tra virgolette le loro parole o, in misura minore, il discorso indiretto.
Per quanto riguarda i pensieri, essi vengono comunicati principalmente in forma indiretta; sono molto frequenti anche il soliloquio o il flusso di coscienza. Questi ultimi esprimono i pensieri di Mario Rigoni Stern quando compie riflessioni di un certo spessore, o raramente quando gli ritornano in mente particolari episodi.
LINGUA E STILE
Il lessico adoperato è molto semplice, ma è l’ideale per questo genere di racconto. E’ frequente l’utilizzo di termini dialettali e di origine militare. Si nota un po’ il contrasto tra la semplicità del dialetto, che suscita bei ricordi e una sensazione di pace, e i nomi di armi e battaglioni, che riportano l’attenzione sulla guerra e su tutto ciò che provoca.
INTERPRETARE
Quanto è originale il testo?
L’originalità del testo sta principalmente nel modo in cui l’autore presenta i fatti, senza eroismo e retorica.
Quanto è attuale?
Il tema della guerra è sempre attuale, perché purtroppo le guerre accompagnano ancora la storia dell’uomo continuando a mietere vittime.
Quali tematiche affronta? In che modo?
Il testo affronta la tematica della guerra e della distruzione che porta appresso, distruzione che consiste sia nella morte fisica della persona, sia nel ferimento del suo animo. Questi aspetti si sviluppano attraverso le riflessioni del protagonista, ma soprattutto attraverso le scene di disperazione che l’autore descrive, senza filtrare gli aspetti più drammatici.
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[…] “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern di Francesco Dolci […]